Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

27-07-2016

Non molto tempo fa è stato condotto uno studio da cui risulta che la pantetina accelera l'eliminazione dell'acetaldeide dal nostro organismo, la cui concentrazione sale dopo il consumo di alcol. E' un risultato senza dubbio interessante perchè l'acetaldeide contribuisce in misura rilevante a produrre quello stato di intossicazione generale che accompagna il frequente e prolungato abuso di alcol.

06-01-2019

Caterina Hawrylowicz del King College di Londra e colleghi, descrivono la loro scoperta in un articolo pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. L’asma è una malattia a lungo termine in cui le vie aeree ristrette, infiammate e gonfie, rendono difficile respirare. Attualmente i pazienti con asma grave assumono steroidi in compresse, che possono avere effetti collaterali dannosi. Alcuni pazienti tuttavia, hanno un tipo di asma che è resistente agli steroidi e che è quasi impossibile da trattare, così i loro attacchi di asma sono spesso gravi e talvolta anche mortali, e portano a ricovero ospedaliero ripetuto. Nel loro documento, Hawrylowicz e colleghi descrivono come hanno trovato un modo in cui la vitamina D può essere in grado di ridurre i sintomi dell’asma. La scoperta riguarda l’attività di un composto naturale chiamato interleuchina-17A (IL-17A) che è parte del sistema immunitario. IL-17A protegge il corpo contro le infezioni, ma è noto anche per peggiorare i sintomi dell’asma e in grandi quantità, per diminuire l’impatto degli steroidi. 
Per lo studio, il team ha esaminato tre gruppi di persone: 18 pazienti con asma steroidi-resistente, 10 pazienti con asma che hanno risposto al trattamento con steroidi e 10 persone sane senza asma (controlli). IL-17A è prodotto da un gruppo di cellule immunitarie chiamate TH17 (T helper 17). I ricercatori hanno esaminato queste cellule in ciascun gruppo di pazienti e hanno esaminato come esse hanno prodotto IL-17A e in quali quantità. Gli scienziati hanno scoperto che sia le cellule di controllo dei pazienti sani senza asma che le cellule di entrambi i gruppi di pazienti con asma, avevano livelli elevati di IL-17A, mentre il gruppo resistente agli steroidi ha mostrato livelli più alti, ed hanno trovato che la vitamina D abbassa significativamente la produzione di IL-17A nelle cellule di tutti e tre i gruppi, compresi i due gruppi con asma. Gli steroidi, d’altra parte, avevano poco effetto sulla produzione di IL-17A nelle cellule di pazienti con asma. Il gruppo conclude che la vitamina D inibisce la produzione di IL-17A in tutti i pazienti, “indipendentemente dalla loro reattività clinica agli steroidi. Come Hawrylowicz spiega in una nota: “Questi risultati sono molto interessanti in quanto mostrano che la vitamina D potrebbe un giorno essere usata non solo per il trattamento di persone con asma steroide-resistente, ma anche per ridurre le dosi di steroidi in altri pazienti con asma, riducendo il rischio di effetti collaterali dannosi.”

 

http://www.jacionline.org/article/S0091-6749(13)00526-5/abstract

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23683514

Venerdì, 04 Gennaio 2019 14:18

IL MAGNESIO NELL’ASMA DEI BAMBINI.

05-01-2019

Durante l’ultimo secolo, l’introito alimentare di magnesio, presente nei vegetali e in molti cereali, è fortemente diminuito e la prevalenza di casi di asma è aumentata in maniera consistente. Studi epidemiologici hanno dimostrato una stretta correlazione tra una scarsa assunzione di magnesio e l’insorgenza di iperreattività bronchiale. Uno studio eseguito su bambini e adolescenti asmatici si è proposto di valutare gli effetti di una somministrazione orale di magnesio, come integratore alimentare, sul controllo dei sintomi dell’asma: reattività bronchiale, funzionalità polmonare, risposta al prick-test cutaneo. L’indagine, a doppio cieco e della durata di due mesi, ha coinvolto 37 pazienti dell’Ospedale Pediatrico di Campinas in Brasile. I soggetti sono stati divisi casualmente in due gruppi: a uno sono stati somministrati 300 mg di magnesio al giorno; all'altro, di controllo, il placebo. In entrambi i casi i ragazzi hanno assunto farmaci in grado di controllare i sintomi asmatici. Dai risultati si è visto che il test per la reattività bronchiale alla metacolina e la risposta al test cutaneo per determinati allergeni erano diminuiti significativamente nel gruppo che assumeva l’integratore alimentare. Inoltre i ragazzi che assumevano il magnesio presentavano sintomi asmatici meno gravi e utilizzavano meno farmaci rispetto al gruppo di controllo. La prova per la spirometria ha fornito risultati abbastanza simili per entrambi i gruppi. Si può concludere che un’integrazione di magnesio in bambini ed adolescenti asmatici è utile per ridurre la reattività bronchiale alla metacolina, per diminuire la risposta cutanea indotta da allergeni e per migliorare il sistema di controllo dei sintomi.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16788707

05-01-2019

Il ribes nero (Ribes nigrum) è una pianta che cresce spontaneamente in Europa settentrionale e centro-orientale. Dai suoi semi oleosi viene estratto l’olio che mostra un elevato tenore in acido gamma-linolenico (GLA), acido grasso essenziale della serie omega-6. Il GLA, classificato anche come EFA (Essential Fatty Acid), non è sintetizzabile dai mammiferi, ma solo dai vegetali ed è presente in poche varietà di piante. L’apporto di GLA con la dieta è in grado di aumentare la produzione di prostaglandine (PG-1) che hanno la proprietà di inibire i processi infiammatori, bloccando la liberazione di acido arachidonico e di conseguenza di PG-2. Il GLA, pertanto, oltre a limitare i processi infiammatori, inibisce l’aggregazione piastrinica, svolge azione vasodilatatrice, riduce la pressione sanguigna, favorendo la cicatrizzazione cutanea.

PRESSIONE SANGUIGNA E PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE

Sono stati condotti alcuni studi sull’uomo che indicano l’azione ipotensiva dell’acido gamma-linolenico. In uno studio di 8 settimane per valutare la pressione sanguigna a riposo e la reattività cardiovascolare allo stress psicologico in pazienti ipertesi, i risultati hanno mostrato che l’olio di semi di ribes nero è in grado di inibire la reattività della pressione sanguigna di oltre il 40%. La differenza maggiore è stata la riduzione della pressione diastolica. In uno studio randomizzato, a 26 pazienti ipertesi borderline divisi in due gruppi, è stato somministrato olio di semi di ribes nero o olio di cartamo per 4 settimane. I risultati hanno mostrato nel gruppo che aveva assunto olio di ribes nero una significativa riduzione della pressione sanguigna, contro una modesta diminuzione dell’altro gruppo. L’olio di semi di ribes nero produce una modesta attività ipocolesterolemizzante che è da attribuire all’incremento della produzione di prostraglandine PG-1: queste hanno la capacità di inibire la formazione di colesterolo LDL, favorendo l’incremento del colesterolo HDL. Altri studi sulla somministrazione di GLA indicano la riduzione dei livelli di trigliceridi nel sangue.

PATOLOGIE CUTANEE

Numerosi studi clinici hanno dimostrato l’effetto della somministrazione del GLA nel trattamento di affezioni dermatologiche quali psoriasi, acne e orticaria, ottenendo i risultati migliori con la dermatite atopica. Secondo alcuni Autori, infatti, uno dei meccanismi implicati nello sviluppo di questa malattia dermatologica è la carenza di GLA. Nei soggetti trattati è stato osservato un miglioramento generale delle condizioni cutanee, la diminuzione della sintomatologia (eritema, prurito, escoriazioni, perdita di lucidità, lichenificazione), oltre alla riduzione dell’assunzione di farmaci (steroidi orali e topici, antibiotici, antistaminici). In soggetti affetti da dermatite atopica la supplementazione a base di GLA, ha ottenuto risultati spettacolari, sempre comunque di attenuazione o riduzione dei sintomi più fastidiosi, come prurito, secchezza della cute e desquamazione.

MALATTIE INFIAMMATORIE

Una recente rassegna di studi clinici ha sottolineato il ruolo del GLA nella modulazione della risposta infiammatoria, con discreti risultati clinici. In pazienti con artrite, la somministrazione di GLA ha ridotto l’infiammazione e la richiesta di FANS. Nella PRK (cheratectomia fotoretrattiva) ha migliorato i sintomi e la condizione della superficie oculare, aumentando la produzione di lacrime. Anche nella sindrome di Sjogren il GLA ha ridotto il disagio oculare, diminuendo l’infiammazione e aumentando il contenuto di PGE1 nelle lacrime. Buoni risultati si sono osservati anche nella sindrome dell’occhio secco. GLA ed EPA sono in grado di ridurre la produzione degli eicosanoidi derivanti dall’acido arachidonico e di ridurre le citochine infiammatorie, i ROS e la reattività dei linfociti. Una serie di studi in doppio cieco contro placebo ha evidenziato miglioramenti significativi nell’artrite reumatoide.

DIFESE IMMUNITARIE

L’aumento della produzione delle prostaglandine E-2 associato all’invecchiamento, contribuisce al declino della funzione cellulo-mediata (cellule T). In uno studio su soggetti anziani, la somministrazione di olio di semi di ribes nero ha mostrato la capacità di modulare la composizione della membrana lipidica e la produzione di eicosanoidi. L’olio di semi di ribes nero ha un moderato effetto immunomodulante attribuibile alla sua capacità di ridurre la produzione di prostaglandine E-2.

SINDROME PREMESTRUALE

Questa sindrome potrebbe essere collegata anche ad una produzione alterata di prostaglandine. In particolare, le donne con PMS soffrono di una carenza di PGE1 nel SNC e nei tessuti mammari. L’attività antinfiammatoria dell’acido gamma-linolenico trova impiego in questa sindrome, con effetti di riduzione dei sintomi della mastodinia (dolore e gonfiore al seno).

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17168669

05-01-2019

Il coenzima Q10 (Co-Q10) riduce la mortalità del 50% in pazienti con insufficienza cardiaca, secondo quanto i ricercatori danesi hanno riferito alla riunione annuale dell’Heart Failure Association della Società Europea di Cardiologia. Il professor Svend Aage Mortensen ed il suo team hanno spiegato che il Co-Q10 è il primo integratore che migliora la mortalità in caso di insufficienza cardiaca da oltre dieci anni e deve essere incluso nel trattamento standard. Il Co-Q10 è un enzima essenziale che si trova naturalmente nel corpo. Funziona come un vettore di elettroni nei mitocondri, la centrale elettrica produttrice di energia delle cellule. Il Co-Q10 è anche un potente antiossidante. Infatti, è l’unico antiossidante che il corpo umano può sintetizzare. I pazienti con insufficienza cardiaca hanno bassi livelli di Co-Q10. Come l’insufficienza cardiaca peggiora, diminuisce il Co-Q10. Le statine sono prescritte alle persone con insufficienza cardiaca in quanto riducono la produzione di colesterolo. Tuttavia, le statine bloccano anche la sintesi di Co-Q10, aggravando ulteriormente il problema. Secondo precedenti studi in doppio cieco su umani, il Co-Q10 migliora i sintomi e la capacità funzionale dei pazienti con insufficienza cardiaca. Un altro vantaggio è che non causa effetti collaterali indesiderati. 
Prima di quest’ultimo studio, nessuna sperimentazione umana è stata in grado di misurare l’effetto del Co-Q10 sulla sopravvivenza, in caso di insufficienza cardiaca. Lo studio, chiamato Q-SYMBIO, ha coinvolto 420 pazienti con grave insufficienza cardiaca, assegnati casualmente al trattamento con Co-Q10 o placebo. I ricercatori hanno riferito che il Co-Q10 ha ridotto il rischio di evento cardiovascolare avverso (MACE) di circa il 50%. I pazienti del gruppo trattato con Co-Q10 avevano mortalità e incidenza di ricoveri per insufficienza cardiaca inferiore, rispetto a quelli trattati con placebo. Lo si può trovare in alcuni alimenti, in particolare nelle carni rosse, pesce e pollame. Olio di arachidi, semi di sesamo, broccoli, cavolfiori, fragole, pistacchi e uova hanno anche diverse quantità di Co-Q10. Tuttavia, fonti alimentari dell’enzima non sono sufficienti per avere un impatto significativo sull’insufficienza cardiaca. Il Co-Q10 può essere acquistato anche come integratore alimentare. Il Co-Q10 potrebbe anche aiutare i pazienti con ischemia miocardica. Il Prof. Mortensen ha spiegato: “Non abbiamo studi controllati che dimostrino che la terapia con statine più Co-Q10 migliora la mortalità in caso di insufficienza cardiaca più delle statine da sole. Ma le statine riducono il Co-Q10 che è invece importante perchè impedisce l’ossidazione delle LDL in modo efficace, quindi penso che i pazienti ischemici dovrebbero integrare la terapia con statine, con Co-Q10”.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25282031

Giovedì, 03 Gennaio 2019 11:24

VITAMINA C COME STRUMENTO ORTODONTICO.

04-01-2019

Alcuni medici ripetono spesso che molte malocclusioni dentarie e deformità facciali dipendano dall'eredità. Molti docenti universitari sottolineano come la maggior parte delle popolazioni civilizzate siano una mescolanza di molti fondi razziali diversi. Questi numerosi incroci avrebbero portato all'emergere di irregolarità dentarie e facciali: è molto facile quindi scaricare sui progenitori la colpa dei nostri denti irregolari, o concludere che "se il bambino deve portare l'apparecchio per i denti è perchè si è scelto i genitori sbagliati". Ma ci sono sempre stati alcuni che non hanno accettato questa teoria e hanno avanzato ipotesi su fattori causali più logici e comprensibili. Per molti anni diversi ricercatori sono andati in cerca della vera causa delle malocclusioni dentarie. Qualche anno fà, il Dottor Paul Elcan, dell'Università degli Stati della Costa Atlantica, parlava del suo lavoro con la vitamina C nel trattamento delle malformazioni dentarie. A quanto affermava, la regolare somministrazione di forti dosi di acido ascorbico produceva un miglioramento incommensurabile nella respirazione nasale, favorendo così il mantenimento di buone condizioni di salute nei suoi pazienti. Nella grande maggioranza dei casi, inoltre, questa terapia vitaminica gli avrebbe permesso di ottenere risultati più rapidi sul piano ortodontico. Già da anni sembrava chiaro che molti problemi di ortodonzia fossero collegati alla respirazione con la bocca. L'unico tentativo di soluzione in questo senso si limitava all'asportazione delle tonsille e delle adenoidi nei casi estremi: non capitava mai di usare la vitamina C per sgombrare in permanenza le vie nasali.
Il dottor Elcan raccontò un caso che gli rimase impresso nella memoria più di tutti gli altri: tre fratellini che erano tutti e tre allergici alle sostanze più svariate, soffrivano di grave blocco nasale, deviazione del setto e molti altri problemi dentali e facciali. Naturalmente, respiravano solo con la bocca. Non solo: avevano tutti e tre una grave forma di dermatite, con pelle arida e squamosa, tagli dolorosi e sanguinanti nelle braccia, labbra spaccate e piagate, fessure negli angoli della bocca. Questi ultimi sintomi, in particolare, costringevano a rimandare continuamente l'applicazione di una protesi dentaria, che sarebbe stata troppo dolorosa da portare. Propose alla madre se era d'accordo a tentare questo nuovo metodo basato sull'assunzione di vitamina C. Dato che non c'era niente da perdere con questo tentativo, colse a volo l'opportunità e accettò che i bambini prendessero 200 mg di vitamina C almeno quattro volte al giorno e seguissero una dieta precisa. Grazie all'ottima collaborazione della madre, in capo a un mese alcuni di quei sintomi persistenti erano scomparsi e in tre mesi se n'erano andati quasi completamente. A questo punto anche il trattamento ortodontico cominciava a dare i suoi effetti. Già solo la scomparsa dei tagli e delle fessure sulla pelle e le mucose era "un ristoro per gli occhi".
Col passare degli anni cresceva il desiderio di rimettere ordine nei vari pezzi del mosaico che costituisce il problema delle malformazioni dentarie. Decise così di lasciare la sua pratica clinica negli Stati Uniti e si trasferì nel Pacifico meridionale, per studiare le popolazioni primitive che vivono a contatto con la natura e praticamente non soffrono di problemi di ortodonzia. Gli aborigeni australiani erano un esempio perfetto. La loro storia risale a migliaia di anni fà e attraverso questo lungo tempo ci sono stati mutamenti minimi nelle loro abitudini culturali. Sono a tutti gli effetti una popolazione dell'età della pietra. Godono di un'ottima salute, benchè vivano nelle più difficili circostanze che la natura possa offrire: un autentico esempio di "sopravvivenza del più adatto". Hanno imparato ad adattarsi a condizioni estreme. Quello che però è più interessante è il fatto indiscutibile che la loro alimentazione, molto varia, contiene grandi quantità di vitamina C. Gli aborigeni mangiano quasi tutto crudo. Hanno un'ottima dentatura e conoscono pochissime delle nostre malattie moderne. Respirano col naso e non soffrono mai di raffreddore, malgrado vivano nudi, spesso con temperature che la notte scendono sotto zero. Purtroppo, oggi non ce ne sono più molti di questi primitivi, perchè l'uomo bianco li ha spogliati del loro territorio di caccia e di raccolta, costringendoli ad adottare modi e abitudini alimentari "civilizzate". Non è difficile immaginare che cosa è successo di loro: hanno "ereditato" le nostre malattie moderne, un rapidissimo decadimento dentario, gli stessi problemi di malformazioni dentarie e facciali che affliggono l'uomo bianco. Tutto questo è successo in una o due generazioni da quando gli aborigeni hanno accettato il cibo impoverito della civiltà, riducendosi in uno stato compassionevole.

08-08-2016

La carenza di vitamina B6 può provocare la degenerazione dei nervi periferici e la comparsa di convulsioni. Fu appunto somministrando elevate dosi di questa sostanza a bambini soggetti a crisi convulsive che, nel 1954, si dimostrò l'esistenza del primo dei molti disturbi metabolici congeniti causati dalla carenza di una certa vitamina. Ma perchè un simile effetto? Questa vitamina è indispensabile per la produzione nel nostro cervello di un certo tipo di neurotrasmettitore che è in grado di inibire certi tipi di convulsioni e quindi è efficace solo contro quelle controllate da questo neurotrasmettitore. Si sta accumulando un sempre maggior numero di dati a favore dell'ipotesi secondo la quale la somministrazione di questa vitamina in dosi più o meno consistenti potrebbe essere la cura migliore per la sindrome del tunnel carpale, caratterizzata da formicolii e forti dolori nella mano provocati dalla compressione di uno dei nervi presenti nel polso. Le terapie tradizionali - iniettare steroidi nel polso, steccarlo e somministrare altri farmaci antinfiammatori - non risultano molto efficaci nella maggior parte dei casi. La somministrazione di 100-200 mg di vitamina B6 al giorno, al contrario, è risultata molto utile nella stragrande maggioranza dei casi: è necessario integrare la propria alimentazione con le suddette dosi di questa sostanza per un periodo di tre mesi prima che gran parte dei sintomi scompaiano.

Giovedì, 03 Gennaio 2019 11:12

IL POTERE DI GUARIGIONE DELLE BACCHE DI GOJI.

03-09-2016

Le bacche di Goji sono i frutti di un arbusto selvatico di origine tibetana, il Lycium barbarum della famiglia delle Solanacee. I piccoli frutti rossi sono ricchi di nutrienti e sono considerati un elemento essenziale nella medicina tradizionale cinese e asiatica. Le bacche di Goji sono un supernutriente che contiene molti fattori di promozione della salute, quali:

- 18 aminoacidi, otto dei quali aminoacidi essenziali, che offrono una proteina completa.

- 6 acidi grassi essenziali (EFA).

- 21 tracce di minerali tra cui calcio, rame, germanio, ferro, magnesio, fosforo, selenio e zinco.

- Vitamine A, B C, ed E.

- Una vasta gamma di antiossidanti, tra cui zeaxantina, SOD (superossido dismutasi), polisaccaridi e beta-carotene.

Le bacche di Goji migliorano e rivitalizzano molte funzioni del corpo:

• Funzione cardiovascolare. 
• Funzione del pancreas. 
• Fegato. 
• Reni. 
• Sistema immunitario. 
• Occhi.
• Apparato circolatorio. 
• Muscoli.
• Libido. 
• Pelle.

BENEFICI PER LA VISIONE

Il pigmento arancione delle bacche di Goji è un antiossidante molto potente chiamato zeaxantina che viene facilmente assorbito e va direttamente ai nostri occhi e al fegato. Esso in realtà ricopre il rivestimento dei nostri occhi e li mantiene giovani.

ALIMENTO DI BELLEZZA

Le bacche di Goji sono conosciute come un alimento di bellezza in Cina e in Asia e il consumo di un grammo o due al giorno può mantenere la pelle liscia come la seta e chiara come porcellana. Sono ricche di fosfolipidi, la componente lipidica principale di tutte le membrane cellulari.

BUONA FONTE DI BETAINA
La betaina è un fitonutriente che ha una vasta gamma di benefici nel corpo: calmare i nervi, migliorare la memoria, proteggere il fegato e soprattutto proteggere il sistema cardiovascolare. Gli studi indicano che la betaina aiuta a ridurre i livelli potenzialmente tossici di omocisteina, un aminoacido che viene prodotto dal corpo e può essere dannoso per i vasi sanguigni. Le bacche di Goji aiutano anche a controllare il colesterolo,
l’infiammazione e lo zucchero nel sangue ed è stato affettuosamente chiamato il “frutto della felicità” grazie alla sua capacità di migliorare l’umore delle persone.

ALTRI BENEFICI:

• Rafforzano le difese immunitarie.
• Hanno effetti antiossidanti.
• Combattono la stanchezza fisica e sono energizzanti.
• Migliorano la memoria e la concentrazione.
• Agiscono contro le allergie.
• Proteggono la vista.
• Migliorano la funzionalità intestinale.
• Regolano l’equilibrio acido-basico del sangue, normalizzando il pH.

AVVERTENZE

- Le Bacche di Goji possono interagire con i seguenti farmaci: farmaci anticoagulanti, antidepressivi, farmaci per il diabete.

- Le bacche di Goji possono provocare alcuni effetti collaterali come nausea e vomito.

04-01-2019

Il glutatione ridotto (GSH) svolge importanti funzioni protettive e rigeneratrici nei confronti delle membrane cellulari e dei molteplici sistemi enzimatici nei quali è coinvolto. Diffuso ubiquitariamente in quasi tutti i tessuti vegetali e animali, il glutatione è uno dei composti tiolici più rappresentativi e importanti a livello intracellulare e citoplasmatico. Chimicamente è un tripeptide composto da cisteina, glicina, acido glutamico e si concentra principalmente nel tessuto epatico, nel pancreas, nei polmoni e nelle surrenali. Il glutatione partecipa in numerose funzioni quali:

• mantenimento dell’equilibrio della membrana cellulare;
• produzione di energia;
• attività enzimatiche;
• respirazione cellulare;
• sintesi proteica;
• detossificazione dell’organismo.

ANTIOSSIDANTE

Il glutatione gioca un ruolo determinante nel limitare o prevenire gli effetti dannosi indotti dai radicali liberi ed è essenziale per il mantenimento dell’integrità morfologica cellulare. Il glutatione è in grado di proteggere l’organismo dai radicali liberi e da agenti ossidanti quali pesticidi, acido solfidrico, monossido di carbonio, metalli pesanti (mercurio, cadmio e cromo) e molte altre sostanze con le quali entriamo in contatto a causa dell’inquinamento dell’atmosfera e delle derrate alimentari.

PROTEZIONE EPATICA

A livello epatico, la concentrazione di glutatione è rilevante, al punto che le funzioni detossificanti e antisteatosiche possono svolgersi correttamente solo grazie alla sua azione e presenza. In uno studio su 80 pazienti affetti da epatopatia alcolica, la somministrazione orale di 300 mg/die di glutatione ha mostrato un miglioramento nei punteggi della funzionalità epatica dopo 30 giorni di utilizzo, senza effetti collaterali. In un altro studio, ad alti dosaggi (5 g/die) il glutatione ha mostrato la regressione del tumore al fegato e un incremento della sopravivvenza.

PROTEZIONE APPARATO RESPIRATORIO

L’aumento del livello di inquinamento atmosferico esercita un’azione tossica a carico dell’apparato respiratorio. Lo stress ossidativo rappresenta uno dei principali responsabili della flogosi polmonare in pazienti con asma o COPD (malattia polmonare cronica ostruttiva), in grado di attivare la sintesi delle citochine pro-infiammatorie. Il trattamento con agenti antiossidanti ad azione detossificante, come il glutatione e la NAC, ha mostrato di svolgere un importante ruolo protettivo.

DIFESE IMMUNITARIE

Il glutatione svolge un ruolo sostanziale nel funzionamento del sistema immunitario. La sua proprietà antiossidante lo rende vitale per l’attività dei linfociti. Alcuni dati clinici disponibili indicano che la sua somministrazione (500 mg/die) può ridurre lo stato di malnutrizione (cachessia) dei malati di AIDS.

SALUTE DEL CRISTALLINO

A livello oculare l’attività del glutatione è legata alla sua capacità autoriducente e quindi difensiva nei confronti degli agenti antiossidanti, in particolar modo delle radiazioni ultraviolette. La terapia con il glutatione ha l’obiettivo di normalizzare la produzione di energia nell’occhio e quindi di stabilizzare il funzionamento di numerosi meccanismi, ritardando i processi di degenerazione oculare. Numerosi studi hanno evidenziato rapporti intercorrenti tra glutatione e cataratta. In pazienti affetti da tale condizione si è potuto rilevare una carenza di questo nutriente nel cristallino.

PROTEZIONE DERMATOLOGICA

Le concentrazioni di glutatione con l’invecchiamento declinano, limitando pertanto la sua azione antiossidante. Il glutatione svolge effetti protettivi contro il danno epidermico indotto dall’eccessiva esposizione solare ed è in grado di ridurre lo stress ossidativo delle radiazioni ultraviolette. Protegge, inoltre, dall’invecchiamento cutaneo, contrastando la disidratazione della pelle. Infine, l’apporto di questo nutriente sembra efficace contro i danni al sistema produttivo dei capelli, grazie alla sua capacità detossificante.

 

http://uvicf.org/researchnewsite/glutathionenewsite/IBMay2007.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17369290

Mercoledì, 02 Gennaio 2019 10:23

7 PROPRIETA’ CURATIVE DELLE OPC.

09-10-2016

Il nome OPC deriva dal francese “oligomère procyanidoliques” che corrisponde alla classe chimica di queste sostanze battezzate dal professor Masquelier, ovvero “proantocianidine oligomeriche”. Verso la metà del secolo scorso Masquelier, conducendo analisi e ricerche sui flavonoli, scoprì che le OPC contenute nei semi di uva rossa e nella corteccia di pino svolgevano un’azione vasoprotettrice superiore a quella di tutti gli altri polifenoli presenti in natura. La prima paziente trattata con preparazioni a base di OPC fu la moglie di Masquelier, che soffriva di edema alle gambe, causato da un’elevata permeabilità vasale. Le OPC possiedono, inoltre, una spiccata attività antiossidante.

AZIONE VASOPROTETTRICE

L’estratto di semi di uva rossa stimola la riparazione cellulare, favorisce la diminuzione della parete vasale, aumentando la resistenza capillare. L’azione antinfiammatoria esplicata a livello perivascolare, è in grado di ridurre l’edema. La diminuzione dell’edema e il miglioramento della circolazione, rende l’estratto di semi di uva rossa un importante supplemento ad azione vasodilatatoria, che migliora l’elasticità cutanea grazie alla sua azione stabilizzante su collagene ed elastina. La corteccia di pino marittimo, ricca di flavonoli, vitamina C e oli essenziali, è in grado di ridurre la migrazione leucocitaria e la desquamazione epiteliale, agendo come antinfiammatorio e coadiuvando la rigenerazione dei tessuti vasali. Uno studio svolto in vivo ha mostrato l’effetto inibitore delle proantocianidine sull’edema indotto da carragenina, serotonina o prostaglandina. In uno studio in doppio cieco su soggetti anziani con fragilità capillare spontanea o indotta da aspirina, è stato dimostrato che la somministrazione di OPC è in grado di ristabilire i valori normali nei soggetti con fragilità capillare, per la capacità di opporsi alla resistenza vasale.

AZIONE ANTIOSSIDANTE

Le più recenti ricerche scientifiche condotte su questa categoria di flavonoidi, hanno dimostrato la capacità delle OPC di proteggere l’organismo dai radicali liberi generati dall’ossigeno e dalla perossidazione dei lipidi con un’azione considerevolmente maggiore di quella ottenibile con le vitamine E, C e beta-carotene. L’azione antiossidante si manifesta anche a livello epidermico, prevenendo la comparsa di rughe, proteggendo la cute dai danni causati dai raggi ultravioletti.

AZIONE CARDIOPROTETTIVA

Le OPC presenti nella formulazione favoriscono la riduzione dell’aggregazione piastrinica, inibendo l’ossidazione delle LDL, regolando l’attività della ciclossigenasi e della lipossigenasi.

AZIONE ANTINFIAMMATORIA E ANTIALLERGICA

Le OPC sono indicate in tutte le affezioni di natura allergica (febbre da fieno, allergie), per la loro capacità di inibire il rilascio di istamina dai mastociti. Inoltre i bioflavonoidi aumentano l’assorbimento e il riassorbimento dell’istamina nei rispettivi granuli di accumulo, dove viene metabolizzata.

AZIONE PROTETTIVA CEREBRALE

Le OPC esplicano un’importante azione nella funzionalità cerebrale, non solo perché proteggono i vasi sanguigni, ma anche perché sono antiossidanti che superano la barriera emato-encefalica per proteggere le cellule cerebrali. Questa azione ha un ruolo importante in caso di memoria scarsa e nel controllo dei sintomi associati al decadimento fisico durante i processi di invecchiamento.

AZIONE PROTETTIVA OCULARE

Le OPC trovano impiego nelle retinopatie di origine ipertensiva, in quanto influenzano il processo della visione notturna, riducendo il tempo di adattamento dell’occhio all’oscurità.

AZIONE CITOPROTETTIVA

Recenti studi hanno dimostrato che le OPC hanno la capacità di proteggere i cheratinociti della cavità orale umana contro lo stress ossidativo e la morte apoptotica cellulare. Inoltre, aumentano il livello degli enzimi antiossidanti all’interno delle cellule, raddoppiando la concentrazione di superossido dismutasi, catalasi e glutatione.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11976162    

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