Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

17-03-2015

Secondo gli esperti olandesi, basta un bacio di 10 secondi per consentire lo scambio di un numero così elevato di batteri. Gli scienziati hanno monitorato le abitudini di 21 coppie per quanto riguarda i baci e hanno verificato che coloro che si baciavano 9 volte al giorno avevano le maggiori possibilità di scambiarsi germi con la saliva. La scienza ci ricorda che la bocca ospita più di 700 tipi diversi di batteri, ma il nuovo studio rivela che alcuni passano da un soggetto all'altro attraverso i baci in modo più semplice. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista Microbiome e porta il titolo di "Sharing the oral microbiota through intimate kissing".
Gli esperti hanno prelevato campioni di saliva dai soggetti che hanno preso parte allo studio e hanno potuto calcolare una media di 80 milioni di batteri passati da un partner all'altro con un bacio di 10 secondi. Secondo il professor Remco Kort, che si è occupato dello studio, il bacio "alla francese" è uno dei maggiori esempi di esposizione ad un numero di batteri molto elevato in breve tempo. Ma solo alcuni batteri scambiati con la saliva vengono trattenuti sulla superficie della lingua. Ulteriori ricerche dovranno valutare le proprietà dei batteri che vengono scambiati con il bacio e in base a quali criteri vengano trattenuti dalla lingua. Questi aspetti, infatti, possono risultare utili per aiutare i soggetti con problemi particolari rispetto ai batteri. Gli esperti hanno lavorato in collaborazione con il museo Microbia, il primo museo dei batteri del mondo, che si trova ad Amsterdam. Un numero crescente di ricerche sta studiano il microbioma, un ecosistema di oltre 100 miliardi di micro-organismi che vivono nel nostro corpo e sulla sua superficie. Secondo gli esperti, proprio questi batteri sarebbero essenziali per la salute e per la prevenzione delle malattie.

 

http://www.microbiomejournal.com/content/2/1/41

10-03-2015

I polli che rifiutano di mangiare il mais preparato per alimentarli, ha condotto alla scoperta che la loro alimentazione era stata modificata geneticamente per includere un killer per gli insetti e per le erbacce infestanti. I polli africani indigeni di Strilli Oppenheimer rifiutavano di mangiare le granaglie presenti nel pastone, prodotte da un grande fornitore. Fatto esaminare il mais, i risultati hanno confermato il sospetto iniziale dell’Oppenheimer: il mais era stato geneticamente modificato per produrre proteine tossiche per alcuni insetti ed erbacce. Circa il rifiuto dei suoi polli di mangiare tale mais, Oppenheimer ha detto: “sono astuti”.

 

http://www.gmwatch.org/latest-listing/1-news-items/11354-smart-chickens-not-duped-by-gm-feed

Martedì, 10 Marzo 2015 14:46

LA MAMMOGRAFIA E’ L’ESAME IDEALE?

10-03-2015

I decessi più devastanti per cancro mammario si presentano fra l’età dai 30 ai 50 anni. Fortunatamente, oggi, ci sono maggiori opzioni disponibili per contribuire a rilevare il cancro mammario che nelle decadi passate. Purtroppo, l’educazione e la consapevolezza di esse nonché la loro efficacia nel rilevare il cancro sono senza dubbio carenti. Nella prima parte dell’articolo che ho valutato, “Beyond Mammography”, il Dott. Len Saputo esplora gli ultimi risultati sull’efficacia e le imperfezioni di vari metodi di rilevazione impiegati dalla Comunità medica, compreso la mammografia, gli esami clinici al seno, gli ultrasuoni e, a un grado inferiore, la risonanza magnetica (MRI) e la PET. La seconda parte va oltre la mammografia, esplorando uno strumento molto avanzato ma mal considerato per la rilevazione del cancro mammario: la termografia.
La termografia mammaria, che viene fatta grazie a un dispositivo d’esplorazione sensibile al calore per rilevare le variazioni di temperatura nel tessuto mammario, è conosciuta sin dagli anni 60. Tuttavia, i dispositivi d’esplorazione infrarossi inizialmente non erano molto sensibili e sono stati esaminati insufficientemente prima di essere utilizzati nella pratica clinica, con conseguenti casi mal diagnosticati. La termografia mammaria moderna vanta una tecnologia notevolmente migliorata e una ricerca clinica scientifica più vasta. L’articolo infatti, riferisce i dati e la ricerca su più di 300.000 donne che sono state esaminate usando tale tecnologia. Unito ai successi nella rilevazione del cancro mammario con esattezza maggiore di altri metodi, la tecnologia sta guadagnando terreno lentamente fra i professionisti più progressivi. Il Dott. Len Saputo è laureato alla Duke University Medical School ed è il fondatore e direttore dell’Health Medicine Forum, che ha ospitato e moderato oltre 350 eventi. È inoltre il Co-fondatore e direttore medico dell’Health Medicine Institute and Health Medicine Center.

 

http://healthmedicinecenter.net/Beyond.Mammography-r2.pdf

Martedì, 10 Marzo 2015 14:44

FARE SPORT NON AIUTA A SMALTIRE LA SBORNIA.

10-03-2015

Dopo aver fatto abuso di alcolici, l’attività fisica non serve a smaltire la sbornia. Sudare, infatti, non fa eliminare l’alcol dal corpo. Lo sostengono le autorità sanitarie inglesi: “Una persona su cinque ammette di fare sport o esercizio per compensare a un abuso di alcool nei giorni precedenti", ha detto il ministro della Salute pubblica inglese Gillian Merron, citando dati di una recente indagine condotta da YouGov. "Tutti sanno che l´attività fisica regolare è importante per mantenere una buona salute. Tuttavia, dopo una solenne ubriacatura, un pò di moto il giorno dopo non può bastare. I danni dovuti a un consumo regolare di alcol si accumulano e i loro effetti permangono fino a che è troppo tardi". “Le persone devono essere consapevoli del fatto che i rischi per la salute dati dal bere non possono essere semplicemente cancellati da un pò di palestra”, ha commentato la dottoressa Carol Cooper. “L'esercizio fa bene, ma non si può incoraggiare a farlo solo per rallentare gli effetti di una sbronza”. Dello stesso parere il direttore dell'Alcohol Concern Policy and Communications, Nicolay Sorensen: “Non c'è dubbio che le bevande alcoliche abbiano più calorie di quanto ci si aspetti e che si voglia smaltirle facendo esercizio. Per essere dei bevitori coscienziosi, tuttavia, si deve unire l´esercizio regolare alla moderazione”.

 

http://www.govtoday.co.uk/health/44-public-health/2002-know-your-limits-campaign-warns-of-hidden-damage-from-alcohol

10-03-2015

Sono sorti nuovi timori inerenti al cancro per il vaccino per l’influenza suina dopo che un esperto della salute tedesco ha diffuso un avvertimento scioccante circa la relativa sicurezza. L’esperto pneumologo Wolfgang Wodarg ha detto che ci sono molti rischi connessi col vaccino per il virus H1N1. L’elemento nutritivo per il vaccino consiste in cellule cancerogene animali e sussiste un certo timore che il rischio di cancro potrebbe aumentare iniettando le cellule. Il vaccino può anche causare effetti secondari più pesanti rispetto al virus reale dell’influenza suina. E adesso chi lo dice a coloro che intelligentemente se lo sono fatti iniettare?

 

http://www.bild.de/news/bild-english/does-virus-vaccine-increase-risk-of-cancer-9295686.bild.html

Martedì, 10 Marzo 2015 14:39

GLI EFFETTI DANNOSI DEL BOROTALCO.

10-03-2015

Chi avrebbe mai pensato che il borotalco, tanto amato dalle mamme che lo usano spesso per i bambini, potesse avere degli effetti dannosi. Invece sembra proprio che abbia delle componenti che fanno male sia ai neonati che ai più grandi. Non si tratta di allarmismo ma di dati scientifici che vengono da alcune ricerche. Ovviamente per una ricerca che dice che il borotalco fa male, ce ne sono altre che smentiscono alcuni passaggi. L’importante però è avere tutte le informazioni e valutare poi cosa fare. Arriviamo al nocciolo della questione: perchè il borotalco fa male? Cosa contiene? Sono stati i ricercatori del Brigham and Womens Hospital di Boston, capitanati dall’Ostetrica e Ginecologa Kathryn L. Terry ad occuparsi del caso “borotalco”. La loro pubblicazione è del 12 Giugno 2013 sulla rivista Cancer epidemiology Biomarkers & Prevention; la ricerca spiega gli esiti di uno studio effettuato su 18.000 donne che usano regolarmente il borotalco sulle loro parti intime.
Secondo i dati raccolti pare che il talco aumenti del 24% lo sviluppo di un tumore dell’endometrio nelle donne già in menopausa. La polvere di talco, contenente agenti infiammatori, si diffonde dagli organi genitali esterni a quelli interni, causando infiammazioni di lunga durata che, a loro volta, stimolano la formazione di un tumore. Se il borotalco invece viene usato in altre zone del nostro corpo allora non ci dovrebbero essere problemi, almeno secondo i dati raccolti. Ricordiamo inoltre che dal 2006 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC di Lione) ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo già nel 2006. Cosa usare quindi al posto del borotalco? La soluzione sembra essere l’amido di riso; per chi non lo sapesse l’amido di riso ha un’azione emolliente e lenitiva, asciuga la pelle dal sudore e rinfresca senza chiudere i pori della pelle e quindi lasciandola libera di traspirare. E’ importante anche ricordare che l’amido di riso non è pericoloso per inalazione; proprio per questo motivo è l’ideale anche per i neonati che spesso si muovono quando c’è il borotalco da mettere durante il cambio del pannolino!

 

http://cancerpreventionresearch.aacrjournals.org/content/6/8/811.short

10-03-2015

Distratti e aggressivi. Guardare troppo la televisione mette a rischio lo sviluppo cognitivo e comportamentale dei più piccoli, stando almeno ai risultati di un’indagine americana pubblicata sulla rivista “Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine Journal”. Secondo Frederick Zimmerman, autore dello studio, esporre un bimbo al di sotto dei tre anni a un’eccessiva dose di Tv può provocargli deficit di attenzione e atteggiamento aggressivo. Nei casi più estremi, il pericolo è addirittura di sviluppare patologie molto serie come obesità o addirittura autismo.

 

http://archpedi.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=486070

10-03-2015

Una dieta ricca in fruttosio, una forma di zucchero trovata nelle bibite analcoliche e in vari alimenti “spazzatura”, incrementa la pressione sanguigna negli uomini. Due studi recenti hanno fornito la prima prova che il fruttosio aiuta ad aumentare la pressione sanguigna. Un ulteriore studio suggerisce che gli individui che consumano di sera alimenti “spazzatura” e bibite analcoliche dolcificate potrebbe guadagnare peso più velocemente rispetto a coloro che non ne fanno uso. Circa la metà delle molecole di zucchero usate nella dieta derivano dal fruttosio e lo sciroppo di amido ad alta percentuale di fruttosio sono il dolcificante più usato in molti alimenti industriali.

 

http://www.naturalhealingnews.com/aznetnews-health-updates-23/#.VGRwa_oxU7A

10-03-2015

La risposta che aspettavamo arriva da uno studio tunisino pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, la rivista scientifica dell'American Chemical Society. In base ai loro studi, l'olio d'oliva sopporta meglio il calore della friggitrice o della padella rispetto a quanto avviene con numerosi oli di semi. Ciò permette la preparazione di cibi che risultano più salutari. Lo studio in questione porta il titolo di "Monitoring of Quality and Stability Characteristics and Fatty Acid Compositions of Refined Olive and Seed Oils during Repeated Pan and Deep Frying".
Mohamed Bouaziz e colleghi hanno sottolineato che i diversi tipi di olio hanno una gamma di proprietà fisiche, chimiche e nutrizionali che possono ridurre la qualità dell'olio quando viene riscaldato. Alcuni di questi cambiamenti possono portare alla formazione di nuovi composti che sono potenzialmente tossici. I sottoprodotti del riscaldamento dell'olio possono anche ridurre il valore nutrizionale degli alimenti fritti con esso. Il team di ricercatori si è messo all'opera per individuare quale olio potesse mantenere le proprie qualità ad alte temperature e con un uso ripetuto.
I ricercatori hanno condotto i propri esperimenti con quattro oli diversi: olio di oliva, olio di mais, olio di soia e olio di girasole. I test richiedevano la frittura di patate crude a 160 e a 180 gradi. Ogni olio è stato riutilizzato per dieci volte. L'olio d'oliva si è dunque rivelato il migliore per friggere, rispetto agli oli di semi con cui è stato confrontato. Si tratterebbe soprattutto di una questione di stabilità dell'olio al calore. L'olio d'oliva si è dimostrato più stabile e resistente al calore e al deterioramento ossidativo in confronto agli altri oli valutati. I risultati peggiori, rispetto ai parametri presi in considerazione, hanno riguardato l'olio di girasole.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25264922

http://www.sciencedaily.com/releases/2014/10/141022103552.htm

http://www.acs.org/content/acs/en/pressroom/presspacs/2014/acs-presspac-october-22-2014/olive-oil-more-stable-and-healthful-than-seed-oils-for-frying-food.html

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/jf503146f

10-03-2015

Provare trucchi e cosmetici è un gesto abituale per molte donne quando entrano in profumeria. I tester di matite, gloss, rossetti e mascara possono però rivelarsi un pericolo. “Nascondono una carica variabile di microrganismi patogeni, che può essere trasmessa facilmente da una cliente all’altra. Così è facile prendersi una congiuntivite o un herpes mentre si prova l’ultimo mascara alla moda, se chi ci ha preceduti ha usato il tester”, spiega all’Adnkronos Salute Alberto Di Crosta, referente della Commissione cosmetologia dell’Ordine nazionale dei biologi. La soluzione potrebbe essere quella di acquistare idratanti, antirughe, rossetti e mascara senza provarli. Se però “proprio non si resiste alla tentazione, meglio provarne il colore e l’effetto sul dorso della mano”, raccomanda l’esperto. “Purtroppo è raro trovare nei negozi tester usa e getta – prosegue Di Crosta – ma servirebbero invece per il mascara, mentre per il gloss andrebbe usato un batuffolo monouso”. Recentemente uno studio del Jefferson Medical College della Pennsylvania (Usa) ha indagato i rischi nascosti nei campioncini di prova stabilendo che nel 67% fino al 100% di quelli analizzati sono presenti batteri e virus, tra i quali E.coli e l’Herpes simplex.
Non solo. “Se su alcuni cosmetici si trovano due simboli, una spiga di grano barrata (il simbolo di un prodotto senza glutine) e un coniglio barrato (le sostanze contenute non sono state sperimentate sugli animali) è solo pubblicità ingannevole – sostiene Di Crosta – Nel primo caso è bene ricordare che l’uso di cosmetici non è un rischio per chi è celiaco, mentre nel secondo è già previsto dalla legge che non vengano usati animali per la sperimentazione dei cosmetici, scriverlo sul prodotto è ingannevole”. Su creme o trucchi è riportato un simbolo, un vasetto aperto con un numero seguito dalla lettera ‘M': è il ‘Period after Opening’ o periodo dopo apertura (Pao). Indica i mesi entro cui il cosmetico aperto può essere utilizzato in tutta sicurezza. “E’ molto importante rispettarlo – ricorda Di Crosta – perché il contatto con l’ambiente esterno può alterare le caratteristiche del prodotto nel tempo. Per esempio, modificarne colore, proprietà e consistenza oppure favorire la contaminazione batterica”. Infine, secondo l’esperto, “è assolutamente vietato mischiare i cosmetici già aperti o di marche diverse – conclude – ogni formulazione presente nei trucchi è controllata da un team di ricercatori, se viene alterata con un mix di altre sostanze, viene meno il livello di sicurezza garantito. E può diventare un problema”.

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