Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

02-03-2015

Cattive notizie per le maniache (e i maniaci) dello scrub, l’esfoliazione della pelle che dovrebbe avere effetti benefici sull’organismo. Uno studio realizzato dall'University College London’s Institute of Child Health ha dimostrato che usare questa particolare tecnica, come anche saponi o polveri aggressivi, compromette la prima protezione del corpo nei confronti degli allergeni. E lascia loro libero accesso, rendendo l’organismo più suscettibile agli attacchi e alla sensibilizzazione alle allergie. Gli autori della ricerca, Robin Callard and John Harper, sostengono sulla rivista “Trends in Immunology” che i risultati a cui sono giunti non hanno nulla a che fare con la teoria secondo cui vivere in un ambiente troppo pulito esporrebbe alle allergie: “Semplicemente, i nostri esperimenti hanno indicato che le persone con condizioni allergiche avevano le difese rappresentate dalla propria pelle seriamente compromesse”.

 

http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1554497/Over-scrubbing-skin-could-cause-allergies.html

Lunedì, 02 Marzo 2015 17:04

INFLUENZA: OCCHIO ALLE BANCONOTE.

02-03-2015

La prossima volta che maneggerete una banconota, ricordate di lavarvi le mani prima possibile se non volete rischiare di prendere l´influenza. Secondo uno studio svizzero, condotto da un gruppo di ricercatori degli Ospedali universitari di Ginevra, guidati dal responsabile del Centre National Influenza Yves Thomas, il virus dell´influenza può sopravvivere sulla cartamoneta fino a 17 giorni.
"Non occorre tuttavia allarmarsi", ha spiegato Thomas, "perché la trasmissione del virus tramite il contatto con il denaro non è automatica e sarà oggetto di ulteriori studi. Inoltre va chiarito che la resistenza del virus influenzale sulle banconote dipende da diverse condizioni: gli esperimenti effettuati hanno dimostrato che il fattore determinante è la concentrazione dell´agente patogeno, ma a giocare un ruolo importante sulla durata di vita del virus sono anche una certa dose di umidità unitamente a una temperatura inferiore ai 10 gradi e alla presenza di muco".
Nello studio, effettuato su richiesta di una banca di Ginevra desiderosa di sapere quale rischi correva il suo personale, è stata constatata la stabilità del virus su supporti inerti, non la sua trasmissibilità. Per determinare quale percentuale del virus possa passare dalle banconote alle dita, quale porzione sia poi messa in contatto con le mucose delle vie respiratorie superiori e infine quale dose sia necessaria per contagiare una persona, occorrerà un´ulteriore ricerca.

 

http://aem.asm.org/content/74/10/3002.full

02-03-2015

E’ risaputo che quando perde la propria squadra del cuore, l’umore non è mai dei migliori. Adesso però una ricerca ha dimostrato come anche l’alimentazione del tifoso ne risenta particolarmente quando non vince la propria squadra. Secondo questo studio condotto in Francia dai ricercatori della Insead Business School di FontaineBleu, i tifosi sconfitti, dopo la partita, iniziano a mangiare cibi decisamente poco sani, ricchi di zuccheri e grassi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Psychological Science, sulla quale hanno scritto come il lunedì sia il giorno che solitamente l’alimentazione subisce un’impennata in negativo. Lo studio è stato condotto analizzando le tifoserie di due squadre diverse in base alla loro alimentazione del giorno dopo delle partite della National Football League, il campionato professionistico di football americano. Da questa osservazione è venuto fuori che i tifosi perdenti hanno aumentato nella loro alimentazione un consumo di grassi e di zuccheri del ben 16 per cento, mentre i vincitori si sono stabiliti su un consueto 9 per cento. Inoltre i dati di questa ricerca sono stati confermati dai tifosi stessi, i quali sono stati sottoposti a diversi sondaggi e a diverse domande proprio per andare a fondo con i risultati ottenuti. Tutti i sostenitori delle squadre, sia vincitori che vinti, il giorno dopo delle partite hanno annotato su un diario cosa hanno fatto, le loro impressioni e le loro sensazioni. Ed ecco che gli sconfitti hanno palesemente scritto di aver consumato patatine, caramelle e dolci, scrivendo che non avevano voglia di mangiare altri cibi indicati come più salutari. Invece i tifosi felici si sono cibati con uva e pomodori, senza alcun rancore essendo i sostenitori della squadra vincente. Sempre questi ricercatori hanno sottolineato come questa tendenza sia maggiore quando la vittoria o la sconfitta avvengono negli ultimi minuti di gioco della partita. Quindi, non solo l’umore ma anche l’alimentazione è influenzata da questo fattore.

 

http://www.psychologicalscience.org/index.php/news/releases/for-disappointed-sports-fans-defeats-increase-consumption-of-fat-and-sugar-2.html

02-03-2015

Che le mele facciano bene alla salute non è certo una novità ma sapevate che questo frutto è un alleato anche del sesso? In particolare è la buccia, ricca di vitamine, ad avere tutte queste proprietà. Spesso avrete sentito dire che la mela aiuta a combattere il colesterolo: tutto verissimo. Ma la buccia della mela favorisce anche il desiderio sessuale femminile: vediamo come e perché. Se è vero quindi che “una mela al giorno leva il medico di torno” è anche vero che avvicina un partner. A scoprire questo ennesimo beneficio delle mele con la buccia è stata una ricerca scientifica italiana. Per arrivare a questa conclusione sono state selezionate 731 volontarie di età compresa tra i 18 ed i 43 anni provenienti sia dalla Toscana che dal Trentino. Le donne sono state suddivise in due gruppi: le prime consumavano meno di una mela ogni tre giorni e le altre almeno due o tre mele al giorno con la buccia. Queste ultime erano sessualmente più appagate e vantavano una lubrificazione vaginale migliore. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ”Archives of Gynecology and Obstetrics”. Ma come si spiega questo potere afrodisiaco della buccia della mela?
Pare che gli effetti siano da attribuire alla florizina, una sostanza che agisce come gli estrogeni stimolando una vita sessuale appagante e aumentando il desiderio femminile. La Florizina svolge quindi un’azione di tipo fitoestrogenica. Scommettiamo che molti fidanzati e mariti, dopo aver letto questa notizia, faranno la fila al fruttivendolo per comprare mele in abbondanza. Il consigli è sempre quello di optare per mele made in Italy, che sono più fresche e quindi mantengono inalterate queste proprietà benefiche. La frutta infatti andrebbe sempre mangiata in un lasso di tempo non eccessivamente lungo dalla raccolta, proprio per evitare che certe sostanze si disperdano.

 

http://www.medicaldaily.com/apples-stimulate-sexual-arousal-women-and-boost-pleasure-292450

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24518938

02-03-2015

Dalla Gossypin o Gossipina, una sostanza presente in natura (si trova in frutta e verdura), potrebbe arrivare un trattamento efficace contro il melanoma, la forma più letale di cancro della pelle. Per la prima volta, i ricercatori degli Stati Uniti avrebbero dimostrato che la gossypin, originariamente isolata dalla pianta di ibisco (H. vitifolius) e già nota per la sua capacità di sopprimere infiammazioni e cellule cancerogene, inibisce l'azione del melanoma. Hareesh Nair del Texas Biomedical Research Institute e colleghi scrivono, in riferimento al loro studio pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Therapeutics: "i nostri risultati indicano che la gossypin può avere un grande potenziale terapeutico come doppio inibitore di mutazioni chiamate chinasi BRAFV600E e CDK4, che si verificano nella maggior parte dei pazienti affetti da melanoma. Si apre dunque una nuova via per la generazione di una nuova classe di composti per il trattamento del melanoma".
Secondo l'American Cancer Society, ogni anno, circa 76.000 persone ricevono la diagnosi di melanoma, la forma meno comune di cancro della pelle, ma responsabile della maggior parte dei decessi. Attualmente esiste un unico farmaco che tratta tutti i tipi di melanoma. Per questo lo studio di Nair potrebbe essere importante: gli esperimenti di coltura cellulare hanno mostrato che la gossypin è in grado di fermare la crescita delle cellule tumorali del melanoma che contenevano le due mutazioni geniche. Sono ora in programma ulteriori studi per capire come il corpo assorbe e metabolizza la gossypin.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/258937.php

02-03-2015

Spesso sono le cose più semplici quelle che fanno veramente bene alla salute. È il caso dell’avena che, quando assunta in fiocchi, sembra offrire molti benefici dal punto di vista salutare. Secondo un recente studio pubblicato sul British Journal of Nutrition, sarebbe in grado di migliorare il senso di sazietà, la qualità della digestione, la salute cardiovascolare e metabolica. Tutto ciò – secondo il ricercatore Willem Klinken medico del centro di eccellenza della Quaker Oats – non solo fa aumentare la comprensione del ruolo dell’avena nella promozione della salute, nel senso di sazietà e nelle malattie croniche, ma bisogna tener presente che gli autori hanno anche identificato future aree di ricerca in agricoltura e salute che contribuiranno a fornire maggiori benefici per il nostro benessere. Da sempre, i cereali integrali vengono consigliati per i loro benefici effetti sul tratto intestinale. Ma non solo: il consumo regolare di qualsiasi cibo integrale sembra essere strettamente correlato con un basso indice di massa corporea (BMI). Dallo studio in questione è emerso che i soggetti che assumono a colazione circa 217 calorie derivanti da farina di avena e latte scremato, hanno generalmente meno fame, un maggior senso di pienezza e un minor desiderio di altro cibo. Ricordiamo che l’avena, essendo stata oggetto di numerosi studi, offre anche moltissimi altri benefici. Per esempio contiene composti fenolici azotati, i cosiddetti avenantramidi. Essi svolgono un’importante azione antinfiammatoria che sembra inibire la proliferazione delle cellule tumorali. Oggi – a causa di una possibile contaminazione da altri cereali – l’avena viene sconsigliata ai celiaci. Per tutti gli altri, in particolare i vegani, diviene anche un importante apporto proteico e di amminoacidi essenziali. Non è tuttavia adatta a chi soffre di intolleranza al nickel e allergie.

 

http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=9362053&fileId=S0007114514002712

02-03-2015

La curcuma, secondo un articolo pubblicato su Journal of Psychopharmacology di questo mese, è in grado di potenziare la memoria e migliora il buonumore. In questo studio ricercatori australiani hanno valutato l’effetto della somministrazione 80 mg di curcumina (pigmento giallo presente nel rizoma della curcuma) in 60 ultrasessantenni sani in tre diverse modalità di assunzione: acuta (1 e 3 ore dopo un singolo dosaggio), cronica (dopo 4 settimane) e acuta/cronica (1 e 3 ore dopo un singolo dosaggio in seguito al trattamento di 4 settimane). Dopo un’ora la curcumina ha mostrato di incrementare l’attenzione e le funzioni della memoria, mentre dopo 4 settimane umore (affaticamento generale, grado di calma e appagamento) e memoria sono migliorati significativamente. L’assunzione di curcumina è stata associata anche alla riduzione del colesterolo totale e LDL.
La curcuma (Curcuma longa) è una pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberacee coltivata in maniera estensiva in numerosi paesi a clima tropicale, con una lunga tradizione come spezia ed erba medicinale nella medicina cinese e ayurvedica, in particolare come agente antinfiammatorio. Contiene un principio attivo, la curcumina, dal caratteristico colore giallo, al quale sono attribuite le principali attività farmacologiche. I risultati di questo studio si aggiungono ai numerosi altri che hanno dimostrato la capacità di prevenire o migliorare processi patologici correlati al declino cognitivo, alla demenza o ai disturbi dell’umore. Gli studi più recenti hanno sperimentato, con risultati incoraggianti, l’efficacia di questo pigmento in malattie infiammatorie articolari e intestinali, patologie neurodegenerative, tumori e sindrome metabolica.

 

http://www.nutraingredients-usa.com/Research/Curcumin-may-boost-cognition-and-mood-in-a-healthy-older-population-RCT

http://jop.sagepub.com/content/early/2014/10/01/0269881114552744

02-03-2015

I formaggi con muffa nobile sono benefici e riducono il rischio di malattie cardiache. I francesi mangiano formaggio tutti i giorni, molti di questi con muffa nobile ed infatti il popolo francese ha una più bassa diffusione di malattie cardiache rispetto agli altri popoli. Per esempio i francesi mangiano il 30% in più di grassi animali rispetto agli americani ma hanno un’incidenza di obesità e malattie cardiache molto più bassa rispetto agli americani. I ricercatori studiano da molti anni questo paradosso e in seguito alle ricerche effettuate sono inclini a credere che il motivo sia la buona qualità dei formaggi locali francesi, tra questi quelli con muffa nobile e delle loro uve da vino.
Sul Daily mail è stato riportato che il frequente consumo di formaggi stagionati previene molte malattie. I formaggi hanno proprietà antinfiammatorie che impediscono lo sviluppo di malattie cardiovascolari, proteggono contro l’artrite, instaurano un effetto benefico sul tratto gastrointestinale e rallentano il processo di invecchiamento delle cellule dell’organismo umano. Le donne, durante il periodo della gravidanza, dovrebbero evitare i formaggi con le muffe nobili. In generale, va comunque tenuto sempre presente che ogni beneficio è condizionato ad un consumo moderato, di qualsiasi prodotto, formaggio e vino compresi.

 

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2249568/Could-Roquefort-GOOD-heart-Blue-cheese-anti-inflammatory-properties-guard-cardiovascular-disease.html

Lunedì, 02 Marzo 2015 16:47

SPEZIE E AROMI FANNO BENE ALLA SALUTE.

02-03-2015

Arricchire la nostra alimentazione attraverso l'utilizzo di spezie e aromi non fa bene solo al palato, ma anche alla salute. A confermarlo è una serie di studi pubblicati su Nutrition Today da diversi team di ricerca. Basilico e origano, ad esempio, riducono il desiderio di cibi grassi aumentando la sazietà, e in genere l'uso delle spezie comporta una riduzione nell'utilizzo del sale. Johanna Dwyer, docente presso la Tufts University School of Medicine, spiega nell'editoriale apparso sulla rivista: “l'uso delle erbe può aiutare a ridurre il consumo di sale, l'introito calorico e grasso, ridurre le infiammazioni, migliorare la salute cardiocircolatoria oltre che rendere i menù più saporiti e profumati". Ma quali sono le proprietà delle spezie più utilizzate e comuni? Vediamole insieme.

- Peperoncino: le sue proprietà sono note da secoli. Il peperoncino aumenta il metabolismo, è energetico e ha un forte effetto antibatterico. Inoltre viene utilizzato in caso di allergia epidermica dal momento che riduce bruciori e pruriti.

- Curcuma: in questa spezia è contenuto un antiossidante in grado di ridurre il rischio cardiaco. La curcuma è un noto antinfiammatorio e alcuni studi hanno evidenziato la sua capacità di ostacolare lo sviluppo tumorale.

- Cardamomo: in esso è contenuto il limonene, un potente antiossidante. Diminuisce la pressione e aiuta la digestione.

- Cannella: secondo alcune ricerche si rivela utile in caso di diabete di tipo 2 in quanto riesce a regolare la quantità di zuccheri disciolti nel sangue. Uno studio ne ha ipotizzato l'efficacia contro il morbo di Parkinson.

- Finocchio: si tratta in realtà di un ortaggio, ma una volta tritato può esercitare i suoi effetti benefici migliorando la digestione.

- Prezzemolo: ricchissimo di vitamine, in particolare C, B12, K e A, il prezzemolo pare svolgere anche un'azione di contrasto al tumore del seno.

- Zenzero: anche in questo caso a beneficiarne è l'apparato gastrointestinale. La radice mostra però anche potenti effetti antiossidanti e antinfiammatori. Inoltre lo zenzero è un ottimo antiemetico.

- Coriandolo: il coriandolo favorisce la digestione e può essere utilizzato con successo anche per limitare gli effetti negativi della sindrome del colon irritabile.

- Aglio: potente antibatterico e ausilio importante per il sistema immunitario. L'aglio ha la capacità di ridurre la pressione, è un antistaminico naturale e contribuisce al controllo del colesterolo in eccesso.

- Chiodi di garofano: sono noti per le loro capacità antiossidanti, ma possono essere utilizzati anche per il loro effetto anestetico in caso di carie. Combattono funghi e alcuni batteri.

 

http://journals.lww.com/nutritiontodayonline/Fulltext/2014/09001/McCormick_Science_Institute_Science_Summit_Spices.1.aspx

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-10/wsc-sah102714.php

http://www.mccormickscienceinstitute.com/Research-Landing/2014-MSI-Science-Summit/Conference-Proceedings/The-Potential-of-Spices-and-Herbs-to-Improve-the-Health-of-the-Public.aspx

02-03-2015

Il segreto di denti sani potrebbe essere racchiuso nella capigliatura. E così, rendere i capelli più sani e forti potrebbe essere efficace anche nel rendere più sani e forti i denti. Questa associazione capelli/denti arriva da un nuovo studio che mostra come le proteine dei capelli, le cheratine, siano importanti anche per la salute della bocca. Ed è una scoperta importante, visto che la carie è una delle malattie croniche più diffuse al mondo. Pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, lo studio condotto dai ricercatori del National Institutes of Health e guidati dalla dottoressa Maria Morasso, suggerisce che le cheratine avrebbero un ruolo importante per l’integrità dello smalto dentale.
Morasso e colleghi hanno per esempio scoperto che gli individui che presentano mutazioni nei geni della cheratina dei capelli sono soggetti alla carie. Lo studio ha evidenziato come lo smalto dei denti negli individui con mutazioni della cheratina avesse una struttura anormale che ha portato a una debolezza del dente stesso. E, come sappiamo, i problemi allo smalto sono proprio l’anticamera della carie. I risultati finali dello studio rivelano che vi è dunque un legame tra i disturbi dei capelli e la formazione di carie nei denti. Il suggerimento che ne deriva è che se promuoviamo la salute della nostra chioma possiamo, per collegamento, promuovere anche quella dei denti – fermo restando che l’igiene orale resta una pratica indispensabile.

 

http://www.jci.org/articles/view/78272?key=ed53e5cdac039dab61e3

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