Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

07-01-2016

Dormire 1 ora durante la giornata aiuta a combattere l’ipertensione. Il rimedio naturale salva-vita risulterebbe efficace come i farmaci secondo quanto riportato da alcuni ricercatori greci durante la conferenza londinese dell’European Society of Cardiology. Lo studio greco ha visto coinvolte 386 persone dell’età media di 61 anni. Chi tra i partecipanti aveva come pratica fissa il dormire almeno 1 ora extra al giorno mostrava una pressione del sangue inferiore del 4% quando svegli e del 6% mentre dormivano rispetto a coloro che non avevano l’abitudine del “riposino pomeridiano”. Una riduzione anche minima come quella evidenziata durante lo studio favorirebbe un minor rischio di infarto del 10% e minori danni da ipertensione per cuore e arterie. Come ha spiegato il Dr. Kallistratos, cardiologo presso l’Asklepieion Voula General Hospital di Atene: “Malgrado il poeta William Blake affermi che è meglio pensare al mattino, agire a mezzogiorno, mangiare la sera e dormire la notte, il sonno di mezza giornata sembra avere importanti effetti benefici. Due importanti primi ministri del passato come Churchill e Thatcher erano sostenitori del riposino di metà giornata. Come riportato nel nostro studio avevano ragione in quanto il riposino di metà giornata sembra ridurre i livelli di pressione sanguigna e potrebbe con probabilità ridurre inoltre anche il numero di farmaci da assumere contro l’ipertensione”.

 

http://www.telegraph.co.uk/news/health/news/11831863/A-nap-a-day-could-save-your-life-research-suggests.html

07-01-2016

Mangiare con regolarità prosciutti, salsicce, salame, pancetta e simili aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare tutta una serie di malattie, come quelle cardiovascolari, il cancro, e morte precoce. Lo studio che mette in evidenza i rischi di una dieta scorretta è stato condotto seguendo per circa tredici anni, mezzo milione di persone di età compresa tra i 35 e i 70 anni, provenienti da dieci Paesi europei. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista BMC Medicine e riportano che chi è solito consumare insaccati, e carni lavorate in genere, vede aumentare in modo significativo il rischio di morte prematura. I ricercatori dell’Università di Zurigo hanno raccolto una mole di dati relativi alla dieta dei cittadini europei. I dati comprendevano il consumo personale di carne rossa, bianca e lavorata. Nello specifico, la carne rossa includeva quella di bovino, suino, equino e ovino; la carne bianca il pollame in genere, ma anche anatra e coniglio. Infine, la carne lavorata includeva prosciutti, salami, salsicce, pancetta e tutti i salumi e insaccati in genere. Durante il periodo di follow-up, una persona su 17 è morta. Di questi, chi mangiava circa 160 grammi al giorno di carne lavorata vedeva aumentare il rischio di morte del 44%, rispetto a coloro che ne mangiavano circa 20 grammi al giorno. Nei circa 13 anni di studio, ci sono stati 5.556 decessi per malattie cardiache e vascolari, 9.861 morti per cancro e 1.068 a causa di malattie respiratorie. Analizzando i dati per causa, si è scoperto che il consumo di carne lavorata era quello che aumentava maggiormente il rischio di malattie e morte prematura: nella fattispecie mangiare molta carne lavorata aumentava del 72% il rischio di malattie cardiovascolari e dell’11% il rischio di cancro.

 

http://www.biomedcentral.com/1741-7015/11/63

06-01-2016

Per dimagrire la cosa migliore da fare è eliminare cibi e bevande zuccherate, ma per avere denti perfetti questa pratica è sconsigliata. Lo dichiarano i ricercatori dell’Oral Health Cooperative Research Centre australiano, che hanno spiegato i rischi dovuti all’assunzione di cibi e bevande senza zucchero. La ricerca ha avuto come protagoniste assolute 15 diverse bevande zuccherate e diverse marche di caramelle con o senza zucchero. Dall’analisi è emerso che, in ogni caso il prodotto costituisce un danno per i denti seppur in maniera diversa. Infatti, mentre le bibite senza zucchero provocano meno carie dall’altra parte producono un aumento dell’erosione dei denti. Così come, la presenza di sostanze comunemente chiamate “chelanti”, come il citrato causano seri rischi per la superficie dentale. “Troppe persone non sanno che anche se ridurre l’apporto di zuccheri fa calare il rischio di carie, il mix di acidi in alcuni cibi e bevande può causare erosione, che è altrettanto dannosa”, dichiara Eric Reynolds, che ha coordinato lo studio al quotidiano The Australian. “Ormai un bambino su tre ha erosione dentale, e sembra proprio che stia diventando un problema sempre più grande man mano che si vedono più prodotti sugar-free”.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/303293.php

http://www.medicaldaily.com/sugar-free-candy-sodas-may-ruin-your-tooth-enamel-just-much-their-sugary-counterparts-363356

http://www.dentistrytoday.com/news/industrynews/item/566-sugar-free-drinks-are-bad-for-teeth-too

Mercoledì, 06 Gennaio 2016 12:38

DORMIRE POCO AUMENTA IL RISCHIO DI RAFFREDDORE.

06-01-2015

Riposare poco la notte aumenterebbe il rischio di raffreddore. A dirlo è uno studio dell’University of California di San Francisco coordinato da Aric Prather. Gli scienziati hanno scoperto che dormire meno di 6 ore per notte aumenta di 4,2 volte la probabilità di raffreddarsi rispetto a chi dorme almeno 7 ore. Il rischio aumenta di 4,5 volte se le ore di sonno sono meno di 5. I ricercatori hanno coinvolto 164 volontari nello studio, esponendoli al rinovirus dopo una settimana di sonno “controllato”. "Lo scarso sonno è stato più importante di qualsiasi altro fattore nel prevedere la probabilità di raffreddarsi", ha detto il dott. Prather. Un'altra ricerca ha svelato tuttavia l'utilità dell'acetato di zinco quale rimedio in caso di raffreddore. L'assunzione della sostanza nella misura di 80 mg al giorno determina una riduzione del 42 per cento della durata del tipico malessere di stagione. Per quanto riguarda i singoli aspetti del raffreddore, lo zinco sembra ridurre del 34 per cento la durata del naso che cola, del 37 la congestione nasale, del 33 la gola irritata, del 46 la tosse, del 22 gli starnuti e infine del 54 per cento i dolori muscolari. A schematizzare tali effetti ci ha pensato uno studio dell'Università di Helsinki pubblicato su BMC Family Practice. La ricerca ha analizzato tre studi randomizzati che hanno esaminato la durata dei diversi sintomi respiratori e sistemici.
Intanto, un gruppo di studiosi australiani mette in discussione la tesi secondo la quale è opportuno assumere molti liquidi quando si ha un comune raffreddore, febbre o bronchite. Quello di bere molto è uno dei consigli tradizionali dei medici per i loro pazienti in caso di malattie da raffreddamento, dettato dall'idea che occorra sostituire l'acqua persa dal corpo con la febbre, per compensare la minore assunzione di liquidi dovuta alla ridotta alimentazione e contribuire a diluire le mucose. I medici dell’University of Queensland, in Australia, la pensano diversamente e ritengono, anzi, che un'eccessiva assunzione di liquidi possa essere dannosa, mentre i supposti benefici sono soltanto teorici. In un articolo pubblicato sul British Medical Journal i medici sostengono che, sulla base dell’esperienza avuta trattando pazienti con infezioni respiratorie, è stato osservato che il corpo rilascia grandi quantità di un ormone che è in grado di conservare l’acqua. I medici suggeriscono che consumare acqua più del necessario potrebbe portare ad un sovraccarico di liquidi e alla successiva perdita dei sali di cui il corpo ha bisogno. I medici australiani fanno notare che non sono riusciti a trovare uno studio che dimostri l’utilità derivante da un’elevata assunzione di liquidi durante le malattie respiratorie. Essi sottolineano tuttavia che il loro articolo non vuole essere un suggerimento nei confronti dei pazienti a bere meno acqua, almeno fino al momento in cui ricerche scientifiche non abbiano confermato la loro tesi con certezza.

 

http://www.ucsf.edu/news/2015/08/131411/short-sleepers-are-four-times-more-likely-catch-cold

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26118561

http://www.biomedcentral.com/1471-2296/16/24

Mercoledì, 06 Gennaio 2016 12:36

FARMACI CHE "BRUCIANO" LE VITAMINE.

06-01-2016

- ANFETAMINE: riducono l'assorbimento di vitamina C.

- ANTIBIOTICI: riducono l'assorbimento di vitamina A, acido folico, riboflavina, piridossina.

- ANTICOAGULANTI: riducono l'assorbimento di vitamina K e C.

- ANTICONVULSIVANTI: riducono l'assorbimento di vitamina D, B12, biotina.

- ANTIDEPRESSIVI: riducono l'assorbimento di vitamina C.

- ANTIEPILETTICI: riducono l'assorbimento di vitamina E.

- ANTIULCERA: riducono l'assorbimento di acido folico.

- BARBITURICI: riducono l'assorbimento di acido folico, riboflavina.

- CORTICOSTEROIDI: riducono l'assorbimento di vitamina A, alcuni anche la D.

- PILLOLA ANTICONCEZIONALE: riduce l'assorbimento di vitamina A, C, E, acido folico, riboflavina.

- LASSATIVI: quelli a base di olio minerale inibiscono l'assorbimento di vitamina D.

06-01-2016

I pesci tropicali considerati da sempre bellissimi sono vettori di insidie inimmaginabili per la nostra salute, soprattutto per i soggetti più deboli. Nei nostri acquari, secondo un recente studio dell'Oregon State University, in cui fanno bella mostra dei magnifici pesci tropicali, si celano pericolosissime malattie killer derivanti da alcune specie importate. Chi ha un acquario in casa con pesci tropicali è ad alto rischio di infezioni batteriche e malattie persino mortali, perché da quanto si è appreso molti tipi di batteri e virus presenti nei pesci stessi sono sorprendentemente resistenti agli antibiotici. Venendo al nocciolo della questione i pesci importati da luoghi esotici si portano appresso anche infezioni batteriche che non possono essere trattate e di conseguenza possono diffondersi tra gli esseri umani.
Tra le infezioni batteriche a cui si può andare incontro c’è l’otite, la polmonite, la congiuntivite dovute allo Pseudomonas, mentre lo Staphylococcus è responsabile di infezioni quali foruncoli, follicoliti, impetigine e altre patologie causate da tossine che provocano sindrome da cute ustionata, sindrome da shock tossico e in alcuni casi anche setticemie estremamente gravi. Anche se lo studio sostiene che il passaggio di malattie tra i pesci e gli esseri umani è raro, le persone che possiedono o lavorano a contatto di pesci tropicali e quelli che hanno uno scarso sistema immunitario sono i soggetti più a rischio. Ragion per cui si raccomanda la massima attenzione nell’acquisto di pesci tropicali ed evitare la pulizia degli acquari con tagli aperti o piaghe sulla pelle. Si raccomanda di essere molto oculati nell’acquisto di determinate specie di pesci e di separare i nuovi acquisti per almeno 30 giorni, da quelli che si hanno già a casa. Un pesce che risulta ammalato deve essere immediatamente rimosso dall’acquario e non si devono utilizzare antibiotici se non sotto prescrizione veterinaria.

 

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2263812/Tropical-fish-diseases-passed-humans-Humans-risk-impetigo-pneumonia-diseases-drug-resistant-tropical-fish.html

http://www.medicaldaily.com/danger-lurking-your-tank-disturbing-number-pet-fish-carry-deadly-superbug-can-infect-humans-244320

http://oregonstate.edu/ua/ncs/archives/2013/jan/ornamental-fish-industry-faces-problems-antibiotic-resistance

05-01-2016

La rimozione dell’appendice è ormai un intervento chirurgico di routine. Questa parte del nostro corpo è sottovalutata e spesso considerata inutile per il nostro organismo. In realtà, secondo i ricercatori australiani dell’Istituto Walter and Eliza Hall di Melbourne, essa gioca un ruolo fondamentale nel sistema digestivo e nel sistema immunitario. Infatti, le cellule immunitarie in caso di infezione all’intestino, si collocano nell’appendice per difenderlo e collaborano con questa, per sopperire ad attacchi di avvelenamento da cibo o per altre malattie batteriche. Infatti, i risultati della ricerca, con a capo Gabrielle Belz della divisione immunologia molecolare dell’Istituto, in associazione con l’immunologo francese Eric Vivier, mostrano come le cellule linfoidi innate (ILCs) riparino l’appendice da batteri nocivi e ristabiliscano la salute del sistema digestivo. Grazie a questa scoperta sarà possibile riuscire a creare nuove difese per il cancro all’intestino, per la sindrome dell’intestino irritabile e anche per l’appendicite. “Questo è particolarmente importante perchè le ILCs possono sopravvivere nell’intestino anche durante i trattamenti contro il cancro, che tipicamente uccidono le altre cellule immunitarie. La loro capacità di resistere alla chemioterapia e alla radioterapia apre nuove strade di ricerca sui trattamenti del cancro“, conclude Belz.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2015/11/151130130021.htm

http://www.wehi.edu.au/news/immune-cells-make-appendix-silent-hero-digestive-health

http://www.nature.com/ni/journal/vaop/ncurrent/full/ni.3332.html

05-01-2016

Gli animali domestici divengono spesso parte integrante della famiglia, a tal punto che alcune persone condividono con loro persino il letto. Una nuova indagine rivela che negli Stati Uniti il 56% di proprietari di cani permette al proprio animale di dormire accanto a loro. Tuttavia, secondo gli studiosi, quest'abitudine potrebbe comportare dei rischi per la salute. “A volte ci dimentichiamo che non sono i nostri figli. Essi sono animali domestici e, inoltre, hanno la loro stessa vita e ci sono malattie che possono essere trasmesse”, ha spiegato il dottor Bruno Chomel, veterinario presso l’University of California. Chomel è uno degli autori di una ricerca condotta dal Center for Disease Control al fine di scoprire se un contatto molto stretto con gli animali domestici possa comportare dei rischi per la salute umana. Dallo studio è emerso che cani e gatti possono essere veicolo di agenti patogeni e dunque portare zoonosi, termine con cui si intendono le malattie che dagli animali si trasmettono all'uomo. Tra queste, gli esperti hanno individuato anche la meningite. Per questo motivo secondo gli esperti andrebbero evitate certe abitudini (come quella di dormire con il proprio animale domestico o quella di baciarlo) e soprattutto gli animali dovrebbero essere regolarmente sottoposti a visite veterinarie. D'altra parte è bene ricordare i benefici che comporta la convivenza con un animale domestico e il valore educativo che questa riveste per i più piccoli. Inoltre - come dimostrato da uno studio condotto dai ricercatori del Children’s Hospital di Boston e dell’University of Cincinnati (USA) e pubblicato sulla rivista Journal of Pediatrics - se in casa c’è un cane i bambini sono più protetti dalle allergie. Come ha spiegato infatti Tolly Epstein, una delle autrici dello studio, “i bambini che stanno a lungo a contatto con i cani diventerebbero nel tempo tolleranti ai loro allergeni”.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3298380/

http://www.jpeds.com/article/S0022-3476(10)00604-9/abstract

http://www.sciencedaily.com/releases/2010/09/100930093229.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-09/ehs-doi092710.php

Martedì, 05 Gennaio 2016 13:44

COME SAPERE SE UN UOVO E' FRESCO?

05-01-2016

1. Nelle uova appena deposte il tuorlo sta al centro; man mano che l'uovo invecchia il tuorlo si sposta lateralmente. Una volta cucinate le uova sode, sbucciatele e tagliatele a metà per vedere la posizione del tuorlo.

2. Le uova appena deposte, messe in un bicchiere d'acqua, affondano; con il passare dei giorni una parte dell'acqua in esse contenuta evapora attraverso i pori del guscio, perciò l'aria che si forma all'interno aumenta e le fa galleggiare più facilmente.

05-01-2016

Il carciofo è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Asteracee, la stessa a cui appartengono cardo, bardana e tarassaco. Accanto alle sue proprietà amare, note da secoli dalla medicina erboristica, la ricerca moderna ha evidenziato attività epatiche e biliari. Il carciofo, infatti, stimola la coleresi e agisce come epatoprotettivo. Il carciofo contiene cinarina e acido caffeico, composti flavonici, tannini, mucillaggini, vitamine, enzimi, ferro, manganese e inulina. A scopo terapeutico sono usate foglie e radici; anche il fiore crudo possiede le stesse proprietà curative, benché in misura minore. Cinarina e acido caffeico sono in grado di migliorare la steatosi epatica e di proteggere dai danni causati dalla superalimentazione. Gli estratti di carciofo possono fluidificare la bile e migliorare il quadro funzionale del soggetto dispeptico, attivare il metabolismo epatico del colesterolo e ridurre il rischio di calcolosi biliare.

PROTEZIONE EPATICA

In esperimenti in vivo il carciofo ha mostrato effetti epatoprotettivi, dovuti a una attività antiossidante, attribuiti in particolare a cinerina e acido caffeico. Il carciofo ha mostrato anche di esercitare un’azione rigeneratrice sulla cellula epatica.

AUMENTO DELLA PRODUZIONE BILIARE

L'azione coleretica del carciofo, nota da molti secoli, è accompagnata dal miglioramento della funzionalità epatocellulare e della secrezione epatica di bile dose-dipendente. Questa attività è esercitata in particolare dai composti caffeilchinici, anche se secondo alcuni autori sono numerosi i principi attivi del carciofo che stimolano la produzione biliare.

RIDUZIONE DEL COLESTEROLO

Questa azione è in parte legata all'aumento della coleresi, e pertanto all'escrezione dei sali biliari ricchi di colesterolo, e in parte all'inibizione della biosintesi del colesterolo stesso. In studi in vivo è stata osservata la riduzione delle placche aterosclerotiche in animali nutriti con dieta aterogenica a cui era stato somministrato estratto di carciofo. La revisione dei risultati di una recente metanalisi per valutare gli effetti dell'estratto di foglie di carciofo rispetto al placebo nel trattamento dell'ipercolesterolemia, ha evidenziato che 1.800-1.920 mg al giorno di estratto secco per 9-12 settimane è efficace nella riduzione del colesterolo totale e LDL. In uno studio clinico controllato, 143 pazienti con colesterolemia superiore a 280 mg/dl hanno ricevuto estratto secco di foglie di carciofo (1.800 mg) o un placebo per 6 settimane. Al termine della sperimentazione fu osservata una riduzione del colesterolo totale del 18,5% nei soggetti che avevano assunto carciofo, contro l'8,6% del gruppo placebo, mentre la riduzione del colesterolo LDL fu del 22,9% del gruppo verum, contro il 7,2% del gruppo placebo.

DISPEPSIA

Il carciofo promuove l'incremento della secrezione cloropeptica, delle capacità digestive del succo duodenale e stimola la motilità del tratto gastroenterico. L'effetto antidispeptico è conseguente a quello coleretico che, grazie alla stimolazione epatica di bile e acidi biliari, promuove la digestione. In uno studio sono state reclutati 247 soggetti con dispepsia funzionale per valutare l'efficacia del carciofo in questa condizione. Lo studio, randomizzato, in doppio cieco controllato, prevedeva l'assunzione di 320 mg 2 volte al giorno di estratto di carciofo per 6 settimane. Nel gruppo che aveva assunto carciofo è stato evidenziato un significativo miglioramento nel punteggio globale dei sintomi, rispetto ai soggetti placebo, confermando la capacità di questo fitocomplesso di migliorare sintomi della dispepsia quali nausea e vomito (95%), dolori addominali (75%) e dolori crampiformi (25%).

SINDROME DELL'INTESTINO IRRITABILE (IBS)

In alcuni studi l'estratto di carciofo ha mostrato di migliorare i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile. In uno di essi è stata osservata la riduzione dell'incidenza di IBS nel 26,4% dei pazienti dopo il trattamento con carciofo. Valutando il NDI (Nepean Dyspepsia Index - indice designato a misurare la qualità della vita nei soggetti dispeptici) è stata osservata la riduzione dei sintomi nel 41% dei pazienti, con un miglioramento del 20% nella qualità della vita.

INCREMENTO DELLA DIURESI

Per questa attività, il carciofo è utile nelle oligurie, negli edemi epatici e in generale in tutte le condizioni in cui sia necessario stimolare l’eliminazione di acqua, cloruri e urea. L’effetto diuretico, piuttosto rilevante, si manifesta almeno dopo 3 giorni di assunzione.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14653829

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15353023

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