Angelo Ortisi
IL TRIONFO DELLA MEDICINA.
15-03-2019
È un bellissimo, vecchio film francese interpretato dal grande Adolphe Menjou, in cui l'attore fa la parte di un giovane dottore che va a sostituire l'anziano medico condotto in un paesino di campagna. Al suo arrivo il titolare della condotta gli spiega che in quel punto avrà poco da fare e potrà guadagnare pochissimi soldi. "Sono tutti contadini, tutti sani, stanno nei campi dalla mattina alla sera all'aria aperta, mangiano solo roba coltivata da loro, bevono vino buono. Quindi: tutti sani come tori, e ambulatorio deserto". Menjou guarda l'anziano dottore e gli dice: "è lei che non sa fare il medico. Scommetto che entro sei mesi sono quasi tutti a letto". E comincia il suo lento lavoro. In pratica si siede all'osteria del paese e comincia a seminare dubbi: "sono molti anni che non fa dare un'occhiata al suo fegato? La vedo molto rosso in viso. È sicuro che quella macchia sulla pelle sia lì dalla nascita? Mi sembra molto recente. Le capita mai di sentire la testa che gira un pò? Magari alla mattina? Ieri ho visto sua figlia attraversare la strada: mi è sembrato che avesse le gambe un pò grosse. Mangia molta carne"? E così via. Poco a poco l'ambulatorio, prima deserto, si riempie di contadini pieni di ansie per la propria salute. Il film termina con una visione notturna della valle, in cui si vedono tutte le case (nessuna esclusa) con almeno una finestra illuminata. Sono i congiunti che vegliano il loro malato. Ogni famiglia adesso ha almeno un malato in casa. Questo è il trionfo della medicina!
PROPRIETA' CURATIVE DELLE LENTICCHIE.
14-03-2019
Le lenticchie sono uno degli alimenti che l’umanità coltiva da tempi molto remoti: in Palestina e in Egitto esistono testimonianze che ne attestano l’uso già ai tempi dei patriarchi biblici. Anche oggi, le lenticchie ricoprono un ruolo importante nell’alimentazione umana. In India, la sussistenza di centinaia di milioni di abitanti dipende proprio dalle lenticchie, che sono una preziosa fonte di proteine e di ferro (per molti versi superiore agli alimenti di origine animale), importantissima per gli Indù, che sono, per la maggioranza, vegetariani.
Le lenticchie sono un alimento molto concentrato (contengono solo l’11,2% di acqua) e molto energetico, infatti forniscono 338 kcal/100 g. La maggior parte di queste calorie proviene dalle proteine e dai carboidrati, che contengono pochissimi grassi (meno dell’1%). 100 grammi di lenticchie crude forniscono una buona percentuale di sostanze nutritive: proteine (53%), fibre (122%), vitamina B1 (32%), vitamina B6 (27%), folati (216%), magnesio (31%), ferro (90%), potassio (45%), zinco (24%) e rame (57%). Tutto questo in un solo piatto di lenticchie, di cui già la Bibbia attestava l straordinario potere nutritivo: così, per esempio, viene narrato che Esaù vendette la sua primogenitura al fratello Giacobbe, il patriarca biblico, in cambio di questo alimento così nutriente. Tuttavia, pur essendo ricchissime di alcune sostanze, le lenticchie sono parzialmente o totalmente deficitarie di altre, e in particolare di:
- acidi grassi polinsaturi, perché contengono pochissimi grassi, di qualsiasi tipo;
- provitamina A, vitamine C ed E;
- calcio;
- vitamina B12 (proprio come tutti i vegetali).
Le lenticchie sono dunque un alimento notevolmente energetico e ricco di numerose sostanze nutritive. Tuttavia queste ultime necessitano di essere combinate con altri alimenti vegetali, capaci di integrare le loro carenze e aumentarne così il valore nutritivo. Per esempio, il limone (che fornisce vitamina C e aumenta l’assorbimento del ferro delle lenticchie); i cereali (ricchi dell’aminoacido essenziale metionina, di cui le lenticchie e i legumi in generale sono carenti); cavoli e spinaci (sono ricchi di calcio), e carote (apportano provitamina A che manca nelle lenticchie). Le lenticchie sono consigliate specialmente nei seguenti casi:
ANEMIA
Sono un’ottima fonte di ferro in quanto forniscono 9 mg/100 g, e cioè una quantità assai superiore a quella della carne (circa 2 mg/100 g) e delle uova (1,44 mg/100 g). Ma il ferro delle lenticchie è ovviamente non-eme (a differenza di quello della carne, che è invece un ferro eme), perciò il suo indice di assorbimento oscilla tra il 10 e il 15%, contro quello della carne, che arriva fino al 25%. Per aumentare in modo significativo l’assorbimento del ferro non-eme dei vegetali, è pertanto sufficiente mangiare le lenticchie insieme ad altri alimenti vegetali ricchi di vitamina C. La deficienza di ferro o lo scarso assorbimento di quello presente negli alimenti costituiscono la principale causa dell’anemia. Per questo, le lenticchie, combinate insieme ad altri alimenti ricchi di vitamina C, come ad esempio il limone, le patate o alcuni frutti, sono un alimento ideale in caso di anemia dovuta a carenza di ferro. Oltre al ferro, le lenticchie apportano grandi quantità di altre sostanze nutritive, che contribuiscono ad aumentare la produzione di emazie (globuli rossi): i folati (un fattore vitaminico del gruppo B e il rame (un oligoelemento).
STITICHEZZA
La grande ricchezza di fibre delle lenticchie, addirittura eccessiva per chiunque abbia un intestino particolarmente sensibile, stimola notevolmente la peristalsi intestinale. Un esperimento compiuto nell’Università di Saskatchewan (Canada) ha dimostrato infatti che mangiare un piatto al giorno di lenticchie fa aumentare il volume delle feci del 45%, rendendole meno due e secche. L’aumento del volume delle feci significa facilitare la peristalsi intestinale e la defecazione.
DIABETE
Le lenticchie sono ricchissime di carboidrati, che liberano lentamente le loro molecole di glucosio nell’intestino e non provocano un brusco aumento del livello di zuccheri nel sangue. Una volta erano proibite ai diabetici, ma oggi sono consigliate per la loro dieta, come tutti i legumi.
AUMENTO DEL COLESTEROLO
Le lenticchie sono adatte per chi vuole ridurre il livello di colesterolo perché, attraverso le feci, eliminano il colesterolo contenuto negli altri alimenti.
GRAVIDANZA
L’assunzione di lenticchie è particolarmente indicata (tanto che dovrebbero essere consumate almeno due volte alla settimana) per diversi motivi, a cominciare dalla grande ricchezza di ferro, che combatte l’anemia della gravidanza, in secondo luogo per le fibre, che facilitano e favoriscono l’evacuazione e, infine, per la grande quantità di folati, che sono in grado di prevenire possibili malformazioni del sistema nervoso del feto.
EFSA: PIU' DANNOSA CHE INUTILE.
14-03-2019
Dice qualcuno: è l’ente più inutile del mondo. Magari fosse solo inutile! Il guaio è che l’EFSA, l’autority alimentare europea, è anche dannosa! “Becchina del prodotto tipico”, l’ha definita più o meno la scienziata indiana Vandana Shiva, di passaggio a Parma. Decretando sempre e comunque la salubrità del prodotto industriale e fissando standard fasulli di sicurezza, non solo fa trionfare sulla nostra tavola probabili veleni (con relativi effetti sull’aumento di obesità, diabete, cancro e malattie cardiovascolari), ma infligge il colpo di grazia al già moribondo prodotto “locale”, frutto della memoria storica, della coscienza popolare di un territorio, della sua creatività, che fatica a rientrare in tali standard. Esso si produce in tempi lunghi e lenti, senza automatismi, con scarti notevoli e con meno possibilità di frodi e manipolazioni.
Ma ormai snobbato dalle massaie che gli preferiscono il cibo “industriale” (fra l’altro quasi tutto appannaggio in Italia delle multinazionali estere, dalla Unilever alla Kratf, dalla Danone alla Nestlè) che arriva al supermercato carico della fama pubblicitaria, del fascino della sua confezione accattivante (sulla quale spesso si fa uno spreco del tutto ingiustificato dei suffissi “eco” o “bio”), del prezzo apparentemente invitante (in realtà un cibo carissimo per i danni che provoca all’ambiente, agli agricoltori malpagati e alla salute di tutti) e dell’immancabile viatico dell’EFSA.
Ma ecco un elenco sommario delle “perle” marcate EFSA tratto dal libro “Così ci uccidono " di Emiliano Fittipaldi, a riprova della sua più che probabile sudditanza agli interessi di pochi grandi gruppi, come denunciano da tempo i soliti “disfattisti” (tra gli altri, quelli di Legambiente e l’eurodeputato francese Jovè). Nel 2007, appena un magistrato buontempone fece un’indagine su alcune confezioni di latte per l'infanzia di Milupa e Nestlè ove si riscontrarono la presenza dell'ITX, una vernice tossica usata sulle confezioni per fissare l’inchiostro delle etichette, intervennero gli scienziati dell’EFSA: “Niente paura, l’ITX non interagisce con il DNA delle cellule dei bimbi“. Il giudice archiviò, sia pur con qualche dubbio: “La perizia non ha escluso la tossicità in caso di assunzione per lunghi periodi”. Ai bambini che hanno bevuto quel latte ed ai loro genitori non resta che incrociare le dita. Sempre nel 2007 l'EFSA dà via libera ad additivi come la tartrazina (E102), un colorante giallo al catrame di carbon fossile che viene aggiunto a bevande, zuppe, cereali ecc., vietato in Svizzera e altrove perché accusato di provocare allergie, asma e riniti.
O come l’eritrosina, usata nelle ciliegie candite, vietatissima in USA. O come il nitrito di sodio (sospettato di creare problemi al fegato e all’apparato cardiocircolatorio) bandito all’estero, ma non nei 27 paesi dell’Unione europea. "Non ci sono prove per vietare gli additivi sospetti", s'affrettano a dichiarare gli scienziati dell'Authority. Così per l'aspartame, un dolcificante artificiale assai diffuso: per gli scienziati della fondazione Ramazzini è un temibile killer, un agente cancerogeno pluripotenziale, capace di far sviluppare linfomi, leucemie, carcinomi renali e dell’uretra; per quelli dell'EFSA, manco a dirlo, non fa male a nessuno: “le conclusioni allarmistiche sono frutto di confusione e difetti di interpretazione”.
Nel 2008 scoppia il caso della carne irlandese alla diossina (novanta partite per un totale di duecento tonnellate di carne di maiale che si teme contaminate dalla diossina tramite il mangime). Interviene l'EFSA: "Nessuna conseguenza sulla salute per chi avesse mangiato quella carne durante tutto il periodo dell'emergenza". Ma allora perché è stata decretata l'emergenza, sguinzagliati migliaia di uomini sulle tracce di quelle partite di carne, sequestrati migliaia di pezzi in tutta Europa? Boh! Ultimissime dall’EFSA: la promozione a pieni voti sia di tutta una classe di additivi alimentari sospetti a base di fosfati, usati come addensanti e stabilizzanti, in quanto “i test tossicologici, nonché quelli di rischio allergie, su questo «nuovo ingrediente» alimentare non hanno evidenziato conseguenze negative anche in caso di frequente utilizzo“; sia del bisfenolo A (una sostanza chimica largamente utilizzata per produrre, tra le altre cose, i biberon, classificata come perturbatore endocrino e sospettata di nuocere allo sviluppo dei neonati, soprattutto se i biberon vengono riscaldati, come si usa, e per questo vietata in alcuni Paesi come Danimarca, Francia Canada e parecchi stati USA), definito invece dall’EFSA, tanto per cambiare, “sicuro in piccole dosi”. Tutto questo mentre i sequestri da parte delle forze dell'ordine di alimenti scaduti, avariati, adulterati, contaminati aumentano a dismisura. In queste condizioni ogni prodotto che ci viene ammannito può essere una “mostruosità gastronomica”, non certo solo gli esotici “salami cinesi” o “spaghetti di soia giapponesi”, come vuol farci credere qualcuno. Ma forse c’è qualcosa di buono in tutto questo: gli ottimistici bollettini EFSA, per chi ci crede, possono rappresentare un’ottima medicina contro eventuali attacchi di ipocondria.
COMBATTERE LE RUGHE CON I PEPERONI.
13-03-2019
Lo sapevate che i peperoni sono dei preziosi alleati della bellezza? Già, infatti sono utilissimi per contrastare la nascita delle rughe e per aiutare la pelle a mantenersi giovane, evitando così l’invecchiamento precoce. I peperoni contengono tantissime vitamine come la C, la A e la K, che sono davvero fondamentali per la salute e per la bellezza. Seppur sia quelli verdi, che quelli gialli, che quelli rossi le contengono, quelli più nutrienti sotto tutti i punti di vista, sembrano essere quelli rossi. Infatti i peperoni rossi contengono carotenoidi, proprio come la zucca e le carote che risultano verdure complementari in qualsiasi dieta. Le cellule della pelle, inserendo queste verdure nella propria alimentazione, sono protette dall’ossidazione che viene causata dai radicali liberi, contribuendo a dare al volto un aspetto sano e giovane, senza evidenziare i segni del trascorrere del tempo. I peperoni rossi addirittura rientrano tra i sei migliori alimenti antiossidanti in assoluto. Per farvi capire quanto siano importanti, basta pensare che quotidianamente questi tipi di alimenti devono essere consumati per circa 3.000 unità per poter avere effetti benefici sulla pelle e sulla salute. Sapete un peperone quante ne ha di unità? Quasi 2.500! Praticamente da solo riesce quasi a coprire il quantitativo previsto. Inoltre, la presenza di vitamina C e di licopene fanno sì che la pelle appaia fresca e liscia, non frastagliata e rovinata, grazie alla creazione del collagene, che si produce appunto perchè stimolato dai due preziosi componenti. Un’alimentazione corretta risulta essere sempre l’arma migliore per la salute non solo per il proprio corpo, ma anche per la propria pelle e per il proprio aspetto fisico. A volte basta davvero poco, scegliendo gli alimenti giusti da consumare, per avere dei veri e propri elisir di bellezza capaci di scaturire da ciò che meno ci aspettiamo. Come ad esempio nel caso dei peperoni, lo avreste mai detto?
LE PRUGNE SONO EFFICACI NEL COMBATTERE LA STITICHEZZA.
13-03-2019
L'azione combinata della pectina e della sostanza che stimola i movimenti intestinali fa delle prugne un lassativo blando, ma efficace. Infatti, a differenza delle fibre non solubili, come ad esempio quelle della crusca, le fibre solubili delle prugne sono emollienti e proteggono le pareti intestinali.
Uno studio compiuto nell'Università di California ha rivelato che 12 prugne secche al giorno (circa 100 g) aumentano di circa il 20% il peso delle feci, rendendole più morbide e fluide. L'uso regolare di prugne (fresche in estate e secche durante il resto dell'anno), combatte l'atonia intestinale e contribuisce a regolare l'intestino. Le prugne secche sono più ricche di pectina e di altri principi attivi, ma anche quelle fresche sono efficaci.
Le prugne sono un lassativo non irritante e si possono prendere senza pericolo per lunghi periodi di tempo (mesi e anche anni), cosa che invece non si può fare con altri tipi di lassativi. I bambini e gli anziani tollerano molto bene le prugne, un lassativo indicato in caso di stitichezza infantile o della terza età.
LIMONE: IL FRUTTO CHE RIGENERA L’ORGANISMO E COMBATTE DIVERSE PATOLOGIE.
12-03-2019
Nel XII secolo, gli Arabi introdussero il limone in Europa; inizialmente fu coltivato nelle regioni sud-orientali della Penisola iberica, tant’è vero che nella regione di Murcia (Spagna) si producono i limoni più aromatici e succosi di tutti quelli coltivati nei paesi mediterranei. Il limone, come gli altri agrumi, proviene dall’Asia centrale. Dopo essere stato impiantato in Europa, nel XVI secolo gli esploratori spagnoli lo introdussero nel contenete americano. Oggi viene coltivato nelle regioni a clima temperato di tutto il mondo. Il limone tollera male il caldo o il freddo intensi, ma ha bisogno di alcune notti fredde per cambiare il suo colore dal verde al giallo brillante: per questa ragione i limoni delle regioni tropicali sono verdi, come accade anche per le arance e gli altri agrumi.
Il limone è ricchissimo di vitamina C e ne contiene una quantità simile o leggermente inferiore rispetto all’arancia. E’ praticamente privo di proteine e di grassi e la sua percentuale di carboidrati è dell’8,25%. I componenti più interessanti del limone, dal punto di vista dietoterapico, sono ovviamente quelli non nutritivi, i cosiddetti elementi fitochimici. Si tratta di sostanze povere di calorie, che non sono né vitamine, né sali minerali e che quindi non possono essere qualificate come sostanze nutritive. La recente scoperta di queste sostanze non nutritive negli alimenti e dei loro notevoli effetti per ciò che riguarda la prevenzione del cancro e di altre malattie costituisce uno dei più grandi progressi della scienza della nutrizione. Il limone e, in quantità minore, gli altri agrumi contengono i seguenti componenti non nutritivi:
1. ACIDI ORGANICI: soprattutto l’acido citrico e, in quantità minore, gli acidi malico, acetico e formico. Questi acidi potenziano l’azione dell’acido ascorbico o vitamina C ed esercitano inoltre un notevole effetto antisettico.
2. FLAVONOIDI: in particolare l’esperidina e la diosmina che si trovano soprattutto nella buccia e nella polpa. Esercitano molte azioni fisiologiche, tra cui:
- Azione antiossidante, perché potenziano la vitamina C. neutralizzano i radicali liberi e prevengono le conseguenze dell’ossidazione delle nostre cellule, principale meccanismo dell’invecchiamento.
- Azione capillaro-protettrice: rinforzano la stabilità dei capillari e migliorano la circolazione venosa. Prevengono l’insorgere di edemi e di trombosi.
- Azione anticancerogena: i flavonoidi neutralizzano molte delle sostanze che continuamente minacciano le nostre cellule.
3. TERPENI: sono le sostanze che conferiscono il tipico odore degli agrumi e si trovano soprattutto nella buccia. Il più importante è il d-limonene, dalla provata azione disintossicante e anticancerogena.
Il limone agisce soprattutto sull’organismo, ma le sue applicazioni medicinali derivano specialmente dai suoi effetti sul sangue:
- antianemico: in piccole dosi aumenta l’assorbimento del ferro;
- fluidificante: previene la trombosi;
- depurativo: facilita l’eliminazione delle sostanze tossiche del sangue.
Per tali motivi, il limone può essere indicato nelle seguenti patologie:
ANEMIA
Chi soffre di anemia ferropriva dovrebbe consumare limone, ma solo in piccole dosi. Infatti, questo frutto, pur essendo povero di ferro, è in grado di aumentarne l’assorbimento, specie se si considera il ferro contenuto negli alimenti vegetali. Questo effetto del limone è prodotto soprattutto dalla vitamina C ed è notevolmente potenziato dai componenti non nutritivi del limone (per esempio, gli acidi organici). Il limone contiene anche una considerevole quantità di acido folico, che contribuisce a produrre sangue e svolge molte altre funzioni protettrici, specialmente nelle donne, durante la gravidanza.
DISTURBI CIRCOLATORI
L’esperidina e gli altri flavonoidi del limone rinforzano le pareti dei vasi capillari, conferiscono maggiore elasticità alle arterie e combattono la tendenza del sangue a coagularsi e a formare trombi. Il limone è molto consigliato in caso di arteriosclerosi, tendenza alla trombosi, edemi e quando si vuole fluidificare il sangue o migliorare le funzioni circolatorie. Non esistono prove scientifiche che il limone, grazie alla sua acidità, sia capace di sciogliere i depositi di calcare che si formano nelle arterie in caso di arteriosclerosi, ma è dimostrato che la cura a base di limoni migliora la circolazione arteriosa, perché aumenta il flusso di sangue nelle arterie. Il limone è indicato anche per gli ipertesi, perché esercita sulle arterie un’azione benefica e ha un blando effetto diuretico e disintossicante.
ECCESSO DI ACIDO URICO
Il limone è un eccellente eliminatore di acido urico, sostanza di rifiuto che il nostro organismo produce continuamente e che deve essere eliminata con l’urina. L’acido urico in eccesso si deposita nelle articolazioni, provocando artrite e dolori reumatici, e nei reni, provocando nefrite (infiammazione). Il limone alcalinizza il sangue, facilitando così l’eliminazione, con l’urina, delle sostanze tossiche di rifiuto che il nostro organismo produce ogni giorno. Queste, come per esempio l’acido urico, sono sostanze acide, e ciò spiega il detto secondo cui il limone “ripulisce il sangue”.
CALCOLI RENALI
La cura di limone è molto efficace per favorire lo scioglimento dei calcoli renali, specialmente se sono formati da sali urici (urati).
INFEZIONI
Grazie al contenuto di vitamina C e agli elementi fitochimici, il limone aumenta le difese dell’organismo e lo prepara a lottare contro le infezioni. Si consiglia contro ogni tipo di malattie infettive, sia virali sia batteriche. Applicato localmente sulla pelle, nelle fosse nasali o nella gola e anche sulla congiuntiva oculare, il limone agisce come un potente antisettico e antibiotico. Usato come collirio, due gocce di limone, due o tre volte al giorno, possono essere un rimedio efficace in caso di congiuntivite.
MALATTIE GASTRICHE
Per la sua azione antisettica e astringente, il succo di limone (al contrario dell’arancia, che è lassativa) diluito con acqua costituisce un’ottima bevanda in caso di diarrea, gastroenterite o colite.
ANTICANCEROGENO
Il d-limonene, un terpene aromatico presente nel limone (soprattutto nella buccia), si è rivelato in grado di neutralizzare alcune sostanze cancerogene. Somministrando il d-limonene per via orale a cavie, un’ora prima dell’ingestione di una sostanza cancerogena, queste non contraggono il cancro allo stomaco. Il consumo regolare di limone durante i pasti contribuisce a neutralizzare molte sostanze cancerogene presenti negli alimenti o nell’ambiente, e quindi aiuta a prevenire il cancro.
ATTENZIONE
Normalmente il limone si usa in piccole quantità per condire vari piatti e non richiede particolari precauzioni, salvo quella di non assumerlo insieme ad alimenti “farinosi”, come castagne, patate e banane. Gli acidi del limone, infatti, inibiscono l’azione della ptialina, un enzima presente nella saliva e che già nella bocca attiva la digestione dei carboidrati. Per questa ragione, gli alimenti ricchi di fecola conditi con il limone si digeriscono male. Il consumo regolare di più di un limone al giorno e le cure di limoni devono essere evitati nei seguenti casi:
- Ulcera gastroduodenale, perché aumenta la secrezione di acidi nello stomaco.
- Stitichezza cronica, per il suo effetto astringente.
- Anemia: il limone aumenta l’assorbimento di ferro degli alimenti ai quali viene aggiunto, ma si sconsiglia di prenderlo in grandi dosi in caso di anemia.
PREPARAZIONE E USO
- Succo fresco: non si prende come frutta, perché è molto asprigno, ma se ne può bere il succo. Possibilmente, si dovrebbe usare anche la buccia (se non è contaminata da pesticidi), perché è ricca di terpeni aromatici, dal grande potere medicinale.
- Condimento: è adatto per molti piatti; tutte le verdure a foglia verde, i risotti e i legumi acquistano sapore, proprietà salutari e diventano più digeribili.
- Cura di limoni: ha una durata di due settimane. Il primo giorno, mezz’ora prima della colazione, si prende il succo di un limone diluito in acqua; ogni giorno si aumenta di un limone, fino a 7, e poi si diminuisce progressivamente, fino a uno, l’ultimo giorno. Non è indicata per bambini, anziani, per chi soffre di decalcificazione, insufficienza renale o anemia.
IL LICOPENE NEI POMODORI RIDUCE LA STEATOSI EPATICA, L’INFIAMMAZIONE E IL CANCRO AL FEGATO.
12-03-2019
Nella lotta contro il cancro, c’è uno strumento sorprendente, il cibo che mangiamo. Alcune sostanze nutritive presenti nel cibo hanno un ruolo nella prevenzione del cancro. Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro riporta che il 30-50% dei casi di cancro sono prevenibili, ponendo l’accento sulla prevenzione dello sviluppo del cancro in primo luogo.
Xiang-Dong Wang, uno scienziato senior e direttore associato del centro di ricerca umana Jean Mayer sull’invecchiamento alla Tufts University, studia come il cibo può aiutare a prevenire lo sviluppo del cancro, in particolare il cancro ai polmoni, al fegato e al colon. Anche se il tasso della maggior parte dei tumori è in calo, aumenta la preoccupazione per l’aumento sia dell’incidenza che del tasso di mortalità del cancro al fegato negli Stati Uniti, in parte a causa del parallelo aumento della steatosi epatica non alcolica, dell’obesità e del diabete.
Un alimento di interesse sono i pomodori e prodotti a base di pomodoro ricchi di licopene, un pigmento naturale che dà a molti frutti e verdure la loro tonalità rossastra. In uno studio di ricerca recentemente pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research, il laboratorio di Wang’s Nutrition and Cancer Biology ha esaminato gli effetti preventivi del pomodoro nello sviluppo del cancro grazie al suo contenuto di licopene. Topi giovani, in cui i ricercatori hanno indotto lo sviluppo di un carcinoma del fegato, sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi insalubri, simile a una dieta occidentale, con o senza polvere di pomodoro contenente licopene. I ricercatori hanno poi valutato la capacità della polvere di pomodoro di proteggere i topi dall’infiammazione e dal cancro. Nell’uomo, la supplementazione somministrata ai topi equivale a mangiare da due a tre pomodori al giorno o una porzione di salsa di pomodoro con la pasta.
Xiang-Dong Wang dice: “Abbiamo dimostrato per la prima volta che la polvere di pomodoro ricca di licopene può effettivamente ridurre la steatosi epatica, l’infiammazione e lo sviluppo del cancro del fegato promosso dalla dieta ricca di grassi che i topi stavano consumando. Nutrire i topi con la polvere di pomodoro aumenta la ricchezza e la diversità del microbiota benefico e previene la crescita eccessiva di alcuni batteri legati all’infiammazione. È interessante notare che abbiamo osservato che la polvere di pomodoro è più efficace della stessa dose di supplementazione di licopene purificata per prevenire lo sviluppo del cancro del fegato. Ciò potrebbe essere dovuto ai potenziali effetti benefici di altri nutrienti presenti in un pomodoro intero, come vitamina E, vitamina C, acido folico, minerali, composti fenolici e fibre alimentari. Il prossimo passo sarà condurre studi clinici randomizzati di alta qualità con le persone per comprendere meglio il ruolo del licopene nel pomodoro nel ridurre il rischio di infiammazione e malattie del fegato. Nel frattempo, riteniamo che consumare pomodori interi ricchi di licopene possa essere più efficace nella prevenzione del cancro rispetto al licopene isolato o purificato”.
La fonte più ricca di licopene proviene dai pomodori. Altri alimenti, tra cui guava, anguria, pompelmo, papaia e peperone rosso dolce contengono anche licopene, ma in concentrazioni molto più basse rispetto ai pomodori. Mangiare pomodori e prodotti a base di pomodoro come la salsa di pomodoro ricca di licopene è associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari, osteoporosi, diabete e alcuni tipi di cancro, tra cui il cancro alla prostata, ai polmoni, al seno e al colon. Sebbene queste associazioni derivino da studi osservazionali, molti studi di laboratorio hanno dimostrato che il licopene è un potente agente antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale.
Come possiamo massimizzare i benefici del licopene? Il consumo di alimenti interi come pomodori o pomodori trasformati in salse, passata di pomodoro, prodotti a base di pomodori interi in scatola, ketchup e succo di pomodoro, fornisce la migliore fonte di licopene. Cucinare pomodori e aggiungere una piccola quantità di grasso, come olio extra vergine d’oliva, può aiutare a migliorare l’assorbimento del licopene.
http://cancerpreventionresearch.aacrjournals.org/content/11/12/797
LA DEPRESSIONE DA PILLOLA E’ ASSOCIATA A CARENZA DI VITAMINA B6.
28-03-2017
La vitamina B6 può portare notevoli benefici alle donne che soffrono di depressione come risultato dell’uso di contraccettivi orali, secondo un rapporto pubblicato su Lancet. Il dottor Adams e i suoi colleghi della St. Mary’s Hospital Medical School di Londra riferiscono che gli sbalzi di umore siano frequenti in coloro che prendono la pillola, così come la carenza di vitamina B6. Esaminando 22 donne affette da queste condizioni, i ricercatori trovarono che 11 erano gravemente carenti di vitamina B6. Le donne erano pessimiste, insoddisfatte, irritabili e lamentavano stanchezza e perdita di impulsi sessuali. L’alterata escrezione dei metaboliti di triptofano, osservata nelle donne che usano la pillola, è simile a quella trovata nella carenza di vitamina B6. Quando grandi quantitativi di acido xanturenico, uno dei prodotti della scissione del triptofano, compaiono nelle urine, questo è considerato un segno indiretto di carenza di vitamina B6. Circa l’80% delle donne che usano la pillola ha un anormale metabolismo del triptofano, indizio di relativa carenza di B6; alcune presentano una carenza assoluta. Uno degli effetti è lo sconvolgimento dei metaboliti nel fluido cerebrospinale, condizione che porta alla depressione. Il dottor Adams trovò che compresse di 20 mg di idrocloridrato di piridossina, due volte al giorno, alleviano i sintomi di depressione (soltanto però in quelle pazienti che erano gravemente carenti di vitamina B6 all’inizio dello studio). Una ricerca più ampia, su 39 donne consumatrici di contraccettivi orali, ha dato risultati similari, pubblicati dal dottor Adams e dai suoi colleghi su Lancet.
I LIGNANI AUMENTANO IL BENESSERE DELLE DONNE.
22-02-2016
I lignani sono fitoestrogeni, cioè “sostanze vegetali in grado di indurre risposte biologiche e mimare o modulare le azioni degli estrogeni endogeni mediante legame ai recettori degli estrogeni”, secondo la definizione del Working Group on Phytoestrons and Health della Food Standard Agency statunitense. I lignani costituiscono la principale fonte di estrogeni per la popolazione occidentale, perché sono presenti in quasi tutti i cereali integrali (riso, mais, orzo, segale, frumento), in svariati tipi di frutta e, maggiori concentrazioni, nei semi di sesamo e lino. I lignani sono associati alla frazione polisaccarida non amidacea della pianta e le loro forme biologicamente attive sono l’enterodiolo e l’enterolattone.
Recenti studi hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo protettivo di questi composti, i quali sono trasformati dalla flora batterica in sostanze con debole azione estrogenica e attività antiossidante. È per questo motivo che i lignani necessitano, per il loro assorbimento, di una buona flora batterica intestinale. È stato dimostrato che queste sostanze non solo sono capaci di influenzare il metabolismo degli ormoni sessuali e la loro attività biologica, ma sono anche in grado di modulare l’attività di enzimi intracellulari, la sintesi proteica e dei fattori di crescita, la proliferazione di cellule maligne, la differenziazione cellulare e l’angiogenesi. Esistono dati epidemiologici e sperimentali sull’assunzione di fitoestrogeni che sono correlati ad una riduzione del rischio in relazione a patologie cardiovascolari, ipercolesterolemia, sindrome premestruale, menopausa, osteoporosi, neoplasie.
ATTIVITA' CARDIOPROTETTIVA
Le diete ricche in cibi contenenti lignani sono fortemente associate alla riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache. In uno studio prospettico di coorte condotto su 1.889 uomini finlandesi che furono seguiti per circa 12 anni, risultò che in soggetti con il livello sierico di enterolattone (forma attiva) più elevato fu trovata una minore tendenza di morte per malattie cardiovascolari di quelli che presentavano una concentrazione minore. Altri 3 piccoli studi clinici hanno mostrato la riduzione del livello di colesterolo LDL (8-14%), aggiungendo 38-50 g al giorno di semi di lino alla dieta abituale per 4-6 settimane.
ATTIVITA’ ANTINEOPLASTICA
Partendo dall’osservazione che una gran parte delle patologie neoplastiche dei Paesi occidentali è rappresentata da tumori ormono-dipendenti, è stato ipotizzato che la dieta occidentale possa alterare la produzione, il metabolismo o l’azione ormonale a livello delle cellule bersaglio. I dati epidemiologici rafforzano questa ipotesi visto che le popolazioni con un’alimentazione ricca di fitoestrogeni mostrano una minore incidenza di tumori. I fitoestrogeni esercitano azione di protezione nei confronti del cancro, probabilmente perché svolgono azione antiestrogenica attraverso una competizione di legame con gli estrogeni endogeni. L’azione antineoplastica dei lignani si esplica mediante l’inibizione della differenziazione e della proliferazione di cellule maligne.
TUMORE ALL’ENDOMETRIO E OVARICO
In uno studio caso-controllo statunitense è stato osservato che le donne che consumavano maggiori quantità di lignani mostravano una riduzione del rischio di sviluppare il tumore all’endometrio. Similarmente, in un altro studio caso-controllo su consumo di lignani e cancro alle ovaie, le donne con il più alto consumo di lignani hanno mostrato un rischio minore di sviluppare cancro alle ovaie.
TUMORE ALLA MAMMELLA
È stata ripetutamente osservata un’associazione inversa tra consumo di fitoestrogeni con la dieta e rischio di cancro al seno nelle donne in premenopausa. In uno studio sono state misurate le concentrazioni plasmatiche di enterolattone in 220 donne in premenopausa e 237 controlli. Al termine dell’osservazione è stato rilevato che il rischio di tumore al seno diminuiva con l’aumento delle concentrazioni plasmatiche di enterolattone.
OSTEOPOROSI
Le ricerche in questo ambito sono ancora limitate. In due piccoli studi osservazionali l'escrezione urinaria di enterolattone (forma biologicamente attiva dei lignani) è stata usata come marker dell'assunzione di lignani con la dieta. In uno degli studi su 75 donne in postmenopausa classificate in osteoporotiche, osteopeniche o normali sulla base della misurazione della densità minerale ossea (DMO), fu trovato che l'escrezione urinaria di enterolattone era positivamente associata con la DMO della colonna vertebrale e dell'anca.
CONSIGLI NATUROPATICI PER IL COLON IRRITABILE.
10-03-2019
È una sindrome funzionale caratterizzata da: dolori spasmodici addominali, nausea, inappetenza ed episodi alternati di stitichezza e diarrea. Alla diagnosi si arriva quasi sempre per esclusione, dopo aver scartato l'ipotesi di patologie organiche intestinali. Oltre a seguire i consigli dietetici dati qui di seguito, si consiglia di prestare attenzione ad altri fattori che possono favorire l'insorgere della sindrome del colon irritabile:
1. Cura con medicinali irritanti per la mucosa intestinale, come compresse di ferro o antibiotici.
2. Allergia o intolleranza ad alcuni prodotti, come il lattosio o il glutine.
3. Stress psichico, ansietà o squilibrio neurovegetativo.
ALIMENTI DA PREFERIRE
- AVENA: lenisce e protegge l'intestino, perchè le sue fibre sono principalmente di tipo solubile (betaglucano e mucillagini). Presa sotto forma di fiocchi bolliti o di crema, è molto nutriente e salutare per il colon.
- FRUTTA: la frutta in generale fornisce fibre solubili, come la pectina e le mucillagini, che proteggono la mucosa intestinale e facilitano le funzioni del colon. Cachi, papaia, mele, pere, datteri e mele cotogne sono tra i frutti più consigliati in caso di colon irritabile.
- CACHI: contiene mucillagini e pectine, che leniscono la mucosa intestinale, e tannini dall'azione astringente e antinfiammatoria, perciò, preso in buona quantità, calma gli spasmi intestinali e migliora il colon irritabile.
- PAPAIA: la sua polpa lenisce e protegge la mucosa intestinale e può alleviare gli spasmi del colon irritabile.
- MIRTILLO: i mirtilli sono ricchi di vitamine B e magnesio, che contribuiscono a calmare gli spasmi intestinali tipici del colon irritabile.
- FIBRE: in caso di colon irritabile si consigliano fibre di tipo solubile perchè, a differenza di quelle non solubili (come quelle della crusca di grano), formano con l'acqua una pasta morbida che lenisce e protegge la mucosa intestinale. Tra la frutta, specialmente il cachi e la papaia sono buone fonti di fibre solubili.
- YOGURT: apporta batteri indispensabili per il buon funzionamento del colon, specialmente quando sono di tipo "biologico".
- ACQUA: una buona idratazione è indispensabile per il corretto funzionamento dell'intestino. Quando l'acqua scarseggia e le feci diventano più dure, l'intestino è costretto a esercitare una pressione maggiore per farle passare, provocando contrazioni che favoriscono l'irritazione del colon.
ALIMENTI DA EVITARE
- CRUSCA DI GRANO: contiene soprattutto fibre non solubili e provoca una certa irritazione della mucosa intestinale. La sua consistenza dura può dare fastidio a chi ha l'intestino delicato. Fino a pochi anni fà se ne consigliava l'uso in caso di colon irritabile, ma oggi è dimostrato che aumenta i dolori e i crampi addominali.
- LEGUMI: se danno problemi di flatulenza, sono sempre sconsigliabili per chi soffre di colon irritabile.
- LATTE: contiene lattosio, che gli adulti digeriscono con difficoltà. Quando il lattosio arriva nell'intestino crasso senza essere stato digerito, può causare intolleranza e flatulenza, perciò è meglio evitarlo in caso di colon irritabile.
-FORMAGGI STAGIONATI: provocano spasmi e flatulenza intestinale, forse a causa delle sostanze irritanti che contengono. Insieme al latte, è il latticino che si tollera peggio in caso di colon irritabile.
- GLUTINE: è una proteina che si trova principalmente nel grano, nell'orzo e nella segale. Può causare gravi disturbi digestivi, come flatulenza e diarrea nelle persone sensibili. Chi soffre di colon irritabile deve accertarsi di non soffrire al tempo stesso di allergia al glutine.