Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:40

ASMA E RAFFREDDORE DA FIENO

Le persone di tipo 0 risultano maggiormente esposte al rischio di soffrire di asma e raffreddore da fieno. Una grande varietà di pollini contengono lectine che stimolano il rilascio di istamina, una sostanza che svolge un ruolo centrale nella comparsa dei sintomi allergici: prurito, starnuti, naso chiuso, respiro difficoltoso, tosse, occhi arrossati e lacrimosi. Molte delle lectine contenute nei diversi alimenti, come quella del frumento, reagiscono con le immunoglobuline E (IgE), anticorpi che aderiscono alla superficie di specifiche cellule (principalmente mastociti). Quando una sostanza antigenica si lega a due IgE contigue ancorate alla membrana plasmatica del mastocita, quest’ultimo libera all’esterno sostanze che provocano infiammazione. Attaccandosi alla IgE le lectine si comportano, in effetti, come un antigene, determinano cioè il rilascio di istamina e altre sostanze chimiche chiamate chinine, contenute all’interno della cellula. Tutto questo complesso di reazioni determina gonfiore locale: in questo caso esso colpirà occhi, naso e vie respiratorie. Le persone che soffrono d’asma e raffreddore da fieno possono davvero stare meglio seguendo l’alimentazione adatta al loro gruppo sanguigno. Mentre i soggetti di tipo 0 tendono a sviluppare sintomi allergici in seguito all’esposizione a fattori di tipo ambientale (pollini, sostanze allergizzanti in genere oppure lectine contenute nel frumento), quelli di tipo A risultano più sensibili agli effetti dello stress: è comunque chiaro che mangiando cibi che aumentano la produzione di muco i loro sintomi non potranno che peggiorare. Vanno pertanto banditi i latticini e intensificati tutti gli esercizi utili a ridurre il peso dello stress. Le persone di tipo B risultano abbastanza resistenti nei confronti delle malattie allergiche a meno che non seguano un’alimentazione del tutto scorretta: il mais, per esempio, potrebbe creare dei problemi anche in organismi molto resistenti. I più favoriti sono i soggetti di tipo AB che hanno una scarsa predisposizione a sviluppare malattie allergiche.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:37

ALLERGIE ALIMENTARI

Ritengo che in nessuna branca della medicina si siano accumulate tante falsità in merito alle allergie alimentari. Non a caso, c’è ancora chi sottopone ogni suo paziente a complesse e costose analisi per compilare poi lunghe liste di cibi proibiti perchè causerebbero loro allergie. I miei stessi pazienti hanno la pessima abitudine di definire ogni tipo di reazione negativa collegata al cibo come “allergica”, sebbene nella maggior parte dei casi sarebbe più corretto parlare di “intolleranza”. Se avete difficoltà a digerire il lattosio, cioè lo zucchero contenuto nel latte, non siete allergici a questa sostanza: molto più semplicemente, non la tollerate. La differenza tra queste due condizioni è enorme: un soggetto intollerante al latte spesso può riuscire a berne piccole quantità senza avvertire alcun tipo di disturbo; una persona allergica, invece, si sentirà male anche dopo aver ingerito un solo sorso della bevanda incriminata. Il fatto è che le due reazioni si svolgono in ambiti differenti: la prima interessa il sistema digestivo, la seconda quello immunitario che, debitamente stimolato, produce anticorpi diretti contro l’alimento che scatena l’allergia. La reazione si manifesta con sintomi a volte allarmanti: arrossamenti cutanei, crampi, sudorazione eccessiva e, nelle persone predisposte, crisi asmatiche. Tutto questo succede semplicemente perché l’organismo cerca di liberarsi della sostanza nociva. Visto che in natura non c’è nulla che si adatti perfettamente alle esigenze di un singolo individuo, può succedere che alcuni cibi presenti nella lista siano in grado di scatenare in voi una reazione allergica. In questi casi non c’è che una soluzione: eliminare il responsabile dalla dieta. Il nocciolo della questione è un altro: le lectine sono di gran lunga più pericolose delle allergie alimentari. Esse, infatti, non fanno squillare nessun campanello d’allarme per lungo tempo, ma quando appaiono i disturbi legati alla loro attività agglutinante il danno è ormai fatto. Le persone di tipo A devono evitare accuratamente tutti i cibi che provocano un eccesso di muco poichè quest’ultimo potrebbe far sospettare la presenza di un’allergia che, in effetti, non esiste.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:33

RUOLO DEL GRUPPO SANGUIGNO NELLA PATOGENESI

Molti dei fattori che determinano lo sviluppo delle malattie sono chiaramente influenzati dai diversi gruppi sanguigni. Le persone di tipo A con genitori affetti da malattie cardiovascolari, devono curare la loro alimentazione con particolare attenzione. Il loro sistema digestivo è poco idoneo a digerire bene alimenti come le carni rosse e i grassi saturi, che a lungo andare possono determinare un aumento dei trigliceridi e del colesterolo. Come se non bastasse, i soggetti di tipo A hanno un sistema immunitario molto pigro, e ciò può dar luogo allo sviluppo di un tumore. Le persone di tipo 0 sono invece molto sensibili alle lectine contenute nel frumento. Esse, infatti, possono reagire con la mucosa che tappezza l’intestino provocando infiammazioni più o meno gravi. Se appartenete al gruppo sanguigno 0 e soffrite di morbo di Crohn oppure di una sindrome dell’intestino irritabile, dovete stare alla larga da questo alimento. Qualche problema potrebbe essere causato anche dal sistema immunitario, molto reattivo, ma anche limitato nel suo campo d’azione. Probabilmente quest’ultimo aspetto è dovuto al fatto che i nostri progenitori di tipo 0 dovevano cimentarsi contro germi abbastanza semplici, mentre oggi, questo gruppo sanguigno incontra qualche difficoltà a combattere virus e batteri dotati di strutture molto più complesse. Le persone di tipo B, invece, possono essere preda di virus dall’azione lenta, che minano in modo subdolo le difese dell’organismo e si manifestano a distanza di anni dal contagio con malattie come la sclerosi multipla e altri disturbi neurologici. Le persone di tipo AB tendono ad ammalarsi degli stessi disturbi che colpiscono i soggetti di tipo A. Ovviamente i fattori che separano la salute dalla malattia sono molteplici. Sostenere che il gruppo sanguigno è l’unico fattore determinante sarebbe troppo semplicistico e folle. Se facessimo bere una tazza di arsenico a diversi soggetti tutti morirebbero. Allo stesso modo tutti i soggetti che sono forti fumatori correrebbero il rischio di sviluppare un tumore dei polmoni. Le linee guida illustrate per i diversi gruppi sanguigni non devono, pertanto, essere interpretate come una panacea, bensì come un mezzo per raggiungere il massimo della forma psicofisica.

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:31

PERCHE’ CERTE PERSONE SI AMMALANO E ALTRE NO?

A chi si ammala viene spontaneo chiedersi “perchè proprio io”? A dispetto dei progressi realizzati in campo scientifico, questa domanda resta spesse volte senza risposta. E’ chiaro che certe persone risultano maggiormente esposte al rischio di contrarre determinate malattie in base al proprio gruppo sanguigno. Forse è proprio questa la strada da percorrere per scoprire le cause cellulari dei tanti disturbi che ci affliggono e, ovviamente, per porvi anche rimedio. Da ragazzi avrete sicuramente avuto qualche amico che vi spingeva a fare cose “proibite” come fumare una sigaretta o bere un sorso del whisky di vostro padre. Avete seguito i suoi suggerimenti? Se la risposta è affermativa, vuol dire che eravate predisposti a farvi influenzare dagli altri. La mancanza di resistenza rappresenta un elemento importante non solo nell’acquisizione di cattive abitudini, ma anche della maggior parte delle malattie che ci affliggono. Molti microbi sono capaci di assumere sembianze apparentemente amichevoli per il sistema immunitario di persone appartenenti a certi gruppi sanguigni. In questo modo riescono a passare inosservati e, una volta insediati nell’organismo, assumono il controllo della situazione. Vi siete mai chiesti come mai alcune persone stanno sempre bene, mentre altre non riescono a passare un inverno senza collezionare una sfilza di raffreddori o influenze? La risposta è semplice: le persone che non si ammalano mai spesso seguono, inconsapevolmente, un’alimentazione adatta al proprio gruppo sanguigno che le rende particolarmente resistenti nei confronti delle infezioni!

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:28

DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO

Il succo di calendula è un ottimo disinfettante e cicatrizzante: applicato su qualsiasi ferita ne assicura una rapida guarigione. Meglio però, utilizzare il succo e non la tintura madre che contiene una certa quantità di alcol e può pertanto creare qualche fastidio venendo a contatto con la lesione. Quando la ferita si è cicatrizzata e il chirurgo elimina i punti, l’impiego di una pomata a base di vitamina E contribuirà ad evitare la formazione di cicatrici esuberanti (cheloidi). Molte persone usano una preparazione casalinga ottenuta rompendo una capsula di vitamina E, spalmandone il contenuto sulla ferita. Peccato però, che la vitamina formulata per l’assunzione orale sia del tutto inadatta ad agire sulla cute!

Martedì, 19 Dicembre 2017 13:24

INTERVENTI CHIRURGICI E GRUPPI SANGUIGNI

Ogni intervento chirurgico, per quanto necessario, è uno choc per l’organismo e non va quindi trascurato, neppure se si tratta di un’operazione poco importante. Per affrontarlo nel migliore dei modi bisogna rinforzare il sistema immunitario. Le vitamine A e C guariscono la ferita chirurgica più in fretta e limitano la formazione di tessuto cicatriziale. Iniziate la cura preventiva assumendo le due vitamine quattro o cinque giorni prima dell’intervento e proseguitela per almeno una settimana, nel periodo post-operatorio. Le persone che hanno seguito queste raccomandazioni e i chirurghi che li hanno operati sono rimasti stupefatti dalla rapidità della guarigione. Dal momento che le vitamine vanno assunte a dosaggi abbastanza elevati, non dimenticate di consultare un professionista prima di iniziare il trattamento.

CONSIGLI PER IL TIPO 0

Le persone di tipo 0 spesso vanno incontro a cospicue perdite di sangue nel corso di interventi chirurgici anche poco impegnativi. Prima dell’operazione è bene accertarsi di assumere una giusta quantità di vitamina K, sostanza indispensabile per la coagulazione del sangue. Un’ottima idea è quella di aumentare il consumo di alimenti che ne sono ricchi come, per esempio, verza, cavolo verde, spinaci, alghe, tuorlo d’uovo. Per rinvigorire le funzioni immunitarie, le persone di tipo 0 dovrebbero aiutarsi con l’esercizio fisico: in questo modo l’organismo riuscirà a superare con maggiore efficienza e rapidità lo stress operatorio.

CONSIGLI PER IL TIPO B

Le persone di tipo B hanno un fisico che reagisce molto bene agli interventi chirurgici. Non essendoci nulla che non possa essere migliorato, consiglio anche a loro l’integrazione con vitamine A e C. I soggetti affetti da malattie debilitanti dovrebbero preoccuparsi di mantenere in forma il sistema immunitario utilizzando infusi di erbe prima dell’operazione. Ottime, a questo scopo, la bardana e l’echinacea: due o tre tazze d’infuso al giorno per qualche settimana hanno effetti davvero sorprendenti.

CONSIGLI PER IL TIPO A E AB

Le persone di tipo A e AB hanno la tendenza a sviluppare infezioni batteriche dopo l’intervento chirurgico. (Non si tratta di un passaggio obbligato, bensì una situazione molto frequente in questi soggetti). In ogni caso, un’infezione post-operatoria determina un prolungamento dei tempi di ricovero, impone il ricorso agli antibiotici e rallenta la guarigione. Ecco perché è importante imparare a sfruttare nel modo migliore tutti gli accorgimenti che possono rinforzare il sistema immunitario. Oltre alle vitamine A e C, consiglio di assumere, una o due settimane prima dell’intervento, un integratore a base di vitamina B12, acido folico e ferro. In questo caso l’alimentazione, per quanto sana ed equilibrata, non riesce a fornire all’organismo la quantità di vitamine e minerali che gli occorrono per superare senza problemi l’intervento chirurgico. Per stimolare al massimo i meccanismi di difesa si possono utilizzare gli infusi di bardana ed echinacea: bevetene due o tre tazze al giorno per qualche settimana. Un altro rischio è rappresentato dallo stress psicofisico conseguente al trauma chirurgico. Per evitarlo o minimizzarlo, è consigliabile adottare tecniche di rilassamento come il training autogeno o la meditazione.

I malesseri più comuni e ricorrenti, dal mal di testa ai dolori articolari o all’indigestione, possono essere affrontati con successo utilizzando farmaci acquistabili senza bisogno di presentare la ricetta medica. Nella maggior parte dei casi, però, esistono alternative naturali dotate di un’efficacia simile, se non addirittura superiore. Bisogna anche tener conto dei potenziali pericoli legati a un uso indiscriminato di questi farmaci di automedicazione.

- L’acido acetilsalicilico è dotato di proprietà antiaggreganti che possono creare dei problemi nelle persone di tipo 0 il cui sangue è già naturalmente più fluido della norma. In più i farmaci che contengono questo principio attivo (antinfluenzali, antidolorifici) possono mascherare sintomi che indicano la presenza di un’infezione o di altre malattie.

- Gli antistaminici utilizzati per curare i disturbi allergici possono aumentare la pressione arteriosa, provocare sonnolenza e ingrossamento della prostata.

- L’abuso di lassativi spesso causano stipsi e risultano particolarmente dannosi per le persone affette dal morbo di Crohn, una malattia che predilige i soggetti di tipo 0.

- I farmaci contro la tosse, il mal di gola e i disturbi bronchiali possono alzare la pressione arteriosa e provocare sonnolenza e capogiri.

Non voglio affatto negare l’utilità di questi farmaci, ma sottolineare l’importanza di assumerli in modo corretto, cioè quando realmente occorrono. Quando soffrite di mal di testa, crampi o altri piccoli disturbi, cercate innanzi tutto di scoprire cosa può averli provocati. Spesso, i maggiori imputati sono proprio l’alimentazione e lo stress. Il procedimento da adottare è semplice. Incominciate a rispondere alle seguenti domande:

1. E’ possibile che il mio mal di testa sia legato a un’eccessiva tensione fisica o psichica?

2. Il mal di stomaco che mi tormenta può essere dovuto a cibi indigesti oppure inadatti al mio gruppo sanguigno?

3. La mia sinusite può essere legata alla brutta abitudine di mangiare cibi che provocano un aumento della produzione di muco oppure una liberazione di istamina nell’organismo (come, per esempio, il frumento per il tipo 0)?

4. La mia bronchite può essere dovuta alla presenza di un eccesso di muco nelle vie respiratorie?

5. Il mio mal di denti è provocato da un’infezione che richiede veramente l’uso di antibiotici?

6. I miei disturbi intestinali (stipsi o diarrea) possono essere la conseguenza di un abuso cronico di lassativi?

Non tutte le malattie possono essere affrontate in modo autonomo, anzi, bisogna imparare a rivolgersi ad un professionista al momento giusto, cioè quando i sintomi sono particolarmente fastidiosi o duraturi. Dolore, stanchezza, tosse, febbre, disturbi gastrici e intestinali possono essere campanelli d’allarme che indicano la presenza di problemi ben più seri di un banale malessere. Utilizzando farmaci o integratori senza consultare un professionista, il più delle volte si rischia di attenuare o eliminare il sintomo senza però arrivare alla radice del problema. I disturbi occasionali, invece, possono essere affrontati egregiamente con rimedi naturali, disponibili in erboristeria o farmacia in varie formulazioni: tinture, estratti, polveri, capsule e infusi. Per sfruttare al meglio le proprietà dell’infuso a base di erbe medicinali, fate bollire un pò d’acqua e lasciate in infusione le erbe per almeno cinque minuti, e poi filtrate. Qui di seguito troverete una serie di disturbi molto comuni accompagnati dai rimedi naturali più efficaci e da annotazioni che riguardano la loro affinità con i diversi gruppi sanguigni.

MAL DI TESTA (partenio, camomilla, corteccia di salice bianco, damiana, valeriana). La damiana è da evitare per i soggetti di tipo 0.

SINUSITE (fieno greco, timo). Il fieno greco è da evitare per i soggetti di tipo B e AB.

ARTRITE (alfalfa, calcio, impacchi di infuso di rosmarino). L’alfalfa è da evitare per i soggetti di tipo 0.

OTITE (gocce auricolari di aglio e olio d’oliva).

MAL DI DENTI (massaggio gengivale con aglio tritato o con chiodi di garofano).

BRUCIORI DI STOMACO, DIGESTIONE DIFFICILE (bromelina, genziana, idraste, menta piperita, zenzero).

CRAMPI ADDOMINALI, FLATULENZA (infuso di camomilla, infuso di finocchio, infuso di menta piperita, probiotici a base di bifidobatteri, zenzero).

NAUSEA (infuso di radice di liquirizia, pepe di Cayenna, zenzero). Il pepe di Cayenna è da evitare per i soggetti di tipo A.

INFLUENZA (aglio, corteccia di larice, echinacea, idraste, infuso di rosa canina).

FEBBRE (partenio, corteccia di salice bianco, verbena).

TOSSE (marrubio, tiglio). Il tiglio è da evitare per i soggetti di tipo B.

MAL DI GOLA (gargarismi con infuso di fieno greco, gargarismi con infuso di radice di idraste e salvia). Il fieno greco è da evitare per i soggetti di tipo B.

BRONCHITE (infuso di liquirizia, ortica, verbasco, verbena). Il verbasco è da evitare per i soggetti di tipo B.

STITICHEZZA (corteccia di larice, olmo, fibra alimentare*, psillio).

DIARREA (bacche di sambuco, foglia di lampone, integratori a base di lactobacillus acidophilus, mirtilli).

 

*Le fibre alimentari sono contenute in numerose varietà di frutta, verdura, cereali e legumi.

19-12-2017

I datteri sono un frutto eccezionale, altamente digeribile e utile a ridurre il senso di fame. Viste tutte le sostanze nutritive in essi contenute, possiamo dire che questo frutto è da considerarsi alla stregua di un multivitaminico, utile per piccoli e grandi. Non contengono colesterolo, sono poveri di grassi e costituiscono un’ottima fonte di vitamine, fibre e minerali. Inoltre, sono utili nel trattamento di diversi disturbi, come problemi intestinali e anemie.

DATTERI CONTRO LA MANCANZA DI FERRO

Come accennato prima, i datteri contengono un eccezionale quantitativo di ferro, per questo diventano un frutto indispensabile per chi soffre di anemia.

UTILI PER LA SALUTE DEGLI OCCHI

I datteri contengono luteina e zeaxantina, sostanze spesso definite “vitamine per gli occhi”. La luteina in particolare è importante per la retina dell’occhio, perché previene la degenerazione maculare, il glaucoma e la cataratta.

PER COMBATTERE LA STIPSI

Questo frutto aiuta a combattere i problemi intestinali, regolarizzando la motilità. Aiuta a digerire il cibo più velocemente e favorisce l’espulsione delle tossine dal corpo. Un possibile rimedio per combattere la stipsi è lasciare un paio di datteri in ammollo in un bicchiere d’acqua per tutta la notte e bere poi il contenuto del bicchiere la mattina seguente. Il succo rilasciato nel liquido è un ottimo lassativo e aiuterà il vostro intestino a lavorare meglio.

PER REGOLARE IL PESO

Grazie soprattutto alle fibre contenute al loro interno, i datteri aiutano a mantenere il senso di sazietà più a lungo, favorendo il processo di perdita di peso. Mangiati a stomaco vuoto, ad esempio, aiutano anche a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Possono essere uno spuntino salutare, soprattutto se si fa attenzione a evitare i prodotti che contengono additivi artificiali e sciroppo di glucosio. Sempre senza esagerare però!

RAFFORZANO IL CUORE

Questo alimento contiene una buona fonte di potassio ed è allo stesso tempo povero di sodio. Ciò rende i datteri utili per favorire il buon funzionamento del cuore e della circolazione del sangue.

RIDUCE LA PRESSIONE SANGUIGNA

Come ho appena detto, questi frutti contengono piccole quantità di sodio, ma sono ricchi di minerali utili a regolare la pressione sanguigna. Una porzione composta da 5-6 datteri contiene circa 80 mg di magnesio, essenziale al funzionamento dei vasi sanguigni. L’utilità del magnesio nella cura dell’ipertensione è confermata anche da alcune ricerche.

FONTE IMMEDIATA DI ENERGIA

I datteri contengono buone riserve di zuccheri naturali. Quando si è molto affaticati, il nostro corpo sente l’esigenza di consumare cibi zuccherati. La scelta più sana, ricade proprio sui datteri che, pur essendo molto dolci, hanno un basso indice glicemico, che consente il lento rilascio degli zuccheri, mantenendo i livelli di energia costanti.

AFRODISIACO NATURALE

Secondo la tradizione indiana, i datteri sarebbero un ottimo rimedio afrodisiaco. Basta immergere una manciata di questi frutti nel latte di capra per tutta la notte. Il mattino successivo, il contenuto del bicchiere deve essere frullato e bevuto, aggiungendo un pò di miele e semi di cardamomo. Il latte di capra, per chi è curioso di provare, può essere sostituito con della bevanda vegetale.

I datteri possono essere un ottimo sostituto dello zucchero, basta ammorbidirli in acqua, frullarli e usarli per dolcificare bevande naturali e cibi. L’importante è sempre scegliere prodotti di provenienza biologica, essiccati al sole e non trattati con sostanze industriali.

19-12-2017

Chi soffre di artrite deve assolutamente evitare l’utilizzo di farmaci a base di paracetamolo (o acetaminofene; N-acetil-p-aminofenolo) pena, il rischio di andare incontro a insufficienza cardiaca e ictus. Queste le indicazioni suggerite dall’healthcare watchdog. Secondo l’ente sanitario di vigilanza britannico esistono diversi studi che rivelerebbero come l’utilizzo del paracetamolo sia pericoloso. Una situazione allarmante, data soprattutto l’ampia diffusione della sostanza, per la quale anche il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha deciso di scendere in campo ed esaminare la questione. Sembra, infatti, che stia già lavorando per proporre nuove linee guida volte alla riduzione dell’uso di questo medicinale. Si legge, infatti, nei quotidiani inglesi che: “L’artrite affligge più di 10 milioni di persone nel Regno Unito e provoca dolore paralizzante nelle articolazioni. I medici hanno utilizzato di routine il paracetamolo come un modo economico ed efficace per trattare la condizione”.
Gli studi condotti fino adesso metterebbero però in dubbio la sicurezza di questo farmaco, così come segnalato dall’Healtcare Watchdog. Tra le ultime ricerche volte in questa direzione, possiamo citare, ad esempio, una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group nella quale “si sostiene che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e proprio per questo consuma le scorte del nostro più potente antiossidante che è il glutatione”. La mancanza o la carenza di glutatione determinerebbe non solo l’invecchiamento precoce, ma danni ben più gravi come l’insorgenza di malattie degenerative e il pericolo di diventare soggetti maggiormente a rischio di malattie pericolose come il cancro. Ma non finisce qui, sulla stessa rivista, la Clinical & Experimental Allergy, è pubblicato un altro studio in cui si afferma come l’uso di paracetamolo nei bambini, o addirittura nell’ultima fase della gestazione, possa promuovere l’insorgere di allergie e asma. E pensare che il paracetamolo è, in genere, considerato come uno dei farmaci più sicuri presenti in commercio. Le evidenze, però, suggeriscono invece che questo medicinale non sia così sicuro come sembri, fermo restando, comunque, che gli scienziati che hanno trattato questo argomento stiano ancora lavorando per accertare le evidenze derivanti dai loro studi.

 

http://www.express.co.uk/life-style/health/422671/Arthritis-suffers-easing-pain-with-paracetomal-risk-heart-failure-and-strokes

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15649261

19-12-2017

Respirare lentamente può ridurre lo stress e diffondere un senso di calma, viceversa se lo si fa in maniera rapida, la tensione tende a salire. Chi pratica yoga, sa ad esempio che ci si può calmare attraverso la respirazione. Un bel respiro profondo e tutto passa, la mente si calma, il battito cardiaco diventa regolare e possiamo ricominciare a sorridere alla vita. La respirazione profonda è, infatti, un antidoto perfetto per quando ci si sente stressati, agitati e sotto pressione. Di momenti come questi, in una giornata ce ne sono tanti. Basta un litigio sul posto di lavoro, un battibecco con il proprio partner o in famiglia, per far proliferare una sensazione di malessere generale. Quando percepiamo che il nostro respiro è veloce e affannato fermiamoci un attimo. Poggiamo delicatamente una mano sul nostro ventre e pensiamo che l’aria che entra attraverso il nostro naso deve raggiungere la pancia e sollevare leggermente la nostra mano. Lo yoga ci viene in aiuto fornendoci un utile rimedio per calmarci istantaneamente.
Che la giusta respirazione possa fare dei miracoli lo dimostra anche uno studio pubblicato su Science dai ricercatori della Stanford University School of Medicine. Esiste, infatti, un gruppo di neuroni che collega la respirazione agli stati d’animo ed è responsabile della calma. Si trova nella profondità del tronco cerebrale, in una zona scoperta nel 1991 chiamata complesso di pre-Bötzinger. È proprio qui, che secondo gli scienziati, si sviluppano rilassamento, attenzione, ansia, eccitazione. Questa sorta di “pacemaker respiratorio” ha a che fare con molti tipi diversi di respiro associati a diverse emozioni: regolare, rilassato, eccitato, ansimante, singhiozzante, sospirante. Partendo dal presupposto che questi gruppi determinassero differenti stati d’animo legati alla respirazione, gli scienziati hanno individuato 60 sottotipi neuronali, ognuno artefice di un ritmo respiratorio diverso, e quindi di emozioni differenti. Non solo, ricordiamo che la respirazione profonda ha altri benefici, come ad esempio quello di aiutare a modificare la propria postura, ritrovare il sorriso, alleviare il dolore ma anche favorire la circolazione sanguigna. In generale, esistono tanti modi per migliorare la propria salute respirando. Non a caso, quando siamo agitati la prima cosa che ci si dice è: “Fai un bel respiro profondo”.

 

http://science.sciencemag.org/content/355/6332/1411

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