Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 18 Dicembre 2018 19:01

LE STAGIONI DELLA VITAMINA D.

19-12-2018

Nascere durante l’inverno dà maggiori probabilità di sviluppare carenza di vitamina D da adulto, rispetto ai nati durante le stagioni con un maggior numero di ore di luce. È stato un gruppo di ricercatori italiani dell’università di Parma a trarre questa conclusione: se nasci durante l’inverno sei a maggiore rischio di carenza di vitamina D. Lo studio di popolazione ha analizzato i valori ematici di vitamina D di oltre 10.000 italiani, con un’etàmedia di 62 anni. Precisamente, la nascita durante la stagione invernale è stata associata a un incremento del rischio di sviluppare deficit di vitamina D dell’11% in età adulta, rispetto alla nascita durante la primavera e l’estate. D’altra parte, al di là della stagione di nascita, è risaputo che la carenza di questo importante nutriente è diffusa nei paese nordici, a causa del ridotto numero di ore di luce solare. Tuttavia, tale problema potrebbe presentarsi anche nel nostro paese durante i mesi invernali, in particolare nei bambini, negli anziani e nei soggetti che per svariate motivazioni non si espongono alla luce del sole.
La vitamina D è un nutriente essenziale per l’uomo, in quanto svolge un ruolo essenziale nella regolazione del metabolismo del calcio. Le più recenti evidenze scientifiche dimostrano l’intervento della vitamina D in numerosi percorsi metabolici e pertanto la sua carenza è considerata un fattore causale per malattie cardiovascolari, diabete, cancro e infezioni. Il suo apporto ottimale riveste particolare importanza nella protezione muscolo-scheletrica nel contrastare fragilità ossea e osteoporosi, supporta il sistema immunitario con effetti negli stati infettivi, allergici e autoimmuni, oltre che nelle malattie infiammatorie intestinali e nell’obesità.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4598443/

Martedì, 18 Dicembre 2018 18:58

ACIDO FOLICO: LA VITAMINA ESSENZIALE.

25-04-2016

L’acido folico è il precursore di numerosi composti ad elevata attività biologica, i folati, e partecipa, talvolta con la vitamina B12, a una serie di reazioni enzimatiche che fanno parte del metabolismo degli aminoacidi e degli acidi nucleici. L’acido folico risulta pertanto indispensabile nei processi di accrescimento e di riproduzione cellulare. Normalmente la flora intestinale umana è in grado di produrne quantità sufficienti, tuttavia disbiosi, consumo di prodotti conservati e cottura degli alimenti può essere la causa di un apporto insufficiente di questo nutriente. La carenza di acido folico spesso è accompagnata dalla carenza di vitamina B12.

GRAVIDANZA E PROTEZIONE FETALE.

Durante la gravidanza il fabbisogno di folati aumenta in modo spiccato, soprattutto per la rapida proliferazione cellulare del trofoblasto, dell'embrione e del feto. La deficienza di folati nel primo trimestre della gravidanza può comportare un'inadeguata formazione di acidi nucleici e una rallentata crescita cellulare, con conseguente aborto. In gravidanza, l'apporto di folati è inversamente correlato al rischio di difetti del tubo neurale (DTN), ma anche, seppure con minore evidenza, ad altri difetti congeniti quali difetti di riduzione degli arti, schisi orofacciali, malformazioni cardiache e ritardo di crescita intrauterina. L'effetto preventivo dei folati sembra legato a fattori diversi che fanno capo a due meccanismi principali: la correzione di una carenza assoluta o relativa e il superamento di un blocco metabolico presente in una delle numerose reazioni folato-dipendenti. In uno studio condotto in una zona della Cina del Nord, caratterizzata da un numero elevato di malformazioni congenite, la somministrazione di 400 mcg di acido folico ha ridotto in maniera significativa il tasso di DTN. In particolare le donne fumatrici mostrano un rapporto maggiore di rischio di aborto spontaneo, parto prematuro, distacco della placenta e anomalie fetali.

PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE

L'aumento di omocisteina è associato al rischio di malattie cardiovascolari e infarti. Una recente metanalisi di 25 studi ha mostrato che la supplementazione di 800 mcg al giorno di acido folico riduce le concentrazioni plasmatiche di omocisteina. Dosaggi giornalieri di 200 mcg e 400 mcg di acido folico sono stati associati rispettivamente al 60% e 90% di riduzione di omocisteina plasmatica. Recentemente, l'American Heart Association ha consigliato un regime supplementare giornaliero di 400 mcg di acido folico, 2 mg di vitamina B6 e 6 mcg di vitamina B12 per favorire la riduzione dei livelli di omocisteina.

DEPRESSIONE

La carenza di folati è correlata ai disturbi depressivi. Studi epidemiologici hanno evidenziato che il 15-38% dei pazienti depressi mostra una carenza di folati negli eritrociti. Sono stati osservati miglioramenti clinici somministrando acido folico insieme con alcuni farmaci (prozac, trazodone, litio). Il Dr. Radecki, psichiatra statunitense esperto in nutrizione, consiglia per la depressione 400 mcg di acido folico ai bambini e 800 mcg agli adulti al giorno. Per altre patologie psichiatriche arriva a consigliare 1.000-1.600 mcg al giorno di questo nutriente.

DISTURBI COGNITIVI E MORBO DI ALZHEIMER

In oltre 10 studi, la somministrazione di acido folico ha mostrato la capacità di migliorare il deficit di memoria. Il grado di miglioramento è stato trovato relativo al grado di gravità della carenza di acido folico. La sua carenza, inoltre, è stata associata a un rischio maggiore di sviluppare morbo d’Alzheimer e demenza negli anziani.

RISCHIO DI TUMORI.

Una carenza di questo importante nutriente sembra anche essere collegata all'incremento del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Numerosi studi effettuati su modelli animali e sull'uomo, suggeriscono che lo stato dei folati è in grado di modulare la carcinogenesi, sopprimendone l'eccessiva proliferazione cellulare. I dati più convincenti riguardano il tumore al colon e al seno.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15468072

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17164458

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10559448

Lunedì, 17 Dicembre 2018 19:26

ECCO PERCHE’ FARE IL PIENO DI VITAMINA C.

18-12-2018

Un interessante articolo apparso su Postpy High Med Dosw dello scorso mese ha esaminato il ruolo della vitamina C, a partire dal suo addizionamento nell’alimentazione fino alla supplementazione orale con integratori. Lo studio elenca gli svariati utilizzi di questo importante nutriente nella salute umana. La vitamina C, infatti, riveste un importante ruolo protettivo sul sistema immunitario, con efficacia comprovata nei confronti di raffreddore e sindromi acute delle vie respiratorie. Mostra anche effetti preventivi contro lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, con riduzione di colesterolo, trigliceridi e ipertensione. Inoltre, stimolando la sintesi del collagene, aumenta l’idratazione della superficie cutanea e della barriera protettiva della pelle, ritagliandosi un ruolo di primaria importanza anche in campo medico. Lo studio cita anche l’efficacia di questa vitamina nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori, batterio che aumenta il rischio di tumore dello stomaco e i suoi effetti antistress che favoriscono il miglioramento dell’umore. Tra le novità, sembra che questo nutriente sia in grado di dissolvere le placche senili neurotossiche. I risultati della ricerca affermano che una dieta bilanciata contiene sufficienti quantitativi di vitamina C, mentre in caso di disturbi cronici il suggerimento è di fare ricorso alla sua integrazione.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26671914

18-12-2018

I cari e vecchi metodi della nonna vincono sempre e non è così scontato che la tecnologia rappresenti in ogni caso un netto passo avanti. A sostenerlo sono anche gli scienziati dell’Università di Göteborg (Svezia) guidati da Bill Hesselmar, dottorando presso l’istituto, che hanno realizzato uno studio sul vivere in casa pubblicato sulla rivista Pediatrics. La ricerca ha valutato lo stile di vita delle famiglie, soprattutto nell’ambito dell’igiene casalinga e del tipo di alimenti consumati. Mediante questionari riguardanti 1.029 bambini di età tra i 7 e gli 8 anni abitanti a Kiruna, nel nord della Svezia, e a Mölndal, nella zona di Göteborg, sulla costa sud-ovest della Svezia, si è arrivati alla conclusione che asma, eczema e rinocongiuntivite da allergie sono legate a particolari comportamenti all’interno delle mura domestiche. Tutto si collega alla teoria secondo la quale un eccesso di igiene e quindi la sterilizzazione di qualsiasi superficie con cui si viene a contatto non stimolerebbe a dovere un’adeguata risposta immunologica, esponendo così ad un maggiore rischio di sviluppare forme allergiche. Ecco che pratiche come lavare i piatti a mano rispetto all’uso della lavastoviglie, l’uso di alimenti fermentati, il contatto con animali renderebbero meno soggetti a queste patologie, sempre più frequenti nella nostra realtà. Questo proprio per l’esposizione microbica che comportano: lavare i piatti a mano sarebbe infatti meno efficace e meno igienizzante rispetto alla lavastoviglie, ma potrebbe giovare alla nostra salute. D’altra parte, come sostengono anche i medici dell’University of California, San Francisco, è ancora presto per dichiarare un nemico la lavastoviglie. Specificano infatti che l’effetto protettivo sul sistema immunitario per i bimbi si realizza nei primi 6 mesi di vita, quando non utilizzano ancora piatti, bicchieri e posate come mamma e papà. Precisano infine che la predisposizione al manifestarsi di allergie va studiata più a fondo in quanto legata anche a fattori come lo status socioeconomico.

 

http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/02/17/peds.2014-2968

http://www.livescience.com/49900-children-allergies-dishes-by-hand.html

27-12-2016

L’oro è un metallo prezioso e nella forma colloidale ha proprietà straordinarie; disponibile in diverse tonalità di giallo, viene estratto in tutto il mondo ed è noto per le sue proprietà antinfiammatorie. E’ efficace per alleviare il dolore e il gonfiore causato da artrite, reumatismi, borsite e tendinite. In passato veniva usato per placare il bisogno di assumere alcol, per disturbi digestivi, problemi circolatori, depressione, obesità e ustioni. Si ritiene sia molto efficace per ringiovanire le ghiandole, nel prolungare la vita e migliorare le funzioni cerebrali. L’oro colloidale è uno dei maggiori rinnovatori della nostra forza vitale. Agisce in profondità sul DNA delle cellule creando l’ambiente ottimale affinché il corpo possa reagire ed invertire le condizioni degenerative. Ricerche cliniche hanno dimostrato che l’oro può essere usato per curare artrite, reumatismi e sifilide. E’ utile nel trattamento di tubercolosi, sclerosi multipla, disfunzioni sessuali, problemi spinali, lupus discoide, asma bronchiale. Ha un effetto diretto sulle cellule, specie quelle cerebrali e nervose, ha proprietà sedative che tuttavia non intaccano la trasmissione degli impulsi nervosi.
Il dott. Edward H. Ochsner, consulente chirurgico all’ospedale di Augustana, USA, ha sperimento che l’oro colloidale può contribuire a ridurre le dimensioni dei tumori, alleviare il dolore, migliorare l’appetito e la digestione e aumentare il peso e la forza fisica. Può avere l’effetto di bilanciare il corpo e la mente, in particolare nei casi di depressione, instabilità emotiva, malinconia, SAD (disturbo legato al cambio di stagione), dolore, paura, angoscia, frustrazione, disperazione, tutte le malattie che vengono associate al mal di vivere. L’oro da sempre è noto per i suoi effetti legati all’attività cardiaca, in quanto migliora la circolazione. L’oro colloidale è utile nei seguenti casi:

- Malinconia.
- Migliora l’appetito.
- Stimola il sistema nervoso.
- Ustioni.
- Vampate di calore.
- Tendenze suicide.
- Sudore notturno.
- Disfunzioni sessuali.
- Antidolorifico.
- Antibatterico.
- Antitumorale.
- Artrite.
- Asma bronchiale.
- Angoscia.
- Dipendenze.
- Depressione.
- Circolazione sanguigna.
- Obesità.
- Aumento forza fisica.

L’oro colloidale agisce a due livelli che si combinano tra di loro e ne giustificano l’efficacia.

1. Il piano fisico o cellulare, che tutti conosciamo.

A livello cellulare, la sua presenza contribuisce a creare le condizioni ottimali affinché le cellule possano operare al meglio. In questo senso si comporta come un catalizzatore che facilita le fisiologiche funzioni. In caso di alterazione di questi processi, contribuisce a riequilibrare le funzioni. Comprensibile, quindi, che sia utile in moltissime patologie, anche di tipo degenerativo.

2. Il piano energetico.

Questo livello è sconosciuto ai più, tuttavia non se ne può ignorare ne l’esistenza tantomeno l’importanza come la stessa fisica quantistica ha dimostrato recentemente. L’oro innalza la frequenza di risonanza propria delle cellule che lo ospitano. L’acqua stessa energizzata in cui sono presenti le nanoparticelle di oro, hanno un effetto benefico su tutto il corpo e favorisce la distribuzione di una frequenza armonica che ottimizza la frequenza generale di risonanza armonica della cellula elevandola a livelli maggiori e più “sani”.

Lunedì, 17 Dicembre 2018 19:10

BETAINA PER LA STEATOSI EPATICA.

20-07-2016

La betaina, o trimetilglicina, è un'ammina che dona gruppi metilici durante la biosintesi della colina. La betaina è considerata un agente lipotropo che, in studi in vivo, ha mostrato di migliorare condizioni di steatosi. Il deficit di tale sostanza induce e promuove la comparsa di steatosi epatica di origine alcolica e non. In modelli animali affetti da questa patologia (che causa accumulo intracellulare di trigliceridi), ha mostrato di proteggere gli epatociti contro l'accumulo di grassi. In altri studi ha mostrato effetti epatoprotettivi e la capacità di diminuire elevati livelli di omocisteina.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11569700

Domenica, 16 Dicembre 2018 17:42

PROPRIETA’ ANTIOSSIDANTI DELLA VITAMINA E.

27-05-2017

La vitamina E è un antiossidante liposolubile che costituisce una linea di difesa essenziale dell’organismo, poiché assicura la protezione delle membrane cellulari da fenomeni ossidativi. La sua attività biologica è dovuta ai diversi tocoferoli e tocotrienoli, che vengono comunemente chiamati “vitamina E”, tra i quali l’alfa-tocoferolo è il più attivo. Numerose evidenze indicano che l’assunzione di almeno 200 U.I. al giorno al pasto di alfa-tocoferolo da fonte naturale, possa proteggere gli adulti da malattie cardiache e neurodegenerative, ictus e alcuni tipi di cancro. Sono disponibili anche dati positivi sull’utilizzo di questa vitamina nella prevenzione della cataratta, nella protezione dell’apparato riproduttivo e sui suoi potenti effetti detossicanti. La vitamina E mostra, inoltre, effetti protettivi nella steatosi epatica non alcolica.

PREVENZIONE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Il WHS (Women's Health Study) ha osservato gli effetti della supplementazione di 600 U.I. al giorno di vitamina E (o un placebo, o aspirina e placebo) in 40.000 donne dal 1992 al 2004. Nel gruppo della vitamina E è stata rilevata la riduzione del 7% dei maggiori eventi cardiovascolari e del 24% della morte cardiovascolare. Nelle donne oltre i 65 anni si è osservata la riduzione del 34% negli attacchi di cuore e del 49% delle morti cardiovascolari. Un precedente studio (Nurses' Health Study) condotto su 87.245 donne statunitensi (34-59 anni) ha evidenziato la riduzione del 41% del rischio di malattie cardiache (29% ictus) nelle donne che avevano assunto almeno per 2 anni vitamina E (100 U.I. al giorno o più). Risultati similari sono stati osservati nell'uomo. Su 11.178 uomini (67-109 anni) è emerso che gli anziani che assumono vitamina E muoiono meno prematuramente, mostrano una riduzione del 27% di tutte le cause di mortalità, il 41% in meno del rischio di malattie cardiache e il 22% di morte per cancro.

FUNZIONE IMMUNITARIA

L’alfa-tocoferolo ha dimostrato di migliorare alcuni aspetti specifici della risposta immunitaria tipicamente ridotti negli anziani. In uno studio su 451 persone di età superiore a 65 anni, la somministrazione di 200 U.I./die di vitamina E per 1 anno ha ridotto l’incidenza delle infezioni delle basse e alte vie respiratorie e di raffreddore (20%). In un altro studio la somministrazione di 800 U.I. di vitamina E durante la fase acuta della rinite allergica stagionale, ne ha diminuito la sintomatologia.

PREVENZIONE CANCRO

Un forte effetto protettivo nei confronti del tumore al colon è emerso dallo IWHS (Iowa Women’s Health Study). In 35.215 donne (55-69 anni) il consumo più alto di vitamina E è stato associato con il 66% di riduzione del rischio di tumore al colon. In un altro studio è stato evidenziato il medesimo effetto protettivo nei confronti di 47.344 uomini (300-500 U.I./die), ma non nelle donne (87.998). In uno studio su 991.522 adulti seguiti per 15 anni è emerso che i soggetti che consumavano regolarmente integratori di vitamina E per almeno 10 anni erano meno soggetti (40%) alla morte per cancro alla vescica.

DISTURBI NEUROLOGICI

In un trial di intervento placebo-controllo in soggetti con moderato disturbo neurologico, la supplementazione di 2000 U.I. al giorno di alfa-tocoferolo ha causato un significativo rallentamento della progressione dell'Alzheimer (AD). L'associazione vitamina E/vitamina C ha mostrato forti sinergie in questo disturbo. Tra i numerosi studi condotti è risultato che queste due vitamine, assunte per almeno 10 anni (100-600 mg di vitamina E e 400-750 mg di vitamina C) sono in grado di migliorare le performance cognitive. In un altro studio su 4.740 anziani, l'assunzione giornaliera di vitamina E (400 U.I.) e vitamina C (500 mg) ha mostrato di ridurre la prevalenza di AD del 78%. In uno studio su 6.000 anziani è emerso che i soggetti che assumono vitamina E (sotto forma di integratore) mostrano il 36% in meno del declino delle funzioni cognitive.

PROTEZIONE CUTANEA

La vitamina E, incrementando la capacità antiossidante cutanea e stabilizzando i lipidi di membrana, è coadiuvante nel mantenimento delle condizioni fisiologiche della pelle. Rappresenta un sistema di difesa efficace contro il photoaging (gli UVA sono responsabili delle lesioni dermiche più profonde) e l'invecchiamento ambientale (fumo, inquinamento, sostanze chimiche). Anche in questo caso l'associazione vitamina E/vitamina C ha dato buoni risultati. Utile anche nelle manifestazioni di dermatite atopica e seborroica.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15998891

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJM199305203282003

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8364919

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12433706

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14732624

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12069676

17-12-2018

Negli Stati Uniti, le nascite premature sono aumentate del 36 per cento negli ultimi 25 anni. Ogni anno, più di mezzo milione di prematuri nascono negli Stati Uniti, e ciò è il killer numero uno dei neonati. La ricerca mostra che raggiungendo un livello di vitamina D di almeno 40 ng/ml durante il terzo trimestre potrebbe ridurre le nascite premature del 59 per cento. Inserire l’ottimizzazione della vitamina D nei protocolli di cura prenatale potrebbe impedire 225.000 nascite premature negli Stati Uniti ogni anno, e un risparmio di circa 6 miliardi di dollari all’anno per il sistema sanitario.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23743453

http://www.prweb.com/releases/2015/11/prweb13085026.htm#.Vky4nqbyY4I.mailto

17-12-2018

Il magnesio è un minerale molto diffuso in natura dove ricopre un ruolo di essenziale importanza dal momento che è uno dei componenti della clorofilla. Anche nell'organismo umano riveste grande e fondamentale importanza perchè svolge un'azione essenziale nei processi metabolici, serve a mantenere in equilibrio le membrane cellulari, interviene nei processi di coagulazione sanguigna, prende parte ai processi di difesa di tutto l'organismo e ha molte altre benefiche funzioni. Alcuni disturbi quali tachicardia, ipertensione, aritmie, possono avere quale causa carenze di magnesio. Una delle patologie in cui la terapia a base di cloruro di magnesio è stata più sperimentata, è proprio l'influenza e le malattie da raffreddamento. In caso di influenza moltissimi casi sono completamente e perfettamente guariti nel giro di 12/48 ore, senza utilizzare nessun'altra terapia. Inoltre, grazie anche all'effetto tonico del magnesio non si riscontra pressochè mai la spiacevole astenia post-influenzale, purtroppo assai frequente nei casi trattati con la medicina convenzionale a base di farmaci. Avendo il magnesio un ruolo importante nei processi di difesa dell'organismo, è consigliabile aumentare l'apporto giornaliero. Lo si può fare assumendo cloruro di magnesio sotto forma di integratore, ma il modo più facile per farlo è assumere alimenti ricchi di questo minerale. Gli alimenti più ricchi di magnesio sono: noci, mandorle, nocciole, arachidi, fagioli, bietole, fagiolini e tutti i cereali integrali.

 

27-07-2016

L’estratto di luppolo potrebbe aiutare a prevenire il cancro al seno, secondo i nuovi risultati del laboratorio della UIC/NIH Center for Botanical Dietary Supplements Research presso l’University of Illinois a Chicago. La pianta del luppolo e le sue infiorescenze femminili, utilizzate comunemente nell’industria della birra per conferire alla bevanda sapore ed aroma caratteristici, contengono diversi tipi di flavonoidi prenilati che hanno mostrato un’attività antitumorale in sistemi sperimentali di laboratorio. Da molti anni si è diffusa una convinzione ricorrente che sostiene che il luppolo possiede attività estrogenica e di recente, l’interesse per questa possibilità è in aumento. In passato il luppolo veniva utilizzato per i disturbi mestruali, mentre ancora oggi in Germania i bagni di luppolo sono utilizzati per ridurre le vampate di calore nelle donne in menopausa. Inoltre, l’estratto di luppolo è il principale costituente di molte preparazioni commerciali per l’aumento del volume del seno. Anche se alcuni studi hanno riportato che gli estratti di luppolo non sono estrogenici (Fenselau e Talalay 1973 ), altri hanno trovato un elevato effetto estrogenico (vedi Milligan 2002). Una possibile spiegazione di questa discrepanza potrebbe essere determinata dai tipi di estratti di luppolo che vengono valutati come pure dai metodi differenti utilizzati per determinare le proprietà estrogeniche.
Gli integratori vegetali come il luppolo sono diventati sempre più popolari tra le donne per il trattamento dei sintomi post-menopausa, in quanto sono percepiti come un’alternativa più sicura alla terapia ormonale che è stata collegata ad un aumento del rischio di cancro al seno. Tuttavia, l’efficacia e la potenziale tossicità degli estratti vegetali devono essere ancora verificate. I ricercatori, guidati da Judy Bolton, Professore di chimica medica e farmacognosia (la farmacognosia è una branca della farmacologia che si occupa dello studio di farmaci ricavati da fonti naturali) all’UIC College of Pharmacy, hanno applicato l’estratto di luppolo a due diverse linee di cellule del seno per verificare la sua influenza sul metabolismo degli estrogeni, un meccanismo chiave nel cancro al seno. Un composto, 6-prenilnarigenina o 6-PN, ha aumentato un percorso di disintossicazione nelle cellule che è stato collegato a un minor rischio di cancro al seno. “Abbiamo bisogno di esplorare ulteriormente questa possibilità, ma i nostri risultati suggeriscono che il 6-PN potrebbe avere effetti anticancro”, ha detto Bolton. Oltre al 6-PN, Bolton ed i suoi colleghi hanno valutato anche 8-prenilnarigenina (8-PN), isoxantumolo (IX) e xantumolo (XH) (flavonoidi prelinati presenti nel luppolo) per verificare i loro effetti sul metabolismo degli estrogeni nelle cellule del seno. Secondo Bolton, l’8-PN ha mostrato solo un leggero aumento del metabolismo nelle cellule del seno, mentre gli altri due composti non hanno mostrato effetti significativi. Il cancro al seno è uno dei tumori più comunemente diagnosticati nelle donne negli Stati Uniti; circa una donna su otto svilupperà il cancro al seno invasivo nel corso della vita.

 

https://news.uic.edu/hops-extract-studied-to-prevent-breast-cancer

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