Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Lunedì, 16 Gennaio 2017 06:58

RIMEDI NATURALI CONTRO IL TORCICOLLO.

16-01-2017

Sei seduto alla scrivania, digitando alla tastiera, e tutto ad un tratto, ti si blocca il collo. Forse hai mantenuto la testa in una posizione per troppo tempo o hai lavorato per troppi giorni duramente in una posizione non naturale. I rimedi naturali per il torcicollo possono facilitare la soluzione del problema, prevenendo e curando il dolore o il disagio che si ha quando si tenta di spostare il vostro collo. Il collo comporta un sacco di diverse strutture importanti del corpo, compresa la colonna vertebrale, quella cervicale, il midollo spinale, dischi cervicali, muscoli, legamenti, tendini e nervi spinali. Quando si verificano delle rigidità nel lato del collo, di solito è perché una delle strutture di cui sopra è interessata e infiammata. Dato che il collo è associato con la trachea, la gola, e le strutture associate (come il pomo d’Adamo), il torcicollo può sorgere quando una di queste parti del corpo è colpita da malanni, disturbi e le altre condizioni. I muscoli interessati, tendini e legamenti del collo, delle spalle e della testa possono anche causare rigidità.

RIMEDI NATURALI

Il torcicollo può rendere più difficile guardare la TV, fare il lavoro, navigare in internet, giocare con i bambini, e completare altre attività. I rimedi naturali per il torcicollo possono fornire del sollievo immediato, soprattutto se la rigidità del collo non è una condizione cronica.

• Asciugamano: Arrotolate un asciugamano asciutto e utilizzarlo per sostenere la testa quando siete seduti sul divano, su una sedia o nel letto. Utilizzare una spilla da balia per fissare la parte anteriore o posteriore del materiale per mantenere la forma arrotolata.

• Doccia calda: alleviare la tensione nei muscoli del collo facendo una doccia calda, che agisce come un leggero massaggio. Il calore offre anche un effetto penetrante.

• Dormire sulla schiena: Se siete inclini ad avere il torcicollo la mattina, dormite sulla schiena. Alcune persone possono anche mettere un cuscino sotto la curvatura della spina dorsale per avere risultati migliori.

• Fai una passeggiata: A volte i muscoli del collo si bloccano in una determinata posizione. Una breve passeggiata intorno alla casa, ufficio, o nel quartiere farà rivivere i muscoli e contribuirà ad alleviare il dolore.

• Ghiaccio: Mettete del ghiaccio avvolto in un panno sul collo. Il freddo dovrebbe lenire i gonfiori, i muscoli del collo dolente. Lasciare al massimo per un paio di minuti, ripetere per 4-5 volte.

• Sacchetto di verdure surgelate: Una soluzione rapida per un torcicollo è un sacchetto di verdure surgelate. I piselli funzionano bene perché il loro contenuto permette abbastanza flessibilità sul collo.

• Ruotare il collo: Ruotare delicatamente la testa ed il collo in senso orario, e poi passare a un approccio in senso antiorario, sarà un modo per allungare i muscoli rigidi.

• Sale grosso: applicate su una benda umida e calda del sale grosso che applicherete sul collo per 7-8 ore.

• Crema all’arnica: Fate un leggero massaggio con dell’arnica, e applicate abbondantemente sul collo e lasciate assorbire.

CONSIGLI PER EVITARE IL TORCICOLLO

• Abitudini: Il modo in cui sollevate gli oggetti pesanti può causare dolore al collo. Salite usando le ginocchia e non la schiena.

• La vostra postura: Il tuo atteggiamento può influenzare non solo il collo, ma anche il resto del corpo. Evitate di curvarvi stando seduti o tenete la testa sempre inclinata. Quando state seduti sulla vostra poltrona, cercate di stare dritti con il supporto per la zona lombare. I piedi devono essere appoggiati sul pavimento e le spalle in posizione rilassata.

• Pause: Evitate di sedervi in una posizione per lunghi periodi di tempo. Prendete l’abitudine di alzarvi e muovervi almeno ogni ora. Prendere brevi pause per allungare i muscoli del collo.

• Supporto per i documenti: Se si lavora spesso al computer, e con della carta allo stesso tempo, cercate di procurarvi un porta documenti, così da porre i fogli sullo stesso livello e posizione del vostro monitor.

• Uso del telefono: Se trascorrete molto tempo al telefono a casa o fate un sacco di chiamate al lavoro, utilizzate un telefono con l’auricolare o il vivavoce, così da ridurre al minimo la tensione al collo.

 

Sabato, 14 Gennaio 2017 12:26

IL FREDDO FA BENE ALLA SALUTE.

14-01-2017

Chi ama l’estate e il caldo forse fatica a sopportare il freddo della stagione invernale. Eppure almeno per certi aspetti il freddo e le basse temperature fanno bene alla salute e sono d’aiuto per il nostro organismo. Con l’arrivo dell’inverno le lamentele per il freddo sono frequenti e con il repentino abbassamento delle temperature che stiamo vivendo in questi giorni sono più che giustificate. Dato che con il freddo dobbiamo imparare a convivere, proviamo a scoprire quali sono i lati positivi. Le basse temperature e una normale esposizione al freddo possono diventare parte di uno stile di vita salutare. Alcune persone per lavoro o per scelta di vita vivono in fuga dai mesi invernali girando il mondo e vivendo sempre in zone dalle temperature calde o comunque miti. Eppure anche il freddo e l’inverno hanno degli effetti interessanti sul nostro corpo da non sottovalutare. E’ giusto proteggersi dal freddo eccessivo per non ammalarsi, ma in un certo senso il freddo fa anche bene alla salute.

FREDDO PER DORMIRE BENE E PERDERE PESO

Le basse temperature possono aiutarci a perdere peso perché il corpo consuma più energia per riscaldarsi. Inoltre, il freddo ci aiuta a dormire meglio e anche a rendere più efficace il metabolismo durante il sonno. Abbassare la temperatura della camera da letto - ad esempio abbassando i riscaldamenti durante la notte - può aiutare a riposare meglio.

IL FREDDO AIUTA A STUDIARE E LAVORARE MEGLIO

Il freddo è utile nello studio e nel lavoro perché il nostro cervello in un ambiente fresco funziona meglio e noi riusciamo a mantenere la concentrazione più facilmente. Insomma, mentre studiamo o lavoriamo dovremmo trovarci in un ambiente dalla temperatura confortevole né troppo caldo né troppo freddo che ci permetta di sentirci a nostro agio e di provare una sensazione di benessere che favorisca la concentrazione e la produttività. Secondo uno studio condotto in passato nelle scuole dell’Inghilterra la temperatura ideale per studiare bene sarebbe di 16°C. Secondo un’ulteriore ricerca, le persone studiano meglio quando fuori il meteo non è dei migliori, tra giornate di pioggia e neve.

IL FREDDO FA BENE ALLA PELLE

E’ vero, il freddo può favorire la secchezza della pelle ma ha anche dei lati positivi. Infatti secondo uno studio condotto a Harvard le basse temperature possono essere un bene per la pelle e per il sistema vascolare perché allenano i vasi sanguigni ad essere reattivi. In caso di pelle secca durante l’inverno tra i rimedi naturali consiglio di ammorbidirla con olio di cocco o burro di karitè.

IL FREDDO FA BENE AI BAMBINI

Coprire troppo i bambini quando fa freddo potrebbe non essere un toccasana per la salute. In realtà il segreto per non far ammalare i bambini in inverno è abituarli al freddo coprendoli il giusto e lasciandoli liberi di stare all’aperto. Rimanere in posti chiusi, affollati e poco areati contribuisce a diffondere le infezioni, mentre trascorrere del tempo all’aria aperta è un toccasana per la salute dei bambini anche quando fa freddo. Se ben coperti e portati fuori nelle ore centrali della giornata, i bambini hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi di quante ne hanno se rimangono a lungo in luoghi poco areati. Inoltre l’esposizione alla luce solare favorisce la sintesi della vitamina D. I bambini del Nord Europa vengono abituati al freddo fin da piccoli. Far dormire per un pò i bambini all’aperto, ben coperti e nella loro carrozzina, è una pratica molto diffusa in Finlandia e nel Nord Europa. Pensate che negli anni ’20 il pediatra Arvo Ylppö contribuì a ridurre gli alti tassi di mortalità in Finlandia raccomandando alle madri proprio di far dormire i bambini all’esterno, anche con temperature tra i -10° e i -15°.

 

http://link.springer.com/article/10.1007%2FBF01553735

http://www.health.harvard.edu/staying-healthy/out-in-the-cold

14-01-2017

La nostra mente racchiude il segreto per guarire da ogni malattia. Anzi, è essa stessa la chiave della guarigione. Secondo l’American Cancer Society, le emozioni e i sentimenti giocano una parte importante nell'affrontare la diagnosi di una malattia grave come il cancro. Deepak Chopra, medico di origini indiane che nel potere della mente crede profondamente, è convinto che sia proprio la mente ad aiutare il corpo a guarire. Nel commentare l'affermazione comunicata da parte dell’America Cancer Society, Chopra ha sottolineato come la mente sia in grado di salvare la vita. La mente dovrebbe essere domata e controllata come se si trattasse di una tigre, secondo l'immaginario tradizionale indiano. Essa, per affrontare ogni tipo di situazione ed anche in caso di malattia, dovrebbe essere sempre tranquilla. A parere di Chopra, non è sufficiente essere soltanto positivi. Esserlo può aiutare, ma non è abbastanza. Prima di tutto bisogna calmare la mente, renderla tranquilla. La motivazione è molto semplice e dovremmo rammentarla in ogni momento: quando la mente è tranquilla, anche il nostro corpo è tranquillo. Quando il corpo è tranquillo, i suoi meccanismi si mettono in moto e possono prendere il via i processi di auto-riparazione che portano alla guarigione dalle malattie. Chopra sottolinea come, per vivere meglio e per guarire, noi abbiamo bisogno di cambiare il nostro modo di pensare e di alimentarci. La mente può realmente aiutare a guarire il corpo. Nutrire la mente con buoni pensieri ed il corpo con cibi sani provenienti direttamente dall'orto, anziché dal supermercato, e dedicarsi al movimento con camminate all'aria aperta rappresentano un insieme di strategie da attuare per migliorare il nostro stile di vita e raggiungere la guarigione, così come è avvenuto per la paziente Kristi Russo, che cambiando il proprio atteggiamento nei confronti della vita e della malattia ha potuto superare il cancro. Siamo noi stessi a dover desiderare e porre in essere un vero e proprio cambiamento interiore. Ed è la malattia stessa, quando compare, a costituire un invito a migliorarci, a guarire.

Sabato, 14 Gennaio 2017 12:21

IL PROBLEMA DEGLI ANTIBIOTICI.

14-01-2017

Anche se gli antibiotici sono molto utili quando il sistema immunitario non ce la fa a resistere all'aggressione di un agente patogeno, abusarne può causare molti problemi, tra cui danni al sistema immunitario stesso, proliferazione di candida nell'intestino e nella vagina e sviluppo di batteri antibiotico-resistenti o formazione di nuovi batteri capaci di sfuggire al sistema immunitario. Secondo alcuni dati interessanti sembra che, in seguito all'esposizione cronica agli antibiotici, certe specie di batteri e di miceti abbiano sviluppato delle forme cellulari in grado di funzionare anche senza la membrana citoplasmatica, organo bersaglio della maggior parte degli antibiotici, che agiscono proprio inibendo la sintesi delle pareti cellulari dei batteri. Questo generalmente provoca la morte dei batteri, ma ne esistono alcuni che sopravvivono senza pareti cellulari o con membrane incomplete e in tal modo diventano praticamente invisibili per il sistema immunitario. Il corpo, infatti, riconosce i microrganismi estranei grazie alle proteine della loro parete cellulare. I batteri privi di parete si propagano ovunque, trasformandosi nei cosiddetti "agenti patogeni stealth". Invece di moltiplicarsi tramite il normale processo di scissione (cioè dividendosi in due), i patogeni "invisibili" si riproducono per gemmazione, processo che normalmente avviene solo nei saccaromiceti. Se trovano le condizioni adatte, proliferano velocemente causando infezioni riconoscibili. Sembra che questi agenti patogeni "invisibili" siano implicati nella setticemia (infezione del sangue), nelle infezioni delle vie urinarie, nella meningite, nelle endocarditi, nelle infiammazioni oculari, nella febbre reumatica, nel morbo di Crohn, nella colite ulcerosa e in altre malattie croniche.

13-01-2017

Se siete alla ricerca di un rimedio per togliere il calcare ai rubinetti d’acciaio, e non volete usare i soliti prodotti anticalcare, utilizzate questa soluzione naturale:

• Bagnate il rubinetto con dell’acqua;
• Prendete del bicarbonato, e cospargete il rubinetto;
• Lasciate agire il bicarbonato per 5 minuti circa;
• Strofinate con una spugna bagnata;
• Sciacquate il rubinetto.

 

Venerdì, 13 Gennaio 2017 11:29

LATTE E MEDICINA.

13-01-2017

La convinzione che il latte sia un cibo benefico vive tuttora, ma questa aveva certamente un senso maggiore nel passato, in cui molte malattie erano causate da carenze alimentari. Il latte rappresentava un alimento concentrato da cui individui molto debilitati potevano facilmente trarre sostegno, senza che il loro sistema digerente fosse troppo impegnato in un’opera di trasformazione (che è qualcosa di differente dalla digestione delle sostanze). Il latte usato in antichità, almeno in Italia, non era certo quello di mucca, ma poteva essere di capra, di pecora ma anche di bufala, di asina o di cavalla, ritenuto un efficace purgante. Catone consiglia: “Se le forze ti stanno abbandonando, se tuo figlio stenta a crescere, una scodella di latte di pecora tutte le mattine è quello che ci vuole. Ma che sia latte appena munto. Per una luna intera, berrai la scodella di latte al mattino, scaldandolo un poco, con un cucchiaino di miele e alcune foglie di menta. Così va lasciato per un’ora circa, prima di berlo piccoli sorsi”. Sembra che Catone fosse un vero esperto degli usi medicinali del latte: per disturbi intestinali prescriveva di aggiungervi vino rosso e sale, o anche miele e foglie di edera. Oggi, nei nostri ospedali, nonostante la maggior parte delle malattie dell’uomo siano dovute a un eccesso di cibo, e in particolar modo di grassi saturi, il formaggio continua ad essere considerato il cibo sano e curativo per eccellenza. A questa situazione contribuiscono motivi nutrizionali (certe tabelle dietetiche a cui fanno riferimento le dietiste), di praticità e di comodità per chi cucina e ha la responsabilità della dispensa, e di gusto: infatti a chi piace il formaggio questo piace sempre, perché non c’è differenza tra quello di casa e quello dell’ospedale (o del ricovero). Tra i medici, quelli sportivi sono i più attenti all’alimentazione, e probabilmente anche coloro che meglio ne conoscono i principi e gli effetti. Essi per esempio sconsigliano il formaggio a certe categorie di atleti - come per esempio ai ciclisti - perché dicono che questo è di lenta digestione e tende a fermentare nell’intestino. Secondo il vostro buon senso, lo stesso formaggio mangiato da una persona debole, malata e costretta a letto all’immobilità, sarà digerito più o meno velocemente, e produrrà maggiori o minori fermentazioni? Un’amenità (non vedo come definirla diversamente) è il nostro concetto di dieta “in bianco”, secondo cui la bontà o meno di un cibo per una persona ammalata dipende dal fatto che il cibo in questione abbia o meno tale colore. Come tutti sanno, riso, formaggio certosino, parmigiano e (con un pò di evidente daltonismo) burro e il purè di patate sono gli alimenti sovrani di tale concezione dietetica. Non parliamo poi della dietetica moderna che esprime il meglio di sé in quel gioiello chiamato la dieta lattea, panacea per i sofferenti di ulcera gastrica o duodenale, sintesi sublime fra la dieta in bianco e i consigli antichi di Catone. Naturalmente, per i vari motivi di cui ho sempre parlato nei miei articoli, non posso mai e poi mai condividere questo approccio dietetico. Può essere vero che il latte eserciti un’azione lenitiva sulle pareti dello stomaco, ma al di là di effetti del tutto sintomatici (e da non dare per scontato in tutti gli individui e in tutti i tipi di ulcera), una dieta di tale tipo non può che aggravare nel tempo la situazione di malattia in atto. Ciò è tanto più vero in caso di ulcera gastrica, la cui causa viene fatta risiedere proprio in un consumo eccessivo di latte, di gelati, di zucchero e di altri alimenti che contengono combinazioni di questi ingredienti.

Venerdì, 13 Gennaio 2017 11:27

6 DRITTE PER ELIMINARE VELOCEMENTE I BRUFOLI.

13-01-2017

1. DENTIFRICIO

È un metodo semplice e non è detto che sia efficace su ogni tipo di pelle. Inumidite il viso con dell’acqua tiepida, quindi ricoprite il brufoletto con un pò di dentifricio. Lasciatelo in azione per una quindicina di minuti (a meno che non vi causi fastidiosi bruciori) e poi rimuovetelo delicatamente con dell’acqua. Il dentifricio dovrebbe contribuire ad asciugare il brufoletto, facendolo scomparire più rapidamente. Tuttavia, ricordate di non applicarlo mai sul viso come se fosse una maschera, perché potrebbe provocarvi arrossamenti, bruciori e pruriti!

2. BICARBONATO DI SODIO

Mescolate un cucchiaino di bicarbonato con un cucchiaino di acqua e applicate la pasta ottenuta sul brufoletto, lasciandola agire per un quarto d’ora. Il bicarbonato dovrebbe asciugare il brufolo, riducendone le dimensioni, fino a farlo scomparire.

3. ACETO BIANCO

Versate poche gocce di aceto bianco su un batuffolo di cotone e poi applicatelo per qualche minuto sul brufoletto, esercitando una leggera pressione. In questo modo, dovreste accelerarne la scomparsa.

4. LIMONE

Il metodo è identico a quello usato per l’aceto: versate alcune gocce di succo di limone su un batuffolo di cotone e poi applicatelo sul brufoletto, per asciugarlo e liberarvene più rapidamente.

5. GHIACCIO

Il ghiaccio è molto utile per ridurre infiammazioni e gonfiori sul viso: quindi, potrebbe risultare efficace anche per alleviare i rossori e i rigonfiamenti provocati dai brufoli. Visto che tentare non nuoce, passate un cubetto di ghiaccio sul brufoletto o sull’area che volete trattare e…incrociate le dita!

6. AGLIO

Prendete delle fettine di aglio crudo e strofinatele sul brufoletto e sugli eventuali punti neri di cui volete liberarvi: nonostante il cattivo odore, l’aglio vi aiuterà a ripulire e purificare la pelle. Per questo, sarebbe indicato ripetere l’operazione più volte al giorno.

Venerdì, 13 Gennaio 2017 11:23

REVIEW SULLE PROPRIETA' CURATIVE DELLE NOCI.

13-01-2017

Si pensa che il noce sia originario dell’Asia centrale, ma si è adattato molto bene ai paesi mediterranei. Le noci, da vari millenni, sono parte della tipica dieta mediterranea, tanto celebrata per i suoi effetti benefici per la salute, in particolare quella del cuore. Le noci fanno parte da sempre dell’alimentazione dei contadini dell’Europa meridionale e sono un alimento di base che, insieme al pane integrale, nei più neri periodi di guerre e carestie, è stato in grado di fornire sufficiente energia per sopravvivere. Nel XVI secolo, i navigatori spagnoli portarono la pianta nel Nord America, dove questa si acclimatò molto bene, specialmente in California (uno dei maggiori Stati produttori mondiali di noci). Le noci della California sono grandi e belle, ma gli intenditori preferiscono il sapore di quelle piccole e rugose dei vecchi noci mediterranei. Le noci, come tutta la frutta secca oleaginosa, sono uno degli alimenti vegetali con la più alta concentrazione di sostanze nutritive. Insieme alle noci del Brasile, sono il frutto secco che fornisce più calorie, grazie all’elevato contenuto di grassi (olio). Le caratteristiche delle loro sostanze nutritive sono le seguenti:

1. GRASSI: costituiscono più dei tre quinti del peso della noce (62%), superando così mandorle, nocciole e arachidi. I grassi delle noci sono formati per la maggior parte da acidi grassi insaturi, soprattutto polinsaturi, e anche da lecitina. Tra gli acidi grassi della noce abbondano i seguenti:

- Linoleico (32%): e’ un acido grasso essenziale indispensabile per il nostro organismo, soprattutto durante l’infanzia. Riduce il livello di colesterolo e contribuisce alla formazione del tessuto nervoso e alla produzione di anticorpi. In considerazione di questa percentuale (32%), dopo i semi di girasole (33%) le noci sono l’alimento più ricco di acido linoleico. Seguono da vicino la soia, le mandorle e altri frutti secchi.

- Linolenico (7%): e’ un acido grasso del tipo omega-3, come quelli che si trovano nel pesce. Abbassa il livello di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, combatte la formazione di trombi nei vasi sanguigni e arresta i processi infiammatori. Le noci, insieme al germe di grano e agli oli di colza ed enotera, sono una delle migliori fonti vegetali di acido linolenico.

2. CARBOIDRATI: le noci sono il frutto secco oleaginoso più povero di carboidrati (solo il 14%). Chimicamente, si tratta di oligosaccaridi (destrine) e di una piccola quantità di zuccheri (saccarosio e destrosio), perciò sono ben tollerate dai diabetici.

3. PROTEINE: le noci contengono fino al 15% di proteine di buona qualità biologica, superiore a quella delle arachidi e molto simile a quella delle mandorle. Sono un pò povere dell’aminoacido essenziale metionina, ma a questa carenza si può rimediare facilmente, combinandole con i cereali (avena, riso ecc.), ricchissimi di metionina. La combinazione di noci e cereali è doppiamente salutare, perché i cereali sono poveri di lisina e di treonina, altri due aminoacidi essenziali che le noci contengono in abbondanza. Insieme, noci e cereali forniscono proteine complete di una qualità uguale o superiore a quelle che può fornire la carne.

4. VITAMINE: le noci sono una buona fonte di vitamine B1, B2, B3 e soprattutto B6, mentre son relativamente povere di vitamina A e C. La vitamina B1 o tiamina è necessaria per il lavoro del cuore e anche per l’equilibrio del sistema nervoso. Le noci sono uno degli alimenti in assoluto più ricchi di vitamina B6 (piridossina). Solo il germe di grano e alcuni pesci, come la sardina o il salmone, eguagliano o superano le noci per contenuto di vitamina B6. La carne e la maggior parte dei pesci ne contengono circa la metà o un terzo rispetto alle noci, mentre le uova e il latte ne contengono da 10 a 20 volte meno. La vitamina B6 contribuisce al buon funzionamento del cervello e alla produzione dei globuli rossi del sangue.

5. MINERALI: le noci sono ricche di fosforo e potassio e povere di sodio, perciò giovano al sistema cardiovascolare. Contengono una buona quantità di ferro, di magnesio e di calcio (di cui però mandorle e nocciole sono più ricche). Le noci, come gli altri tip idi frutta secca, sono una delle migliori fonti di oligoelementi, minerali presenti in quantità minime nel nostro organismo, ma che svolgono moltissime funzioni, alcune delle quali ancora sconosciute. Le noci sono ricche in particolare di:

- Zinco: contengono 2,73 mg di zinco ogni 100 g, cioè più di tutti tipi di carne e di pesce (ad eccezione del fegato). Solo il lievito di birra, i cereali e i formaggi superano le noci e le arachidi per contenuto di zinco. Poiché la maggior parte degli alimenti vegetali sono poveri di zinco, alcuni ricercatori ritengono che una dieta vegetariana possa essere povera di questo importante oligoelemento, la cui deficienza provoca un abbassamento delle difese immunitarie e ritarda la cicatrizzazione delle ferite.

- Rame: 100 g di noci ne contengono 1,40 mg, cioè più della maggior parte degli alimenti vegetali e animali. Solo il fegato e le ostriche, alimenti che non bisogna consumare spesso, contengono più rame delle noci e degli altri tipi di frutta secca. Questo oligoelemento favorisce l’assorbimento di ferro nell’intestino e contribuisce a combattere l’anemia.

- Manganese: 100 g di noci ne contengono 3 mg. Solo le nocciole, la soia, i fagioli e i cereali integrali ne contengono di più; la carne, il pesce, le uova e il latte sono invece poveri di manganese. Questo oligoelemento è necessario per la riproduzione e la sua deficienza provoca sterilità in entrambi i sessi.

Grazie alla loro ricca e varia composizione di principi nutritivi, le noci sono indicate nelle seguenti patologie:

MALATTIE CARDIACHE

Le noci sono molto consigliate per i cardiopatici, per tre motivi fondamentali:

1) Sono ricche di acidi grassi, che costituiscono la fonte primaria di energia per le cellule del cuore, a differenza di altre cellule, come i neuroni, che utilizzano principalmente il glucosio. Poiché il cuore funziona grazie agli acidi grassi, le noci forniscono energia in abbondanza per il funzionamento di questo organo.

2) Contengono vitamina B1, in quantità moderata ma sufficiente a contribuire al buon funzionamento di tutti i muscoli, compreso quello cardiaco. La deficienza di vitamina B1 provoca insufficienza cardiaca e deficit del sistema nervoso che, a uno stadio avanzato, sfocia nella malattia del beri-beri.

3) Riducono il livello di colesterolo nel sangue e contribuiscono a evitare che si depositi sulle pareti delle arterie, ostruendole. La diminuzione del livello di colesterolo nel sangue riduce il pericolo di arteriosclerosi (indurimento delle arterie) e migliora la circolazione.

Per queste tre ragioni, le noci sono buone amiche del cuore e se ne consiglia il consumo regolare a chi manifesta insufficienza cardiaca di qualsiasi tipo, angina pectoris o è a rischio di infarto. Si consigliano soprattutto a chi ha sofferto di infarto del miocardio e si trova in convalescenza.

IPERCOLESTEROLEMIA

Fino a qualche anno fa, la frutta secca (in particolare le noci) erano sconsigliate a chi aveva un livello troppo alto di colesterolo nel sangue, ma le ricerche compiute dal dottor Joan Sabatè, dell’Università di Loma Linda (California), hanno dimostrato che 80 g di noci al giorno, per due mesi, fanno diminuire il livello di colesterolo LDL (colesterolo nocivo) del 16%. Nonostante siano molto ricche di grassi, le noci riducono i grassi del sangue (le lipoproteine LDL che trasportano il colesterolo). Questo importante effetto, paradossale e insperato per molti, è dovuto alla straordinaria composizione dei grassi delle noci, il cui rapporto tra acidi grassi insaturi e saturi è di 7:1. Gli acidi grassi insaturi, tra cui l’essenziale acido linoleico, arrestano la produzione di colesterolo nel fegato. Consumate al posto di altri alimenti, come ad esempio la margarina, il burro o gli insaccati, le noci possono ridurre il livello di colesterolo nel sangue e, quindi, il rischio di arteriosclerosi; inoltre, in questo modo, combattono la temuta obesità, erroneamente attribuita al consumo di frutta secca.

MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO

Le noci sono molto consigliate nelle diete contro le malattie neurologiche in generale, perché sono ricche di acidi grassi essenziali (che intervengono direttamente sul metabolismo dei neuroni), di lecitina, di fosforo e di vitamina B6. Migliorano il rendimento intellettuale, tonificano ed equilibrano il sistema nervoso, perciò non dovrebbero mancare sulla tavola degli studenti e di chi svolge lavori intellettuali. Chi soffre di irritabilità nervosa, depressione, stress o esaurimento nervoso, dovrebbe prendere ogni giorno almeno un buon pugno di noci, preferibilmente a colazione.

DISTURBI SESSUALI E STERILITA’

Una delle funzioni degli acidi linoleico e linolenico, di cui le noci sono ricchissime, è di servire da base per la sintesi delle prostaglandine, sostanze che esercitano varie funzioni, come quella di lenire le infiammazioni. Si pensa anche che intervengano nei fenomeni fisiologici che regolano l’attività sessuale: il gheriglio, infatti, è ricchissimo di prostaglandine. Forse per questa ragione o forse per l’apporto di vitamine B1 e B6 o per la ricchezza di oligoelementi, che facilitano molte reazioni chimiche nelle cellule, le noci esercitano un’azione positiva sull’attività sessuale, aumentando la potenza dell’uomo e migliorando la risposta sessuale delle donne. Le noci non possono essere considerate afrodisiache nel senso stretto della parola, dal momento che non aumentano il desiderio sessuale, tuttavia facilitano nell’uomo e nella donne le molteplici e complesse reazioni fisiologiche che avvengono durante l’attività sessuale. Inoltre, grazie all’azione del manganese (di cui le noci sono ricchissime) aumentano la produzione di spermatozoi e favoriscono la funzionalità dell’apparato sessuale. Il consumo regolare di noci può contribuire a risolvere casi di sterilità e a migliorare la fecondità della coppia, che nei paesi sviluppati è fortemente minacciata dagli agenti chimici inquinanti.

DIABETE

Le noci sono uno degli alimenti meglio tollerati dai diabetici, perché sono povere di carboidrati e hanno un grande potere nutritivo.

AUMENTO DEL FABBISOGNO DI SOSTANZE NUTRITIVE

Per il loro apporto calorico, le noci sono molto consigliate in tutti quei momenti in cui l’organismo è sottoposto a uno sforzo supplementare: per sportivi, studenti sotto esame, donne durante la gravidanza o l’allattamento, convalescenza da malattie debilitanti e stress fisico in generale.

12-01-2017

I virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi sconosciuta. Questi virus dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a RNA (oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi. Questi virus possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica: Aids, mucca pazza ecc., (gli OGM sono presenti non solo nei prodotti per l’alimentazione umana, ma anche nei mangimi per animali), e di cui è ancora molto vaga l’origine (forse virus trangenici?). Il cibo OGM, contenendo retro-virus transgenici, può provocare tumori maligni come il cancro o la leucemia. E’ ben noto che il CaMV (Virus del Mosaico del Cavolfiore) è usato oggi per guidare la replicazione di retrovirus introdotti nelle piante dalle multinazionali OGM per modificare il DNA delle piante (piante OGM). L’utilizzo di questo particolare virus dalle multinazionali OGM per modificare geneticamente le piante è dovuto ai particolari promoters (“motori” di attivazione genetica) contenuti in esso. Il promoter CaMV è il preferito fra tutti i promoters impiegati dalle Multinazionali OGM per modificare le piante, perché non è influenzato dalle diverse condizioni dei tipi di tessuto cellulare vegetale, e dove ha così modo di agire. Purtroppo, esso è in grado di penetrare e di replicarsi anche nelle cellule degli animali, comprese quelle dei mammiferi e anche quelle umane, come ben dimostrato dal lavoro di Vlasak, del 2003.
Il grande e rischioso azzardo dell’utilizzo del CaMV in piante da utilizzare per l’alimentazione animale e/o umana è caratterizzato dalla ricombinazione genetica dei cromosomi (DNA) delle piante, ma questo determina la possibile ricombinazione dello stesso promoter CaMV anche con il DNA dell’animale o della persona che ha ingerito il frutto, la verdura, la pasta o la soia OGM e contenenti appunto tali para-retrovirus artificiali. Nella ricombinazione genetica, i virus possono anche incorporare dei geni cellulari presenti nella pianta o nell’animale che si è nutrito precedentemente di tale pianta OGM, per passare poi all’uomo (che si era nutrito dell’animale), con effetti genetici assolutamente sconosciuti. Una delle conseguenze più probabili è l’insorgenza di cancri e di leucemie. Un’altra conseguenza è quella delle modificazioni genetiche sulla discendenza. Per conoscere tutti i danni causati da semi e cibi transgenici, quali sono le alternative e le possibili vie d’uscita, scaricate l’eBook gratuito “DOSSIER OGM: Pericoli e danni causati da semi e cibi transgenici” cliccando sul link.

 

http://laviadiuscita.net/dossier-ogm-3/

12-01-2017

Uno dei peggiori effetti collaterali di molte sostanze chimiche artificiali che inquinano l'ambiente (oltre 5.000, stando ad alcune stime) interessa le gonadi maschili. Alcune tossine agiscono infatti su due fronti: bloccano i recettori degli androgeni impedendo al testosterone di legarsi con le cellule bersaglio in maniera da attivare gli opportuni sistemi enzimatici e fungono da estrogeni, contrastando così gli effetti del testosterone. Su numerose specie animali l'inquinamento ha avuto effetti talmente deleteri da provocare l'estinzione. Il vinclozolin, per esempio, è un fungicida molto diffuso che blocca l'attività degli ormoni androgeni legandosi ai relativi recettori e inibendo così lo sviluppo dei caratteri sessuali maschili. Nei roditori maschi esposti a sostanze inquinanti antiandrogeni in età prenatale i testicoli non scendono, il pene è deforme e si osserva addirittura la comparsa di un abbozzo di vagina. Come prevedibile, raggiunta l'età adulta questi animali risultano sterili. Un altro esempio è il DDE (diclorodifenildicloroetano), un derivato del DDT. Bastano circa 60 parti per miliardo di DDE per bloccare i recettori degli androgeni. Che implicazioni ha tutto questo sulla salute umana? Il sangue dei sudamericani le cui case sono state trattate con il DDT per debellare la malaria contiene fino a 140 parti per miliardo di DDE. I tessuti dei bambini nati morti ad Atlanta poco prima che il DDT fosse vietato negli Stati Uniti contenevano fino a 650 parti per miliardo di DDE nel cervello e 3.570 nei reni. Sebbene negli Stati Uniti il DDT sia vietato da oltre trent'anni, in molte parti del mondo è ancora in uso. In Brasile e in Messico, per esempio, il consumo supera le 1.000 tonnellate annue, più di quanto ne sia mai stato usato in altre parti del mondo. Purtroppo DDT e DDE non si fermano alla frontiera e si diffondono ovunque, portati dagli animali, dal vento e dai corsi d'acqua.
Gli ftalati, impiegati soprattutto come plastificanti, sono le sostanze inquinanti industriali più diffuse. Alcuni di essi hanno azione estrogenica e due in particolare, il butilbenzilftalato (BBP) e il di-n-butil fitato (DBP) alterano la funzionalità delle gonadi maschili e stimolano la crescita delle cellule mammarie, il che potrebbe influire sullo sviluppo dei tumori della mammella. Secondo alcuni studi condotti nel Regno Unito, ognuno di noi assume in media 0,5 mg di DBP per ogni chilo di alimenti confezionati nella plastica. Nei grassi come burro e margarina i valori di BBP raggiungono i 45 mg per chilo, assorbito dagli involucri. Un'altra sostanza estrogenica molto comune è il BHA, un additivo alimentare con funzioni di conservante. Anche altre sostanze provocano problemi. I residui di diossina che si trovano nel grasso di pesci, carni e latticini, per esempio, riducono il testosterone negli uomini. L'esposizione al piombo riduce il numero degli spermatozoi e inibisce la sintesi del testosterone. La ricerca non ha ancora determinato a quale livello di esposizione le varie sostanze tossiche cominciano ad avere effetti clinici sull'uomo; tuttavia, se consideriamo che il 15% delle coppie ha problemi di infertilità e che nel 30-50% dei casi la causa è l'uomo, appare evidente che conviene evitarli il più possibile.

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