Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Sabato, 22 Dicembre 2018 13:15

VITAMINA D CONTRO IL CANCRO AL SENO.

23-12-2018

Un deficit di vitamina D è associato a un aumento delle possibilità di insorgenza del cancro al seno, determinandone peraltro una velocità di diffusione maggiore nell'organismo. Lo hanno scoperto i ricercatori della Stanford University School of Medicine, che hanno pubblicato su Endocrinology i risultati di uno studio sull'argomento. Gli scienziati californiani hanno individuato un legame diretto fra i livelli di vitamina D in circolo e l'espressione di un gene chiamato ID1, associato alla crescita tumorale e alle metastasi del cancro mammario. L'analisi è stata condotta su modello murino, ma i ricercatori hanno anche analizzato i dati di un altro studio effettuato su 34 pazienti affette dalla neoplasia. I dati indicano che nel campione i livelli circolanti di vitamina D erano inversamente correlati ai livelli di espressione della proteina ID1 nei loro tumori. Le donne che mostravano bassi livelli di vitamina D hanno anche espresso in misura maggiore ID1 nei loro tessuti tumorali rispetto alle donne con livelli più elevati della vitamina. Ciò ha confermato l'idea secondo cui un metabolita della vitamina D controlli in maniera diretta l'espressione del gene ID1. «Anche se deve essere fatta ancora molta più ricerca, il nostro studio in laboratorio e altri suggeriscono che le persone a rischio cancro al seno dovrebbero conoscere i propri livelli di vitamina D in modo da adottare misure per correggere eventuali carenze», ha detto Brian Feldman, autore dello studio.

 

https://www.sciencedaily.com/releases/2016/03/160302135614.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2016-03/sumc-vdd022416.php

http://press.endocrine.org/doi/10.1210/en.2015-2036

Sabato, 22 Dicembre 2018 13:07

LA VITAMINA C ABBASSA L’URICEMIA.

23-12-2018

Molti articoli hanno evidenziato, nel corso degli anni, una possibile interferenza della vitamina C nell'eliminazione degli acidi urici. Grazie ad un lavoro scientifico della John Hopkins University, è stato possibile eliminare la presenza di quegli artefatti che rendevano poco rilevabile, nei test di laboratorio, la presenza di acido urico nel siero. I risultati sono stati sorprendenti. Il calo di uricemia, per la semplice assunzione di 500 mg al giorno di vitamina C, confrontato con placebo, era di circa 0,5 mg/dl; ma in soggetti con uricemia elevata o borderline (oltre a 7,0 mg/dl dopo solo 2 mesi di trattamento, e senza diete particolari) era mediamente di 1,5 mg/dl. L’introduzione, sia attraverso l’alimentazione che attraverso l’utilizzo di integratori alimentari, di un dosaggio discreto di vitamina C è importante per sostenere l’organismo.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15934094

16-12-2016

Uno studio ha scoperto che c’è un aumento del 30 per cento di rischio di infarto miocardico per chi assume 500 mg o più di calcio giornalmente. Questo potrebbe significare che l’uso di integratori per “prevenire” l’osteoporosi dovrebbe ora essere riconsiderato. Ciò potrebbe essere la causa di un’epidemia di calcificazione cardiovascolare, ipertonicità del tessuto cardiaco, aritmie e infarti. Secondo lo studio: “i supplementi di calcio aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, in particolare infarto del miocardio. Una rivalutazione del ruolo dei supplementi di calcio nella gestione dell’osteoporosi è doveroso“.

 

http://www.bmj.com/content/342/bmj.d2040

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21505219

Venerdì, 21 Dicembre 2018 12:51

ENZIMI: UN'ARMA IN PIU' CONTRO LE MALATTIE.

21-08-2016

Gli enzimi digestivi sono stati considerati per qualche tempo sostanze depurative e anticancerogene; quelli pancreatici trovano impiego, da qualche tempo a questa parte, nella terapia delle insufficienze pancreatiche e di alcuni tipi di malassorbimento, come quella provocata dalla mucoviscidosi, in cui l'organismo non è in grado di digerire e utilizzare le varie sostanze nutritive. Non molto tempo fa, alcuni ricercatori tedeschi, conducendo studi ed esperimenti su uomini e animali, hanno dimostrato che il preparato a base di enzimi pancreatici e bromelina (enzima estratto dall’ananas), può liberare l'organismo dagli agglomerati di anticorpi e antigeni che, se non eliminati dal nostro sistema immunitario, possono provocare processi infiammatori e malattie a volte serie, generalmente di tipo autoimmune, come l'artrite reumatoide. Questi ricercatori e altri studiosi americani hanno condotto alcuni studi sia in vitro sia su animali e uomini che hanno dimostrato come i preparati enzimatici siano in grado di liberare l'organismo da queste sostanze e consentano di ottenere risultati interessanti nei casi di artrite reumatoide, sclerosi multipla e lupus eritematoso sistemico.

22-12-2018

La supplementazione controllata di acidi grassi omega-3, in popolazioni ad alto rischio cardiovascolare, esercita azioni positive e accertate (prevenzione secondaria). Molto meno chiari sono gli effetti in popolazioni a rischio, ma che non hanno ancora subìto eventi. Questo piccolo studio randomizzato, condotto in doppio-cieco verso placebo, aggiunge un dato chiaro, che merita di essere approfondito. Sono stati arruolati 20 maschi fumatori abituali (>5 sigarette/die) tra i 20 e i 48 anni, sani, a cui sono stati somministrati, in modo randomizzato per 6 settimane, 2 g/die di omega-3 oppure placebo. In seguito, lo schema è stato ripetuto cross over per ulteriori 6 settimane. Lo scopo: verificare gli effetti degli acidi grassi sulla capacità vasodilatatoria e fibrinolitica (dissoluzione dei trombi). Con test di stimolazione controllati, è stato così dimostrato che la vasodilatazione endotelio-dipendente, così come la concentrazione di t-PA (molecola fibrinolitica endogena) sono aumentate nei soggetti che avevano assunto omega-3 rispetto a placebo. L'effetto è stato significativo e dose-dipendente. Questi risultati suggeriscono che i benefici cardiovascolari degli omega-3 siano mediati anche dal miglioramento della fibrinolisi endogena e della funzione endoteliale, in soggetti ad alto rischio come gli uomini fumatori.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23184014

20-04-2016

La supplementazione con la vitamina B2 (riboflavina) può rappresentare un promettente trattamento profilattico contro l’emicrania con l’aura e da ciclo mestruale. Questi i risultati di un’interessante rassegna pubblicata su Biomed Research International, che ha valutato l’effetto della somministrazione di alcune vitamine (B2, B6, B12, C, E) sull'emicrania. La vitamina B2 è risultata la più efficace per la gestione di questo disturbo che, secondo una recente indagine condotta da GfK Eurisko, colpisce il 55% degli italiani con un’intensità da normale a forte, con una frequenza media di una o due volte al mese. Considerando la maggior parte degli studi clinici esaminati, è emerso che la somministrazione di B2 (50-400 mg al giorno) può contribuire al controllo dei sintomi prevenendo gli attacchi, riducendo frequenza e intensità di emicrania e cefalea. Anche la vitamina B12 e l’acido folico sono stati associati al controllo di questo disturbo, in particolare in caso di un livello eccessivamente alto di omocisteina, aminoacido che rappresenta un fattore di rischio di malattia cardiovascolare. Per le vitamine C ed E sono segnalati effetti antiossidanti e antinfiammatori che possono partecipare alla riduzione della sintomatologia dell’emicrania.

 

http://www.hindawi.com/journals/bmri/2015/469529/

22-12-2018

Mai fidarsi troppo al primo colpo dei test cutanei per le allergie nei bambini. Una volta su tre danno risultati “falsi positivi”. Lo rivela uno studio australiano condotto presso l’università di Sydney e il Sydney Children´s Hospital, e pubblicato sulla rivista specializzata “Pediatric Allergy and Immunology”. La ricerca ha preso a campione 84 bambini. Sottoposti a test allergici cutanei, sono in un primo momento risultati positivi alle allergie alle arachidi. Ma un secondo test, questa volta di “provocazione orale” (che consiste nel somministrare piccole quantità di arachidi sotto stretto controllo dei medici in ospedale), ha dato esito negativo.
Brynn Wainstein del Sydney Children´s Hospital ha spiegato che questo falso positivo può essere causato dal fatto che i bambini non avevano mai mangiato arachidi o peggio ne avevano mangiate tutti i giorni e si sono sottoposti al test senza avvertire il medico: “Medici e genitori devono sapere che se un bambino risulta positivo al test sulla pelle, non è detto che sia allergico davvero. È sempre necessario sottoporlo al test di provocazione orale per determinarlo con certezza. Questo permette ai genitori di evitare restrizioni, ansie e paure che accompagneranno il bambino per tutta la vita per un’allergia magari inesistente”.

 

http://www.newscientist.com/article/dn11859-peanut-allergy-is-misdiagnosed-in-many-children.html#.VVclXUhmyis

http://www.smh.com.au/news/national/peanut-allergy-overdiagnosed/2007/05/15/1178995160215.html

22-12-2018

Aumentare a 40 ng/ml il livello sierico di 25-idrossivitamina D può ridurre il rischio di tumori invasivi del 67 per cento rispetto a persone con bassi livelli di vitamina D. Uomini con diagnosi di cancro alla prostata aggressivo hanno evidenziato livelli di vitamina D in genere inferiore a 23 ng/ml. Secondo una recente ricerca, la vitamina D può essere utilizzata come biomarker per predire l’aggressività del tumore prostatico. Altre recenti ricerche hanno trovato, inoltre, che la vitamina D ha “a dir poco sorprendenti” capacità di migliorare la funzione cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca cronica

 

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0152441

http://health.ucsd.edu/news/releases/Pages/2016-04-06-low-vitamin-d-higher-cancer-risk.aspx

https://www.sciencedaily.com/releases/2016/04/160406165254.htm

http://www.independent.co.uk/news/science/vitamin-d-heart-function-failure-breakthrough-klaus-witte-leeds-a6968841.html

29-08-2016

La centella asiatica, nota con i nomi di centella o gotu kola e fo ti tieng in Oriente, è una pianta erbacea che attualmente gode di grande popolarità in tutto il mondo occidentale. Negli Stati Uniti è apprezzata soprattutto per le proprietà toniche e rivitalizzanti che le vengono attribuite ormai da secoli. In un libro dedicato interamente agli integratori alimentari si sostiene che la centella contiene caffeina, affermazione del tutto infondata in realtà: forse l'autore l'ha confusa con una pianta del tutto diversa, la Cola nitida, che contiene effettivamente caffeina. La centella è molto usata nella medicina cinese tradizionale e in quella ayurvedica in cui è nota con la denominazione brahmi. Tra le proprietà che le sono attribuite vi sono quella di curare la lebbra, la tubercolosi, il cancro all'utero, l'artrite, la sifilide, le emorroidi, la balbuzie e di accelerare la rimarginazione delle ferite. Nella medicina cinese tradizionale è considerata una fonte di giovinezza, anche se attualmente viene più spesso impiegata per le sue proprietà tonico-ricostituenti. Pare che gli estratti di questa pianta abbiano effetti terapeutici notevoli: un ricercatore originario dello Sri Lanka osservò nel 1988 che un polisaccaride estratto dalla centella era in grado di stimolare il sistema immunitario. La pianta fresca è stata spesso usata per curare le ferite che non si rimarginano; dei ventidue partecipanti a uno studio condotto recentemente - tutti affetti da ulcerazioni croniche - che hanno usato un estratto di centella ricco di glicosidi, diciassette hanno constatato la perfetta guarigione. Dati questi risultati incoraggianti certamente si condurranno ulteriori indagini.

Giovedì, 20 Dicembre 2018 18:36

SELENIO E SISTEMA IMMUNITARIO.

16-11-2016

Enzimi e nutrienti antiossidanti sono indispensabili per proteggere il sistema immunitario dalle tossine presenti nell’ambiente e dalle sostanze chimiche rilasciate quando viene attivato il sistema immunitario. I macrofagi e i linfociti citotossici (cioè i linfociti che distruggono le cellule estranee) producono radicali liberi altamente reattivi per distruggere i microrganismi patogeni. Se dopo aver svolto il loro compito non vengono neutralizzati dagli antiossidanti, i radicali liberi danneggiano sia le cellule da cui provengono sia i tessuti circostanti. Il selenio è necessario per assicurare il buon funzionamento del più importante tra gli antiossidanti prodotti internamente, la glutatione perossidasi, un enzima che neutralizza i radicali liberi. Il selenio inoltre elimina i metalli tossici che possono inibire la risposta immunitaria. La carenza di selenio ostacola l’attività antiossidante, può causare un abbassamento delle difese immunitarie specifiche e non specifiche, far scendere il numero degli anticorpi e ridurre l’attività citolitica intracellulare. In caso di carenza di selenio i macrofagi presentano difetti provocati dai radicali liberi a livello della membrana. Fornendo ai macrofagi una quantità sufficiente di selenio, si ottiene un miglioramento dell’attività fagocitaria e una sopravvivenza più lunga. Il selenio è inoltre necessario per proteggere il timo dallo stress e dai radicali liberi; la sua carenza può determinare un calo degli ormoni timici. L’apporto integrativo di selenio stimola l’attivazione e la proliferazione dei linfociti, l’attivazione delle cellule natural killer, la produzione di anticorpi e la distruzione delle cellule tumorali da parte dei linfociti citotossici e dei macrofagi.

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