Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 19 Dicembre 2017 15:57

SINUSITI

Le infezioni croniche dei seni paranasali (sinusiti croniche) sembrano prediligere le persone con gruppo sanguigno 0 e B. In genere questi disturbi vengono curati mediante la somministrazione continua di antibiotici che risolvono, almeno temporaneamente, il problema. Dopo un periodo più o meno lungo, l’infezione ricompare e bisogna pertanto iniziare un nuovo trattamento con farmaci antibatterici. Il circolo vizioso può protrarsi per anni, fino a quando non resta che affidarsi alle mani del chirurgo. Ho avuto modo di osservare che la bromelina (enzima contenuto nell’ananas) insieme alle vitamine A e C, sono in grado di dare un aiuto consistente a chi soffre di sinusite cronica. Molti soggetti riescono addirittura a fare a meno degli antibiotici perchè queste sostanze agiscono alla radice del problema, cioè sull’edema della mucosa che tappezza i seni paranasali. Quest’ultimi, non sono altro che un sistema di camere contenenti aria in comunicazione con le fosse nasali attraverso cui scaricano il muco accumulatosi nelle loro cavità. Il gonfiore della mucosa determina la chiusura dei fori di comunicazione e quindi il ristagno di muco, condizione che crea un ambiente ottimale per la proliferazione dei germi. A questo punto è chiaro che eliminando il gonfiore i seni riusciranno a drenare il liquido accumulato rendendo la vita difficile agli intrusi. Anche le persone di tipo A o AB possono ammalarsi di sinusite cronica. Ma in questo caso il più delle volte il problema è legato a una produzione eccessiva di muco che risponde in modo ottimale al trattamento alimentare.

Martedì, 19 Dicembre 2017 15:54

POLIOMIELITE E MENINGITE VIRALE

La poliomielite, un’infezione virale che interessa il sistema nervoso, mostra una particolare predilezione per i soggetti di tipo B, che in linea generale, sono più esposti ai disturbi nervosi sostenuti da virus. La poliomielite è una malattia epidemica responsabile della maggior parte dei casi di paralisi giovanile. L’introduzione dei vaccini di Salk e Sabin non sono stati in grado di debellare questa malattia. Al contrario, alcuni studi dimostrano che questi vaccini sono i responsabili della maggior parte dei casi residui (oggi, di fatto, la malattia non esiste più). La meningite virale, una grave infezione delle membrane che avvolgono il cervello, sembra colpire di preferenza le persone di tipo 0, forse perchè questo gruppo sanguigno è associato a una minore combattività nei confronti di infezioni particolarmente aggressive. Anche se non si tratta di una malattia frequente come tante altre affezioni virali, è bene conoscerne i primi segnali d’allarme: malessere generale, cefalea, vomito, febbre molto elevata, grave irrigidimento dei muscoli del collo e del tronco.

Martedì, 19 Dicembre 2017 15:52

PESTE, TIFO, VAIOLO E MALARIA

Conosciuta durante il Medio Evo come la morte nera, la peste è un’infezione batterica trasmessa dai topi. Le persone di tipo 0 sono più vulnerabili nei confronti di questa terribile malattia. Sebbene essa sia rara nei paesi a tasso di sviluppo più avanzato, continua a costituire un problema nel Terzo Mondo. Anzi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il rischio di pestilenza e di altre gravi malattie infettive diventa sempre più elevato a causa dell’abuso di antibiotici che possono indurre resistenze batteriche, dello sviluppo di insediamenti umani in zone prima disabitate, dei viaggi internazionali e della povertà. Il vaiolo, grazie al miglioramento delle condizioni igieniche, può oggi considerarsi definitivamente sconfitto. Nel corso dei secoli questa malattia ha probabilmente influenzato in modo drastico il corso della storia in più di un’occasione. Il gruppo sanguigno 0 è particolarmente suscettibile all’infezione, e ciò forse spiega come mai i nativi americani, tutti di tipo 0, furono falcidiati dalla malattia quando vennero a contatto con i primi coloni europei di tipo A e B portatori del virus. Anche il tifo, malattia ancora abbastanza diffusa nelle aree geografiche caratterizzate da condizioni igieniche precarie, mostra una certa predilezione per i soggetti di tipo 0, specie se sono anche Rh negativi. L’anofele, cioè la zanzara che trasmette la malaria, sembra pungere di preferenza le persone con gruppo sanguigno B o 0. La zanzara comune, al contrario, viene attratta dal sangue di tipo A e AB.

Martedì, 19 Dicembre 2017 15:51

INFLUENZA E RAFFREDDORE

I virus che possono provocare il raffreddore sono centinaia ed è quindi impossibile individuare l’esistenza di una correlazione con i diversi gruppi sanguigni per ciascuno di essi. Tuttavia, studi condotti su reclute dell’esercito britannico, hanno mostrato una ridotta incidenza di raffreddore nei soggetti di tipo A. Questi dati confermano quanto già affermato, cioè che il gruppo sanguigno A si è sviluppato per resistere ai virus maggiormente diffusi. Le stesse considerazioni valgono per il tipo AB: l’antigene A è in grado di bloccare l’attecchimento di vari ceppi virali alle mucose respiratorie. Anche i virus responsabili dell’influenza tendono a colpire preferibilmente le persone di tipo 0 e B, piuttosto che quelle di tipo A o AB. Nelle sue fasi iniziali l’influenza può presentarsi con gli stessi sintomi del raffreddore, ma poi si manifesta arrecando disidratazione, dolori e un senso di spossatezza. Per quanto i sintomi siano in genere fastidiosi, ma non preoccupanti, essi tuttavia esprimono una situazione di difficoltà del sistema immunitario che non riesce a contrastare efficacemente l’invadenza degli intrusi. Quindi, mentre infuria la battaglia, è bene fornire all’organismo tutto ciò che gli occorre per uscirne vittorioso. Meglio, comunque, ragionare in termini preventivi, adottando una serie di piccoli accorgimenti che possono risultare di grande aiuto.

• Riposate in modo adeguato e praticate regolarmente l’attività fisica più adatta al vostro gruppo sanguigno. Imparate ad affrontare in modo positivo lo stress che, se incontrollato, può mettere al tappeto il sistema immunitario. In questo modo l’organismo resiste più facilmente alle infezioni e, quand’anche dovesse capitare di buscarsi un raffreddore o un’influenza, esse tendono ad avere un decorso più breve.

• Seguite il programma alimentare adatto al vostro gruppo sanguigno. Questo contribuirà a rinforzare il sistema immunitario e ad abbreviare il decorso di raffreddori e influenze.

• Assumete vitamina C (250-500 mg al giorno), oppure aumentate il consumo di alimenti che ne sono ricchi. Molte persone sono riuscite ad evitare i virus del raffreddore e dell’influenza, o ad abbreviarne il decorso, assumendo integratori a base di echinacea.

• Assicuratevi che l’aria degli ambienti in cui soggiornate non sia troppo secca; utilizzate un umidificatore, soprattutto nei mesi invernali, quando è acceso il riscaldamento.

• Se avete la gola infiammata provate a fare dei gargarismi con acqua salata. Sciogliendo un cucchiaino e mezzo di sale in un grosso bicchiere di acqua tiepida si ottiene una soluzione dotata di un buon potere disinfettante. Se siete predisposti alle tonsilliti, utilizzate invece una soluzione ottenuta miscelando in parti uguali infuso di idraste e di salvia.

• Se avete il naso chiuso potete usare un decongestionante in gocce per liberarlo dall’ostruzione, ma non abusatene. I decongestionanti devono essere impiegati con estrema cautela dalle persone che soffrono di pressione alta, ipertrofia prostatica e di glaucoma ad angolo chiuso. Inoltre, e questo vale per tutti, l’uso protratto e incongruo di questi farmaci può peggiorare l’ostruzione nasale.

• Gli antibiotici sono del tutto inutili, tranne nei casi in cui non sia presente, oltre al virus, un’infezione batterica.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:58

COLERA

Uno studio condotto in Perù e pubblicato qualche anno fa sulla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet”, correlava la gravità dell’epidemia di colera osservata in Perù alla grande diffusione del gruppo sanguigno 0 tra la popolazione. In passato la suscettibilità dei soggetti di tipo 0 a questa malattia infettiva causò vere e proprie falcidie contribuendo a spopolare molte città nelle quali sopravvissero solo i soggetti più forti e quelli con gruppo sanguigno A, molto resistenti nei confronti della malattia.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:56

INFEZIONE DA CANDIDA

Sebbene la Candida non dimostri particolari preferenze per uno o più gruppi sanguigni, ho notato che i soggetti di tipo A e AB trovano maggiori difficoltà ad eliminarla, probabilmente a causa del loro sistema immunitario molto tollerante. Questi soggetti sono anche maggiormente predisposti a sviluppare un’infezione da lieviti in seguito all’assunzione di antibiotici che, com’è noto, indeboliscono i sistemi difensivi naturali. I soggetti di tipo 0, invece, sono più portati a sviluppare una specie di ipersensibilità nei confronti della Candida, soprattutto se hanno l’abitudine di mangiare molti cereali. Quest’osservazione ha portato molti nutrizionisti ad elaborare una serie di diete anti-Candida basate sull’assunzione di cibi ricchi di proteine, sull’esclusione dei cereali e dei cibi contenenti lievito. Purtroppo tali diete vengono adottate indipendentemente dal gruppo sanguigno, mentre, in realtà, funzionano bene solo per il tipo 0. Quindi, se appartenete al gruppo sanguigno A o AB, evitatele per non indebolire ulteriormente il sistema immunitario. In linea di massima le persone di tipo B sono abbastanza resistenti nei confronti delle infezioni da Candida, ma solo se seguono la loro alimentazione. Quindi, se siete di tipo B e avete questo problema, eliminate i prodotti a base di frumento.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:53

BRONCHITE E POLMONITE

I soggetti di tipo A e AB contraggono infezioni polmonari e bronchiali con maggiore facilità rispetto al tipo 0 o B. Il fattore determinante potrebbe essere proprio un’alimentazione scorretta che determina un’eccessiva produzione di muco nelle vie respiratorie. L’accumulo di secrezioni favorisce infatti l’attecchimento di germi in grado di superare le difese immunitarie perchè dotati di caratteristiche antigeniche simili a quelle dell’ospite. E’ il caso, per esempio, degli pneumococchi, pericolosi per i soggetti di tipo A e AB, e dell’Haemophilus, che tende a colpire di preferenza le persone di tipo B o AB. Il programma alimentare elaborato per i diversi gruppi sanguigni sembra in grado di ridurre in modo sostanziale l’incidenza di bronchiti e polmoniti, e questo vale per tutti. Tuttavia, stiamo iniziando a scoprire altre connessioni con il gruppo sanguigno che non sembrano facilmente risolvibili. Sembra, per esempio, che i bambini di tipo A con padre dello stesso gruppo sanguigno e madre di gruppo 0 vadano frequentemente incontro nei primissimi anni di vita a infezioni broncopolmonari fatali. Si pensa che questa situazione sia dovuta, almeno in parte, alla presenza nel bambino di una certa quota di anticorpi anti-A di derivazione materna che, in qualche modo, limitano le capacità di difesa del neonato nei confronti del pneumococco. Non ci sono ancora conferme definitive e la strada da fare è ancora lunga prima di poter trarre conclusioni scientificamente ineccepibili.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:50

SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA (AIDS)

Peter D’Adamo avendo avuto in cura nella sua clinica naturopatica molte persone affette da AIDS, ha scoperto l’esistenza di una correlazione tra la malattia e i gruppi sanguigni. La correlazione riguarda persone già affette da AIDS nelle quali ha evidenziato una diversa suscettibilità a sviluppare infezioni sostenute da germi opportunistici, cioè innocui per i soggetti con difese immunitarie in buona salute. Se siete sieropositivi o avete già sviluppato l’AIDS, dovreste adottare immediatamente il programma alimentare e di attività fisica elaborato per il vostro gruppo sanguigno. Se, per esempio, siete di tipo 0, mangiate proteine animali e fate molto esercizio fisico, in modo da consentire al sistema immunitario di funzionare al massimo delle sue possibilità. Scegliete sempre alimenti a basso tenore di grassi, perchè i parassiti intestinali, comuni nelle persone con AIDS, interferiscono con la digestione dei grassi provocando gravi diarree. Evitate soprattutto i prodotti a base di frumento che contengono lectine dannose per le difese immunitarie. Dato che molte infezioni opportunistiche provocano nausea, diarrea e dolori alla bocca, gli ammalati di AIDS risultano spesso molto debilitati. Quest’ultimo aspetto può creare qualche problema ai soggetti di tipo A perchè gli alimenti a loro consentiti sono, in genere, ipocalorici. Essi devono evitare carne, latte e latticini, tutti cibi che possono provocare disturbi digestivi. Da incrementare, invece, il consumo di pesce e tofu. Se siete di tipo B, astenetevi dal mangiare mais e grano saraceno, tutti alimenti proibiti, ed evitate anche la frutta secca, gli eccessi di frumento e i prodotti caseari. Se siete di tipo AB limitate il consumo di legumi, frumento e frutta secca. Rifornitevi di proteine mangiando soprattutto pesce. In linea di massima l’obiettivo dell’alimentazione deve essere quello di eliminare le lectine che possono alterare il funzionamento del sistema immunitario e quindi aggravare il decorso della malattia.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:49

INFEZIONI

Sono numerosi i batteri che mostrano una particolare predilezione per specifici gruppi sanguigni. Alcuni ricercatori, studiando 282 specie batteriche, hanno dimostrato la presenza di antigeni identici a quelli di un gruppo sanguigno in più del 50 per cento dei casi. Si è osservato che le infezioni sostenute da virus sembrano prediligere i soggetti di tipo 0, probabilmente perchè questo gruppo non è caratterizzato da una struttura antigenica particolare. I soggetti di tipo A, B e AB, invece, risultano più resistenti ai virus.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:44

DIABETE

Il programma alimentare elaborato per i diversi gruppi sanguigni può risultare utile anche nel trattamento e nella prevenzione del diabete, sia quello di tipo I che colpisce soprattutto i bambini, sia quello di tipo II che è caratteristico dell’età adulta. I soggetti di tipo A e B sono maggiormente predisposti a sviluppare il diabete di tipo I, caratterizzato da una carenza di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas il cui compito è quello di favorire l’ingresso dello zucchero all’interno delle cellule. La carenza di insulina è dovuta alla distruzione delle cellule Beta. Il diabete di tipo I viene curato con la terapia sostitutiva: poichè la malattia è provocata dalla mancanza di insulina, l’ormone viene somministrato mediante iniezioni. Non esiste nessun’altra possibilità di cura, ma alcuni rimedi naturali possono risultare molto utili. La quercetina, un potente antiossidante, si è dimostrata capace di prevenire molte delle complicazioni che con il passare degli anni possono aggravare il decorso della malattia come, per esempio, la cataratta, le neuropatie e i problemi cardiovascolari. In alcuni casi, un impiego oculato dei rimedi naturali può addirittura ridurre il dosaggio dell’insulina necessaria a mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Nel diabete di tipo II non si ha un deficit della produzione di insulina, bensì un’alterazione delle cellule che compongono i diversi tessuti che diventano insensibili all’azione dell’ormone. Il deficit si sviluppa lentamente nel tempo ed è sostenuto da vari fattori tra i quali vanno annoverati, in prima linea, quelli dietetici. Maggiormente esposti al rischio di sviluppare questa malattia sembrano essere i soggetti di tipo 0 che mangiano latte e latticini, prodotti a base di frumento, e i soggetti di tipo A che consumano in modo eccessivo carni e latticini. Spesso chi è affetto da diabete di tipo II è anche in sovrappeso, ha il colesterolo alto e soffre di ipertensione, tutti segni di cattiva alimentazione e sedentarietà. Il trattamento del diabete di tipo II si basa essenzialmente sull’alimentazione e l’esercizio fisico. L’assunzione di un complesso vitaminico B ad alte dosi può contribuire ad aumentare l’efficienza dell’insulina, ma in questi casi, è bene farsi consigliare da un esperto.

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