Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Sabato, 02 Gennaio 2016 07:56

SPECIALE VEGETARIANESIMO/VEGANESIMO.

02-01-2016

Ho deciso di scrivere questo speciale perché in questo periodo si sta verificando una grave tendenza ad abbracciare il vegeterianesimo e veganesimo, diete altamente sbilanciate e pericolose per gli esseri umani. Ormai la situazione è molto avanzata e oggi fa molto raffinato dire di appartenere a questa schiera di talebani. In realtà, a prescindere dalle caratteristiche fisiologiche umane che non sono da dieta vegetariana (saremmo stati creati con quattro stomaci, con mandibole da ruminante senza canini e senza acido cloridrico nello stomaco) un motivo per virare verso questa alimentazione c’è ed è molto preoccupante. Grazie agli studi del dott. Selye, sappiamo che, per adattarsi a uno stress, l’organismo umano risponde attraverso la famosa Sindrome di Adattamento Generale che si divide in tre fasi: fase di Allarme, fase di Adattamento e fase di Esaurimento.
Con la prima fase, viene attivata una risposta del Sistema Simpatico in modo da produrre maggiore energia. Questo, quasi sempre consente di superare lo stress. Ma se esso è troppo importante o prolungato si passa alle altre due fasi fino ad arrivare a quella di esaurimento in cui, per non autodistruggersi, l’organismo frena tutto il metabolismo attivando una risposta del Sistema Parasimpatico. Questo meccanismo, oltre a numerosi cambiamenti della fisiologia umana, comporta anche la riduzione di produzione di acido cloridrico nello stomaco. Per questo motivo le proteine sono mal digerite e la gente si sente meglio non mangiandole. La conseguenza è però un’ulteriore riduzione di acido e di produzione energetica per cui il passo successivo sono i digiuni. A questo punto i danni alla salute sono molteplici. Quindi, il fatto che la gente tenda a passare al vegetarianesimo significa che si trova nella fase di Esaurimento da stress! E questo è molto preoccupante. Posso accettare le diete latto-ovo vegetariane ma quella vegana è veramente deleteria e pericolosa. Presenta circa otto carenze nutrizionali principali fra cui ricordo:

- Vitamina B 12: in poco tempo questa carenza può provocare anemia perniciosa, patologia irreversibile per cui mortale. Non è vero che si ottiene la vitamina da fonti vegetali perché in quella forma non è biodisponibile. Attenzione che questa carenza è stata anche associata a disturbi mentali e schizofrenia (forse per questo i vegani sono così talebani e irascibili?).

- Creatina: necessaria per la funzione dei mitocondri.

- Carnosina: è un potente antiossidante, le sue più alte concentrazioni si trovano nei muscoli e nel cervello.

- Vitamina D3: sarebbe necessario un libro per descrivere tutte le sue funzioni ma io ne parlo spesso quindi potete trovare informazioni sul sito.

- DHA (omega-3 di derivazione animale): come la D3 è necessario per mille funzioni.

- Ferro-eme: provoca anemia.

- Taurina: fondamentale per la disintossicazione e inibizione dei radicali liberi.

- Zolfo: iperomocisteinemia (livelli ematici elevati di omocisteina, che può portare a coaguli di sangue nelle arterie, infarto e ictus), per cui maggior vulnerabilità dei vegetariani per le malattie cardiovascolari.

Oltre a queste carenze, questa dieta esageratamente ricca in soia (tutti sapete cosa ne penso) utilizzata come alternativa proteica, comporta alcuni eccessi di nutrienti come rame, manganese e fitosteroli. Queste sostanze danneggiano il sistema nervoso, gli ormoni (specie quelli femminili) e sono stati messi in relazione anche allo sviluppo di cancro (quando in eccesso).
Vi sembra sufficiente? Vorrei che qualcuno mi spiegasse il perché utilizzare questa dieta tanto sbilanciata al punto che, senza supplementazione, le carenze sono matematiche. Potrebbe anche in questo caso essere una questione di mercato considerando che l’industria si è buttata di gran carriera a produrre i più disparati prodotti per vegani? Ricordatevi che se un vegano si sente bene, spesso è perché sgarra e di nascosto mangia prodotti animali.

Sabato, 02 Gennaio 2016 07:55

FRITTURE: SAPORITE MA PERICOLOSE.

02-01-2016

La frittura è un processo fisico-chimico complesso, durante il quale avvengono trasformazioni sia nell'olio sia nell'alimento che viene fritto:

Trasformazioni nell'olio: sono tutte negative e provocano la formazione di sostanze dannose:
- Saturazione degli acidi grassi: gli acidi grassi insaturi diventano saturi (come i grassi animali) e quindi perdono le loro proprietà benefiche (specialmente quella di proteggere dal colesterolo).
- Formazione di perossidi e idroperossidi: sono derivati degli acidi grassi, che agiscono come radicali liberi e favoriscono l'arteriosclerosi.
- Formazione di acidi grassi trans, che aumentano il livello del colesterolo.
- Formazione di acidi grassi liberi per idrolisi dei trigliceridi, che conferiscono un sapore sgradevole all'olio.
- Formazione di sostanze volatili irritanti, come l'acroleina e vari idrocarburi e alcoli.

Trasformazioni nell'alimento:
- Evaporazione dell'acqua contenuta nell'alimento.
- Assorbimento dell'olio, fino a raggiungere dal 5% al 40% del peso totale. Le patate fritte contengono circa il 40% di olio.
- Formazione di una crosta costituita da proteine coagulate e carboidrati caramellati, che conferisce un sapore e una consistenza gradevole ma priva di valore nutritivo.

CONSIGLI PER LE FRITTURE

1. Usare olio di oliva: è il più adatto per friggere, perchè:
- Resiste meglio alle temperature elevate (160°-200° C) che si registrano durante la frittura.
- E' più stabile degli oli di semi e si decompone più lentamente.
- Impregna meno l'alimento rispetto agli oli di semi.

2. Evitare il surriscaldamento: la frittura deve essere fatta alla temperatura più bassa possibile e non dovrebbe mai oltrepassare i 170° C. Se si usa una friggitrice elettrica, occorre regolare il termostato a una temperatura bassa o media. L'olio è surriscaldato quando:
- comincia a fumare;
- acquista un colore scuro.

3. Evitare l'acqua: prima di friggere gli alimenti, si consiglia di asciugarli molto bene, perchè l'acqua favorisce l'idrolisi e decompone l'olio.

4. Filtrare l'olio dopo ogni frittura, per eliminare i residui degli alimenti che rimangono a galla nell'olio e che favoriscono l'ossidazione e la scomposizione dell'olio.

5. Cambiare l'olio spesso: non si dovrebbe usare più di due o tre volte per friggere, specialmente se si è surriscaldato.

6. Non friggere carne, nè prodotti a base di carne: si producono sostanze cancerogene.

Sabato, 02 Gennaio 2016 07:54

VANTAGGI E SVANTAGGI DEL MIELE.

02-01-2016

VANTAGGI

- Apporta energia molto rapidamente: gli zuccheri che contiene (glucosio e fruttosio) non hanno bisogno di essere digeriti, perciò vengono subito assorbiti e passano nel sangue apportando energia a tutte le cellule dell'organismo.

- Contiene piccole quantità di vitamine del gruppo B e minerali (calcio e fosforo), che favoriscono la combustione degli zuccheri nelle cellule.

- E' antisettico: applicato sulla pelle e sulle mucose (all'interno del naso, della bocca, della faringe) distrugge i germi patogeni, azione dovuta a diversi fattori, quali:
1. la sua alta concentrazione di zuccheri che impedisce lo sviluppo dei batteri;
2. la presenza di sostanze specifiche (inibine), che distruggono numerosi germi patogeni, come lo stafilococco e il bacillo della difterite.

- Non sciupa lo smalto dei denti: il miele ha un pH acido ed è ricchissimo di zuccheri, ma non erode assolutamente lo smalto e non favorisce l'insorgere della carie.

- Possiede proprietà curative.

SVANTAGGI

- Botulismo: il miele non ha batteri patogeni, ma può contenere le spore di alcuni microrganismi, come il clostridium botulinum. Se le condizioni ambientali sono favorevoli, e ciò accade per esempio nell'intestino umano, queste spore si trasformano in germi patogeni e causano la gravissima malattia del botulismo. I lattanti sono in genere più esposti a questo pericolo, perchè hanno difese più deboli: si consiglia perciò di non somministrare miele ai bambini minori di 1 anno.

- Allergia: si può manifestare con prurito alla bocca, disturbi digestivi o addirittura con shock anafilattico grave; può esser dovuta sia alle proteine prodotte dalle ghiandole dell'ape sia ai grani di polline contenuti nel miele.

- Diabete: è meglio tollerato dello zucchero bianco, ma si deve usare con molta cautela.

- Tipi di miele tossico: le api, per istinto naturale, non suggono i fiori delle piante tossiche, ma si sono verificati casi in cui il miele conteneva alcaloidi di stramonio o glucosidi della digitale. L'abilità e l'attenzione degli apicultori esperti fanno sì che questi casi siano rarissimi.

Sabato, 02 Gennaio 2016 07:52

I MIGLIORI CIBI DELLA TAVOLA INVERNALE.

02-01-2016

Starnuti, naso chiuso e influenza sono i principali problemi della stagione fredda. Sapevate che il modo migliore per combatterli a tavola è fatto di tre ingredienti fondamentali? Pollo, aglio e cipolla. E conoscete le proprietà degli ortaggi per evitare i mali di stagione? Ma andiamo per ordine…

BRODO DI POLLO CONTRO IL RAFFREDDORE

Se il raffreddore è già arrivato, preparate un brodo di pollo. La cisteina contenuta in questo brodo aiuta a fluidificare il muco dei bronchi, l’aglio e la cipolla, invece, servono a rinforzare l’organismo dall’attacco dei virus influenzali e parainfluenzali. Una spolverata di peperoncino aggiunto a fine cottura contribuirà a proteggere dall’infiammazione. Gli ingredienti che vi occorrono sono: 400 g di pollo; ½ cipolla; 1 spicchio di aglio; 2 pomodorini; un pizzico di peperoncino in polvere; 1 mazzetto di prezzemolo; sale quanto basta. Metteteli tutti in una pentola con ½ litro di acqua e fate bollire per circa 1 ora.

CAROTE E MIELE PER SALVARE LA VOCE

Se oltre ad avere il raffreddore, vi si è abbassata la voce provate con un “rimedio della nonna”: un centrifugato di carote fresche e un cucchiaino di miele da bere durante la giornata.

UN’IDEA NATURALE ANTITOSSE

La fastidiosa tosse può essere sedata bevendo il succo di un limone con un cucchiaio di miele, mentre tagliare delle fette di patata e metterle sulla fronte fermate con un foulard aiuta contro il mal di testa da influenza.

GLI ORTAGGI OK CONTRO IL RAFFREDDORE

Esistono alimenti che aiutano l’organismo a prevenire le malattie tipiche della stagione invernale ed eventualmente farle durare meno quando si presentano. Quali sono questi alimenti? Sono gli ortaggi invernali, soprattutto quelli ricchi di vitamina A, che si trova in:

• spinaci;
• cicoria;
• zucca;
• fagiolini;
• ravanelli;
• zucchine;
• carote;
• broccoletti.

Ci sono poi i legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche): oltre che appetitosi, contengono ferro e sono anche ricchi di fibre, utili per aiutare l´organismo a smaltire i sovraccarichi di cibo e migliorare la funzionalità intestinale. C’è poi un motivo in più per consumarli. Le zuppe calde a base di legumi innalzano la temperatura corporea e ci espongono meno alle aggressioni delle malattie quando le colonnine di mercurio scendono.

Giovedì, 31 Dicembre 2015 07:44

LO YOGA EFFICACE CONTRO LA DEPRESSIONE.

31-12-2015

Non solo rende flessuosi e rilassati, lo yoga è efficace anche contro la depressione almeno di medio livello tanto quanto i farmaci antidepressivi veri e propri o la psicoterapia. Uno studio epidemiologico della prestigiosa Duke University ha esaminato 16 precedenti ricerche sugli effetti della pratica di origine orientale sulle malattie mentali. Il risultato pubblicato sulla rivista "Frontiers in psychiatry" rivela che lo yoga non ha successo su disturbi quali il disturbo da deficit dell'attenzione o la schizofrenia, ma per depressione, insonnia e ansia funziona, diminuendo notevolmente i sintomi in pazienti che non prendono contemporaneamente alcun medicinale anti-depressione. In una indagine su 70 anziani, tutti con diagnosi clinica di depressione - spiega lo studio - il 40% dei volontari ha evidenziato un netto miglioramento psicologico dopo 6 mesi di una sessione di yoga a settimana. Risultati analoghi di un altro studio su 40 persone gravemente insonni: lo yoga ha ridotto notevolmente il bisogno di ricorrere a farmaci per dormire.

 

http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fpsyt.2012.00117/abstract

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23355825

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2013-01/f-fps012213.php

Giovedì, 31 Dicembre 2015 07:40

VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE ALGHE.

31-12-2015

VANTAGGI

- Prevengono il gozzo: quando si assume poco iodio attraverso gli alimenti, come accade in alcune zone di montagna, la ghiandola tiroide aumenta molto di volume e forma un rigonfiamento nel collo, subito sotto la gola, che è conosciuto con il nome di gozzo. Un pizzico di alghe in qualsiasi condimento fornisce iodio in abbondanza per una famiglia media ed evita la possibilità di soffrire di gozzo per mancanza di iodio.

- Apportano minerali: le alghe costituiscono una buona fonte di calcio, magnesio e ferro.

- Saziano: le gomme o mucillagini delle alghe ritengono fino a 10 volte il loro peso in acqua e si gonfiano nello stomaco, procurando una sensazione di sazietà; perciò sono molto utili per ridurre l'appetito durante le cure dimagranti.

- Combattono l'acidità di stomaco: le gomme o mucillagini delle alghe ritengono succhi gastrici e agiscono come un antiacido naturale.

- Sono lassative: le gomme mucillaginose delle alghe aumentano il volume delle feci e le rendono più morbide, favorendo un'evacuazione naturale.

- Accelerano il metabolismo e combattono l'obesità: per il loro contenuto di iodio, le alghe facilitano la produzione di ormoni nella ghiandola tiroide. Questi ormoni accelerano la combustione dei carboidrati e dei grassi e perciò sono consigliati in tutte le cure dimagranti.

- Riducono il colesterolo: uno degli effetti delle gomme o mucillagini è quello di impedire l'assimilazione del colesterolo. Perciò il consumo regolare di alghe riduce il livello di colesterolo nel sangue.

SVANTAGGI

- Sapore: ricorda quello del pesce e alcune persone non lo gradiscono.

- Contenuto elevato di sodio: gli ipertesi devono consumarle con moderazione.

- Sconsigliate in caso di ipertiroidismo: l'elevato apporto di iodio delle alghe è indicato per tutti, tranne per chi soffre di ipertiroidismo (funzionamento eccessivo della ghiandola tiroide). In questo caso si deve evitare il consumo di alghe.

31-12-2015

Le donne anziane che bevono tre o più tazze al giorno di tè nero ricco in flavonoidi hanno un rischio significativamente più basso di ricoveri legati a fratture patologiche rispetto alle donne che non assumono flavonoidi giornalmente. I flavonoidi possono aumentare la salute delle ossa tramite le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Studi precedenti hanno trovato legami positivi tra assunzione di flavonoidi con la dieta e la densità minerale ossea.
Gli alimenti ricchi in flavonoidi sono:

- cipolle;
- prugne secche;
- mirtilli;
- arance;
- funghi;
- sedano;
- semi di finocchio;
- tè verde.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26269364

http://daa.asn.au/for-the-public/smart-eating-for-you/smart-eating-newsletter/flavonoids-in-tea-may-protect-against-bone-fractures/

Mercoledì, 30 Dicembre 2015 07:14

LATTICINI: 8 MOTIVI PER ELIMINARLI DALLA DIETA.

30-12-2015

Il latte ed i suoi derivati non sono necessari nella dieta e possono essere dannosi per la salute. Secondo uno studio condotto da “Physicians Commitee for Responsible Medicine Consumate”, sono otto i motivi scientifici per eliminare i latticini dalla propria alimentazione.

1. OSTEOPOROSI

L’Harvard Nurses’ Health Study che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto protettivo sul rischio di fratture. L’aumentata introduzione di calcio attraverso latticini infatti era associato con un rischio di fratture più elevato.

2. MALATTIE CARDIOVASCOLARI

I latticini - inclusi formaggio, gelati, latte, burro e yogurt - contribuiscono ad elevare il contenuto di colesterolo LDL nella dieta e possono aumentare il rischio di numerose malattie croniche, comprese quelle cardiovascolari. L’arteriosclerosi, ovvero la lesione e indurimento dei vasi sanguigni, è una malattia molto diffusa nei paesi occidentali dove il consumo di latte è diffuso, mentre è poco diffusa in oriente dove invece non vi è un grosso consumo. Una dieta che elimini i derivati del latte, in combinazione con abolizione del fumo, attività fisica e controllo dello stress, può non solo prevenire le malattie cardiache, ma addirittura renderne reversibile il decorso.

3. CANCRO

Sono stati messi in stretta relazione alcuni tumori, come ad esempio quello dell’ovaio, con il consumo di latticini. Secondo uno studio condotto dall’Università di Harvard, il loro consumo aumenta la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, e questo può accumularsi nel sangue e danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiedono inoltre livelli di tali enzimi particolarmente bassi, e il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.

4. DIABETE

Il diabete insulino-dipendente (tipo I o diabete giovanile) è correlato al consumo di latticini. Studi epidemiologici in diversi Paesi dimostrano la presenza di un forte legame tra l’uso dei derivati del latte e l’incidenza di diabete insulino-dipendente. Nel 1992 alcuni ricercatori hanno individuato una proteina specifica del latte che potrebbe innescare una reazione autoimmunitaria in grado di distruggere le cellule pancreatiche deputate alla produzione di Insulina.

5. INTOLLERANZA AL LATTOSIO

L’intolleranza al lattosio è un fenomeno comune in molte popolazioni e negli USA colpisce circa il 95% dei soggetti di origine asiatica, il 74% dei nativi, il 70% dei soggetti di origine africana, il 53% dei soggetti di origine messicana, mentre colpisce il 15% dei soggetti di razza caucasica. La sintomatologia, che include problemi gastrointestinali, diarrea e flatulenza, compare perché l’organismo di tali individui non possiede gli enzimi deputati alla digestione dello zucchero presente nel latte, il lattosio, appunto. In più oltre ad essere vittime di questi problemi, coloro che bevono latte rischiano di diventare soggetti a rischio di sviluppare altre malattie croniche ed altri disturbi.

6. TOSSICITA’ DA VITAMINA D

Il consumo di latte non fornisce una fonte valida di vitamina D nella dieta. Differenti campioni dell’alimento sono stati trovati contenere quantità molto variabili di vitamina D. In alcuni di questi ne era presente una quantità cinquecento volte superiore a quella indicata, mentre altri ne contenevano quantità insufficienti o questa vitamina era addirittura assente. Un eccesso di vitamina D può essere quindi tossico e complice di un eccessivo aumento dei livelli di calcio in sangue ed urine, di aumentato assorbimento di slluminio e di depositi di calcio nei tessuti molli (calcificazioni ectopiche).

7. CONTAMINAZIONE

Ormoni sintetici come ad esempio il ricombinante dell’ormone della crescita bovino (rBGH), sono comunemente usati nelle mucche per aumentare la produzione di latte. Le mucche producono quantità di latte in eccesso rispetto a quanto previsto dalla natura, e per tale motivo sono vittime di mastiti o infiammazioni delle mammelle. Il trattamento di queste patologie richiede l’uso di antibiotici e sono stati rilevati tracce di questi farmaci e di ormoni in campioni di latte e di latticini. Altre sostanze che contaminano frequentemente il latte sono i pesticidi ed altri farmaci.

8. PROBLEMI PER LA SALUTE NEI BAMBINI

Proteine del latte, zuccheri del latte e grassi saturi presenti nei latticini possono essere causa di rischi per la salute nei bambini, portando allo sviluppo di malattie croniche quali obesità, diabete e formazione di placche arteriosclerotiche, causa di patologie cardiache. L’American Academy of Pediatrics raccomanda che ai bambini al di sotto di un anno non venga dato latte vaccino intero. Le coliche addominali sono un ulteriore problema correlato al consumo di latte: un bambino su cinque soffre di coliche e i pediatri ne hanno individuato da tempo la causa nel latte vaccino. Secondo la ricerca, quando la madre che allatta il bimbo al seno consuma latte vaccino, il piccolo può andare incontro a coliche addominali. Gli anticorpi della mucca possono passare, infatti, attraverso il circolo ematico materno, nel latte materno stesso e da qui all’organismo. Anche le allergie alimentari sono comunemente causate dal consumo di latte mentre uno studio recente mette in correlazione il dannoso alimento con la stipsi cronica del bambino.

Mercoledì, 30 Dicembre 2015 07:12

SEDANO: GAMBI PIENI DI PROTEZIONE.

30-12-2015

Gli antichi romani, notoriamente festaioli, portavano corone di sedano per prevenire i postumi delle sbornie e, forse, da qui deriva l'usanza di mettere un gambo di sedano nel Bloody Mary. Benchè sia tutt'altro che dimostrato che un simile copricapo protegga dalle conseguenze di aver alzato un pò troppo il gomito, il sedano ha altre proprietà curative. Questo rappresentante della famiglia del prezzemolo contiene sostanze che possono aiutare ad abbassare la pressione e forse anche a prevenire i tumori. Il sedano è inoltre una buona fonte di fibra insolubile e di numerosi altri nutrienti essenziali tra cui potassio, vitamina C e calcio. Nella medicina popolare asiatica il sedano è stato utilizzato per secoli per curare l'ipertensione. Negli Stati Uniti c'è voluto un signore con la pressione alta e molta costanza per convincere i ricercatori dell'University of Chicago Medical Center a sperimentare scientificamente questo rimedio. Tutto cominciò quando un certo Mr. Lee si vide diagnosticare una leggera ipertensione. Anzichè ridurre il consumo di sale come gli consigliava il suo medico, Mr. Lee cominciò a mangiare circa un etto di sedano al giorno (più o meno quattro gambi). Nel giro di una settimana la pressione gli scese da 158/96 a 118/82. Il dottor William J. Elliott, che all'epoca era assistente di medicina, farmacologia e fisiologia all'University of Chicago, decise di verificare l'efficacia del sedano iniettando ad alcuni animali da esperimento una piccola dose di 3-N-butil ftalide, una sostanza chimica che si trova in questa pianta. Una settimana dopo, la pressione delle cavie era scesa in media del 12-14 per cento. Si scoprì così che la ftalide rilassava i muscoli delle arterie che regolano la pressione sanguigna, provocando vasodilatazione, spiega il dottor Elliott. Inoltre riduceva i livelli ematici delle catecolamine, i cosiddetti ormoni dello stress, e anche questo probabilmente era utile perché le catecolammine di solito provocano vasocostrizione e quindi un innalzamento della pressione.
Se avete la pressione alta e un pò di voglia di sperimentare, provate a mettere in pratica la strategia della medicina popolare asiatica: mangiate quattro o cinque gambi di sedano al giorno per una settimana, sospendete per tre settimane e ricominciate il ciclo. L’importante è non esagerare mettendosi a mangiare sedano a chili, perché contiene circa 35 milligrammi di sodio per gambo, che ad alcune persone possono far salire anziché scendere la pressione. Chi avrebbe mai detto che sgranocchiare gambi di sedano servisse a prevenire i tumori? Eppure il sedano contiene una serie di sostanze che, a detta degli esperti, possono evitare la diffusione delle cellule tumorali. Tanto per cominciare, il sedano è ricco di alcuni composti acetilenici dalla dimostrata capacità di fermare la crescita delle cellule tumorali. Inoltre il sedano contiene acidi fenolici che bloccano l’azione di sostanze ormono-simili come le prostaglandine, alcune delle quali, favoriscono lo sviluppo dei tumori.

CONSIGLI

- Mangiate la foglia. Se i gambi di sedano sono un snack molto sano, la maggior parte dei nutrienti si trova in realtà nelle foglie.

- Servitelo come più vi piace. Molti alimenti perdono nutrienti durante la cottura, ma la maggior parte delle sostanze contenute nel sedano resiste bene alle alte temperature. Una tazza di sedano, sia crudo sia cotto, contiene circa 9 milligrammi di vitamina C, pari al 15 per cento del fabbisogno giornaliero, 426 milligrammi di potassio, pari al 12 per cento, e 60 milligrammi di calcio, che corrispondono al 6 per cento.

- Non dimenticate i semi. I semi di sedano, che si possono aggiungere alle minestre, agli stufati, ecc., e si trovano nel reparto spezie di tutti i supermercati, hanno un altissimo valore nutrizionale: un cucchiaio di semi contiene 3 milligrammi di ferro, pari al 17 per cento del fabbisogno giornaliero.

30-12-2015

Nel nostro corpo vivono naturalmente milioni di batteri buoni e cattivi, molti dei quali si trovano nell’intestino. I probiotici sono il tipo “buono”, e includono diversi tipi di batteri, la maggior parte appartenenti a due gruppi principali: Lactobacillus e Bifidobacterium. I probiotici aiutano a spostare il cibo attraverso il sistema digestivo, e rendere il processo più efficiente. Inoltre, i probiotici hanno dimostrato di aiutare l'intestino in diverse condizioni, inclusa la sindrome infiammatoria intestinale e la diarrea. Gli alimenti probiotici possono aiutare l’organismo a integrare i batteri intestinali persi (spesso dopo un ciclo di antibiotici), e a bilanciare i tipi di batteri nel nostro sistema.

1. SPIRULINA

La Spirulina è un’alga ricca di proteine e amminoacidi. Contiene una buona percentuale di ferro, che la rende una grande fonte non animale di ferro biodisponibile per vegani e vegetariani, e possiede incredibilmente un alto contenuto di calcio, adatto per le donne incinte. Inoltre, la spirulina ha una capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno (ORAC) 4 volte maggiore rispetto ai mirtilli, per questo viene considerata un potente alimento antiossidante. Lo svantaggio principale è che il gusto della spirulina è piuttosto sgradevole, per questo molte persone scelgono l’assunzione sotto forma di integratori.

2. KEFIR

Il kefir è un prodotto lattiero-caseario fermentato (simile allo yogurt) in latte e grani di kefir. Ci sono diversi tipi di batteri probiotici attivi nel kefir, in particolare due specie di Lactobacillus e Bifidobacterium, e si pensa che la concentrazione di probiotici nel kefir è maggiore di quello trovato nello yogurt. Il kefir è anche un alimento ad alto contenuto di calcio.

3. KOMBUCHA

Il Kombucha è un'altra bevanda fermentata, questa volta in forma di tè. Il Kombucha è stato usato per secoli in Asia come bevanda per migliorare la salute generale e aumentare l'energia. Questo tè fermentato contiene una serie di varie specie di lievito e batteri, così come vitamine B e C. Anche se è un ottimo probiotico, il Kombucha non è una buona scelta per le persone che hanno già avuto problemi con la candida.

4. TEMPEH

Il Tempeh è un prodotto fermentato a base di soia molto popolare tra i vegani come sostituto della carne. Oltre alle sue capacità probiotiche, il Tempeh è anche una buona fonte di manganese, rame, proteine, fibre e vitamina B2. Sia il manganese che il rame promuovono la guarigione delle ferite e la sintesi del collagene nei tessuti. Il Tempeh contiene anche quantità significative di fibre e proteine, ma essendo molto calorico, deve essere consumato con moderazione.

5. MISO

Questo tradizionale condimento giapponese a consistenza pastosa è prodotto dalla fermentazione di segale, soia, o orzo, ed è un'ottima fonte di Lactobacillus e Bifidobacterium.

6. YOGURT

Lo yogurt è sicuramente l’alimento fermentato più noto disponibile nei vari supermercati. Prodotto aggiungendo una coltura batterica nel latte, lo yogurt è ricco di Lactobacillus e Bifidobacterium, oltre ad essere ricco di calcio. Non tutti gli yogurt sono uguali. Molti hanno un’elevata quantità di zuccheri o di sciroppo di fruttosio, e finiscono per essere considerati più come junk-food, che alimenti probiotici benefici per l’organismo. Ritengo che lo yogurt prodotto in casa sia il migliore per la presenza di alte percentuali di batteri vivi rispetto a quello commerciale.

7. CRAUTI FERMENTATI

I Crauti sono un cibo fermentato tipico dei paesi come l’Austria, la Germania e alcune zone della Francia. Le indicazioni sulla salute abbondano, e si estendono ben al di là delle proprietà probiotiche presenti in questo tipo di alimento. I Crauti sono una buona fonte di vitamine B, C e K, hanno un alto contenuto di calcio e magnesio, sono una buona fonte di folati, ferro e potassio, e possiedono alte percentuali di antiossidanti. Inoltre, esistono studi che indicano la capacità dei crauti di ridurre l’incidenza del cancro.

8. UMEBOSHI

L'umeboshi è un popolare condimento fermentato della cucina giapponese a base di prugne salate. Questo condimento è tradizionalmente utilizzato per aiutare la digestione, combattere la nausea, e come rimedio per i postumi di una sbornia.

9. KIMCHI

Simile ai Crauti, il kimchi è un piatto tradizionale coreano fatto di verdure fermentate con spezie, dove viene consumato come accompagnamento per quasi ogni pasto, compresa la prima colazione. Possiede un alto contenuto di vitamina C e carotene, è ricco di vitamine A, B1, B2, calcio e ferro, e contiene specie di batteri appartenenti ai Lactobacillus.

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