Angelo Ortisi
MEDICI E PREMI NOBEL RIVELANO: LE RICERCHE SUL CANCRO NON ESISTONO. SONO TUTTE FALSE.
05-02-2016
“Tutti dovrebbero sapere che la ricerca sul cancro è in gran parte una frode, e che le principali organizzazioni di ricerca sul cancro sono abbandonate nei loro doveri alle persone che le sostengono”. Ecco cosa affermava Linus Carl Pauling, Dottore di Ricerca e vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 1954 e per la Pace nel 1962. E’ considerato un genio del XX secolo che ha messo le basi per la chimica quantistica, la biologia molecolare e la medicina ortomolecolare. La Dott.ssa Marcia Angell, medico e Direttore della rivista medica New England Medical Journal (NEMJ), considerata una delle più prestigiose riviste mediche peer-reviewed di tutto il mondo, afferma: “Semplicemente non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata, o fare affidamento sul giudizio dei medici di fiducia o delle linee guida mediche autorevoli. Non ho alcun piacere nel giungere a questa conclusione che ho maturato lentamente e con riluttanza durante i miei due decenni come Direttore della rivista medica New England Medical Journal”. Il Dottor John Bailer, che ha trascorso 20 anni nello staff del National Cancer Institute, ed è anche un ex redattore della sua rivista, ha dichiarato pubblicamente in una riunione dell’American Association for the Advancement of Science: “La mia valutazione complessiva è che il programma nazionale sul cancro deve essere giudicato un fallimento qualificato. La nostra ricerca sul cancro degli ultimi 20 anni è stata un totale fallimento. Oggi sempre più persone dai 30 anni in su muoiono di cancro più che in passato. Ci sembra che i nostri pazienti vivano di più con la malattia ma la verità è che la diagnostichiamo prima. Molte persone con malattie lievi o benigne vengono incluse nelle statistiche e riportate come essere ‘guarite’ dal cancro grazie alla medicina. Quando i funzionari del governo indicano i dati di sopravvivenza e dicono che stanno vincendo la guerra contro il cancro, in verità stanno utilizzando i tassi di sopravvivenza in modo improprio”.
Un altro punto da sottolineare è che la maggior parte del denaro donato alla ricerca sul cancro è speso per la sperimentazione sugli animali, che da molti è stata considerata del tutto inutile. Ad esempio, nel 1981 il Dottor Irwin Bross, l’ex direttore del Sloan-Kettering Cancer Research Institute (il più grande istituto di ricerca sul cancro di tutto il mondo), ha dichiarato: “L’inutilità della maggior parte degli studi su modelli animali non è molto conosciuta. Ad esempio, la scoperta di agenti chemioterapici per il trattamento del cancro umano è stata ampiamente considerata un trionfo grazie alla sperimentazione sugli animali. Ci sono pochissime evidenze che potrebbero sostenere tali affermazioni”. Un’altra citazione che si riferisce a come la medicina sia diventata industria farmaceutica è stata fatta dal Dottor Dean Burk, biochimico americano del National Cancer Institute: “Quando hai il potere non devi dire la verità. Questa è una regola che è stata tramandata in questo mondo da generazioni. E ci sono moltissime persone che non dicono la verità quando sono al potere in posizioni amministrative”. Ed ha anche affermato che: “Il fluoro provoca più decessi per il cancro rispetto a qualsiasi altro prodotto chimico. E’ una delle conclusioni scientifiche ed evidenze biologiche a cui sono arrivato nei miei 50 anni nel campo della ricerca sul cancro”. Nell’edizione del 15 Aprile 2015 della rivista medica Lancet, il caporedattore Richard Horton ha dichiarato: “Il caso contro la scienza è molto semplice: gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso le tenebre”. Nel 2005, il Dottor John P.A. Ioannidis, professore presso la Stanford University, ha pubblicato un articolo sulla Public Library of Science (PLoS) intitolato “Perché i risultati pubblicati sulla ricerca sono falsi?” dove ha dichiarato: “C’è sempre più preoccupazione che i risultati pubblicati dalle più recenti ricerche siano falsi”. Nel 2009, l’integrale centro del cancro dell’Università del Michigan, ha pubblicato un’analisi dove ha rivelato che gli studi sul cancro sono falsi a causa di conflitti di interesse. Hanno dichiarato che i risultati prodotti erano la conseguenza di ciò che avrebbe funzionato meglio per le aziende farmaceutiche.
Ci sono così tante informazioni disponibili provenienti da persone direttamente coinvolte con la ricerca sul cancro. Non solo l’informazione della tv è manipolata, ma la nostra società è diventata un grande conflitto di interessi e le grandi multinazionali vogliono sempre più profitto a scapito della nostra salute e dell’ambiente. La verità è che secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro: “L’80-90 per cento dei casi di cancro sono determinati dall’ambiente e quindi teoricamente evitabili”. Le cause ambientali del cancro includono la qualità dell’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, i pesticidi, erbicidi, ormoni ed antibiotici presenti nel cibo del supermercato, le radiazioni elettromagnetiche a cui siamo quotidianamente esposti e anche l’inquinamento luminoso che danneggia le nostre ghiandole. Inoltre fin da piccoli siamo sottoposti a vaccini e medicinali che danneggiano il nostro sistema immunitario e che si accumulano a vita producendo molti disturbi. Vanno infine inclusi anche i traumi emotivi come dimostra la psicosomatica e la nuova medicina germanica. Ma purtroppo, come ha espresso il Dott. Hans Ruesch: “Nonostante il riconoscimento generale che l’85% di tutti i tumori è causato da fattori ambientali, meno del 10% del bilancio del National Cancer Institute è affidato alla ricerca sulle cause ambientali. E nonostante il riconoscimento che la maggior parte delle cause ambientali sono legati alla nutrizione, meno dell’1% del bilancio National Cancer Institute è dedicato agli studi sulla nutrizione. Questo è principalmente il motivo per cui così tante persone si stanno interessando e dirigendo verso trattamenti alternativi e naturali che non vengono approvati dalle case farmaceutiche che controllano la medicina moderna. Come ha detto Pauling riguardo al perché non viene comunicato alle persone quanto la vitamina C possa essere utile per prevenire il cancro: “La mancanza d’interesse delle multinazionali risiede nel fatto che la Vitamina C è una sostanza naturale che è disponibile a bassi costi e che non può essere brevettata”.
POMODORI PER SCONFIGGERE IL TUMORE AI POLMONI.
05-02-2016
In un futuro non troppo lontano, può darsi che i medici comincino a prescrivere pomodori per prevenire i tumori ai polmoni. Essi contengono infatti due potenti sostanze, acido cumarico e acido clorogenico, che avrebbero la capacità di bloccare gli effetti delle nitrosamine, sostanze cancerogene che si formano spontaneamente nel corpo e che, sono più pericolose del fumo di sigaretta. Fino a poco tempo fa gli scienziati ritenevano che fosse soprattutto la vitamina C contenuta nella frutta e nella verdura a neutralizzare queste pericolose sostanze, ma uno studio condotto dal dottor Hotchkiss e dai suoi collaboratori ha rivelato che i pomodori bloccavano la formazione delle nitrosamine anche dopo essere stati privati della vitamina C. Gli acidi cumarico e clorogenico che si trovano nei pomodori sono presenti anche in altri frutti e ortaggi, per esempio le carote, i peperoni verdi, gli ananas e le fragole. Il dott. Hotchkiss ha avanzato l'ipotesi che sia grazie a questi due acidi che il rischio di ammalarsi di cancro risulta minore per coloro che mangiano più frutta e verdura.
LA PSICHIATRIA COME FALSO SCIENTIFICO.
05-02-2016
La psichiatria non ha mai dimostrato l'esistenza delle malattie che afferma di curare. Nonostante ciò ha sperimentato (e continua a sperimentare) su gente abbandonata alle sue "cure", metodi e terapie lesive della dignità e dei più elementari diritti umani: ieri la psicochirurgia, il coma insulinico, l'internamento in manicomio; oggi ancora l'elettroshock, gli psicofarmaci (vere e proprie droghe chimiche che a lungo andare danneggiano le funzioni cerebrali), il trattamento coatto. Si può parlare della psichiatria come di una scienza? La cosa più interessante è che per dare una risposta a tale domanda non è necessario conoscere e studiare tutta la psichiatria, ma solo i metodi sui quali sono basati i suoi studi e le sue diagnosi. Analizzando tali metodi sulla base dell'epistemologia, o anche solo utilizzando un minimo di conoscenza scientifica e un pò di buon senso, si scopre puntualmente che i metodi psichiatrici hanno ben poco a che vedere con quelli di ogni altro tipo di scienza, sia fisica, sia biologica che medica.
Esemplare a questo riguardo l'esperimento di Rosenham che ha dimostrato l'impossibilità di diagnosticare la cosiddetta schizofrenia e di distinguere il cosiddetto "malato di mente" dal cosiddetto "soggetto normale" o pseudopaziente. Rosenham era esterrefatto al pensare che non si riusciva a distinguere il "sano" dal "malato". Se avesse conosciuto davvero i fondamenti dell'operare scientifico, i fondamenti dell'epistemologia, avrebbe capito che non potendo darsi una definizione di "malato mentale", la parola stessa non ha senso e quindi la malattia mentale non esiste come manifestazione patologica dell'organismo. Non esiste nessuna base scientifica, nessun mezzo per distinguere il "malato", il "diverso", dal "normale", per cui ogni tipo di discriminazione, e quindi di diagnosi della psichiatria, si riconduce a un giudizio puramente morale, legato al contesto sociale, ai canoni di normalità accettati da una determinata società.
Non esistono per la psichiatria, infatti, metodi scientifici di diagnosi quali le analisi del sangue, i raggi X o altre cose del genere. Gli psichiatri "analizzano il comportamento" e basta. Nelle loro diagnosi si leggono spesso locuzioni del tipo "disturbi del pensiero", "disturbi dell'ideazione". Tutto ciò è semplicemente ascientifico, ma anche grottesco: chi si può permettere di giudicare disturbato il pensiero e il comportamento di un altro? Non per niente nei regimi comunisti erano definiti pazzi i dissidenti e in Italia sono stati internati i dissidenti di sinistra, gli anarchici, gli ecologisti (vedi il caso Sabattini). D'altronde sarebbe ridicolo asserire che solo gli psichiatri possano giudicare se la loro è una scienza o meno: non sarebbero certo dei giudici imparziali. Se si lascia agli psichiatri la valutazione sulla psichiatria, difficilmente essi sputeranno nel piatto in cui mangiano, anche perché esistono notevoli interessi economici che legano a filo doppio industrie farmaceutiche e psichiatria. Dire che dev'essere lo psichiatra a giudicare la correttezza della psichiatria è come dire che dobbiamo lasciare lo stregone a giudicare la correttezza della stregoneria, il nazista a giudicare la correttezza del nazismo. Lascereste forse che fosse Agnelli a guidare una commissione per l'accertamento dei tumori causati dall'inquinamento dei gas di scarico delle automobili?
"La psichiatria è una pseudo-scienza fasulla".
(T. Szasz, psichiatra americano).
"Secondo me la psichiatria è stata costruita apposta per eliminare le persone scomode".
(G. Antonucci, psichiatra, ex primario del reparto autogestito di Imola).
GLI ALIMENTI DA EVITARE IN CASO DI DOLORI ARTICOLARI.
04-02-2016
La dieta gioca un ruolo chiave nella gestione del dolore articolare. Così come ci sono molti alimenti antinfiammatori come zenzero, curcuma e aglio che possono aiutare a ridurre il dolore, ci sono anche alcuni alimenti che scatenano il dolore. Di seguito, 10 alimenti da evitare se avete dolori articolari:
1. CARNI ROSSE TRASFORMATE
Le carni lavorate contengono sostanze chimiche come nitriti e purine, che possono aumentare l’infiammazione e il dolore nel corpo. I prodotti alimentari trasformati sono ricchi di tossine chiamate prodotti finali di glicazione avanzata (AGE) che possono causare l’infiammazione. Inoltre, uno studio del 2014 pubblicato negli Atti del National Academy of Sciences osserva che il glicano, presente nella carne lavorata, promuove lo sviluppo di infiammazione sistemica e la progressione del cancro. Un altro studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, nello stesso anno ha trovato il collegamento tra il consumo di carne rossa e biomarcatori di infiammazione.
2. ZUCCHERI RAFFINATI E ARTIFICIALI
Elevate quantità di zucchero hanno alti livelli di AGE che possono causare infiammazioni nel corpo. Inoltre, lo zucchero stimola il rilascio di agenti infiammatori chiamati citochine. Essendo ad alto contenuto di calorie, l’assunzione di zucchero in eccesso porta anche ad un aumento di peso, che mette più pressione sulle articolazioni e aumenta il dolore. Bevande zuccherate analcoliche aumentano il rischio di artrite reumatoide nelle donne, indipendentemente da altri fattori dietetici e stile di vita. Evitare le bevande zuccherate come bibite, bevande alla frutta pre-zuccherate, nonché gli alimenti ricchi di zucchero come dolci, caramelle e snack. Invece di zuccheri raffinati e dolcificanti artificiali, optare per i dolcificanti naturali come stevia, miele o melassa.
3. PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
I prodotti caseari possono anche contribuire allo sviluppo di dolori articolari. L’alto livello di proteine presenti nei latticini, innesca infiammazione e dolore e irrita il tessuto intorno alle articolazioni. I grassi saturi presenti nei latticini come latte, burro e formaggio, possono innescare un aumento del tessuto adiposo che a sua volta aumenta il dolore e l’infiammazione. Evitate il latte pastorizzato quando si soffre di dolori articolari o qualsiasi altro tipo di dolore cronico. Optate per le bevande vegetali.
4. OLIO DI MAIS
L’olio di mais è ad alto contenuto di acidi grassi omega-6 che possono indurre l’organismo a produrre sostanze chimiche pro-infiammatorie. Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Nutrition and Metabolism rileva che un aumento di assunzione di acidi grassi omega-6 potrebbe potenziare i processi infiammatori e aggravare molte malattie infiammatorie. Olio di girasole, di soia e di arachidi, così come maionese e molti condimenti per insalate, sono ricchi di acidi grassi omega-6. Non c’è bisogno di eliminare completamente questi prodotti dalla vostra dieta, poichè gli acidi grassi omega-6 sono necessari per la crescita e lo sviluppo normale, basta non eccedere nel consumo. Aumentate invece l’assunzione di acidi grassi omega-3 che si trovano in alimenti come pesce, olio d’oliva, noci, semi di lino e semi di zucca.
5. CEREALI RAFFINATI E FARINA
Cereali raffinati e farina bianca sono anche agenti pro-infiammatori e possono aumentare il dolore alle articolazioni. Questi alimenti ad alto indice glicemico, innescano la produzione di AGE che stimolano l’infiammazione. Uno studio pubblicato nel 2013 in Nutrients evidenzia il ruolo del consumo quotidiano di prodotti a base di grano e altri cereali affini, nella manifestazione di infiammazione cronica e malattie autoimmuni. Inoltre, questi cereali raffinati sono privi di fibre e vitamina B e contengono calorie vuote. L’assunzione regolare di questi prodotti può anche aumentare il rischio di malattie degenerative come il cancro, malattia coronarica e diabete. Invece di cereali raffinati come pane bianco, pasta bianca e riso bianco, optate per cereali integrali o farina di cocco. Inoltre, utilizzate riso integrale anzichè riso bianco.
6. UOVA
L’assunzione regolare di uova può portare ad un aumento del gonfiore e dolore alle articolazioni. Le uova, soprattutto i tuorli, contengono acido arachidonico che porta alla produzione di prostaglandine che innescano l’infiammazione nel corpo. Consumate un massimo di 2 uova alla settimana se soffrite di dolori articolari.
7. PROTEINE DEL SIERO
Prodotti proteici del siero possono anche promuovere l’infiammazione e il dolore alle articolazioni a causa del glutine e caseina in esse presenti. La caseina è un tipo di proteina che porta alla produzione di acido urico nel corpo. Troppo acido urico può portare a dolore e infiammazione nel corpo, comprese le articolazioni. Una condizione nota come la gotta, può essere grave e può causare danni duraturi alle articolazioni. Le persone che hanno la sensibilità al glutine possono soffrire di infiammazione cronica che causa dolori diffusi. In effetti, uno studio del 2013 pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry rileva che una dieta priva di glutine riduce l’adiposità, l’infiammazione e l’insulino-resistenza.
8. SALE RAFFINATO
Il sale raffinato da tavola non è indicato se si soffre di dolori articolari. Il sale raffinato contiene additivi e prodotti chimici (ferrocianuro e alluminosilicato) che possono alterare l’equilibrio dei fluidi del corpo. Inoltre, il sale raffinato non contiene minerali naturali, come il silicio e il fosforo di cui il vostro corpo ha bisogno per funzionare correttamente. Limitare il consumo di sale raffinato può anche ridurre la perdita di calcio dalle ossa, riducendo così il rischio di osteoporosi e fratture. Ridurre il consumo di sale raffinato al minimo e, se possibile, utilizzare sale marino integrale o sale rosa dell’Himalaya. Oltre a limitare il sale nella vostra cucina, è necessario tenere d’occhio gli alimenti trasformati che contengono eccessivo sale e altri conservanti che aumentano la loro conservabilità.
9. ALIMENTI CONTENENTI GLUTAMMATO MONOSODICO
Il glutammato monosodico (MSG) è un additivo alimentare che migliora il sapore ed ha proprietà conservanti. Più comunemente si trova in alimenti confezionati come le patatine fritte, snack surgelati, piatti pronti surgelati, cibi in scatola e alimenti surgelati cinesi, condimenti per insalate e zuppe. Il glutammato può innescare il dolore e l’infiammazione nel corpo, comprese le articolazioni. Questo additivo artificiale è molto dannoso per le persone che soffrono già di condizioni infiammatorie, come l’artrite reumatoide. Poiché la maggior parte dei cibi confezionati e surgelati contengono additivi artificiali come MSG, cercate di mangiare cibi freschi preparati in casa. Utilizzate prodotti biologici ed evitate esaltatori di sapidità artificiali. Insieme al glutammato monosodico evitate i cibi contenenti aspartame, un dolcificante artificiale che innesca anche una risposta infiammatoria.
10. BIRRA
L’eccessivo consumo di birra, così come altre bevande alcoliche, non è un bene per le articolazioni. In realtà, i bevitori di birra sono a più alto rischio di sviluppare artrite reumatoide così come la gotta. La birra è ricca di purine che il corpo converte in acido urico, che può causare infiammazione. Inoltre, la birra è fatta con il glutine, quindi è meglio evitarla quando si soffre di dolori articolari. Inoltre, le altre tossine presenti nella birra possono causare danni significativi al vostro corpo. Quindi, cercate di limitare l’assunzione di birra e bevande alcoliche.
LA BARBA NASCONDE UN ANTIBIOTICO NATURALE.
04-02-2016
I barbuti saranno contenti di sapere che la propria barba ospita un antibiotico naturale e molto potente in grado di uccidere il temibile Escherichia coli, il batterio normalmente presente nelle feci, e nelle barbe. Il batterio assassino si chiama Staphylococcus epidermidis e secondo una trasmissione scientifica della BBC è in grado di neutralizzare l'Escherichia coli, spesso antibiotico-resistente e perciò temuto dai medici e dai pazienti. A raccontare la scoperta, - non ancora valida scientificamente - è il programma della televisione britannica "Trust me I'm a doctor". I curatori hanno cercato uomini-cavia e spedito un campione pilifero al microbiologo Adam Robert dell'University College di Londra.
Il ricercatore ha coltivato in laboratorio 100 tipi differenti di batteri trovati nella barba dei volontari, incluso un germe che normalmente si annida nell'intestino. Quel germe, ha poi osservato il ricercatore, è stato fagocitato da un batterio cresciuto nello stesso vetrino, e cioè dallo Staphylococcus epidermidis. Una scoperta che, sempre secondo gli autori della BBC, potrebbe confortare non soltanto i portatori di barba, ma anche gli scienziati che recentemente hanno pubblicato uno studio secondo il quale i pazienti degli ospedali senza barba entrano più facilmente a contatto con batteri-killer, responsabili di infezioni ospedaliere molto difficili da eradicare.
VANTAGGI E SVANTAGGI DEI FRUTTI DI MARE.
04-02-2016
VANTAGGI
- Saporiti: molte persone li trovano deliziosi, mentre molti altri non li tollerano affatto.
- Nutrienti: i crostacei (non i molluschi) apportano proteine di alta qualità biologica, simili a quelle del pesce.
- Ricchi di vitamina B12 e di ferro: fra gli alimenti di origine animale, solo il fegato dei mammiferi supera le ostriche per contenuto di vitamina B12 e di ferro.
SVANTAGGI
- Rapido deterioramento: i frutti di mare sono forse il prodotto più deperibile. Appena l'animale muore comincia un rapido processo di decomposizione, favorito da:
1. la grande quantità e varietà di batteri e virus presenti al loro interno, molti dei quali patogeni;
2. la presenza nei loro tessuti di aminoacidi liberi, che sono molto nutrienti per i batteri.
I frutti di mare che hanno subìto un inizio di processo di decomposizione sono ancora più pericolosi, perchè contengono una quantità di germi maggiore; possono anche provocare reazioni allergiche.
- Difficile digeribilità: la loro carne (soprattutto quella dei molluschi) contiene abbondanti quantità di tessuto connettivo, ricco di collagene (fibra animale), che rende difficile l'azione dei succhi gastrici.
- Colesterolo: i crostacei ne contengono circa 150 mg/100 g, più del doppio della carne magra di vitello; per questa ragione chi deve tenere sotto controllo il livello del colesterolo deve evitarli.
- Acido urico: le proteine dei frutti di mare formano grandi quantità di acido urico nell'organismo. L'aragosta e lo scampo sono forse le due specie che producono maggiori quantità di acido urico.
- Allergie: consumare frutti di mare, in particolare gamberi e calamari, provoca il maggiore numero di allergie alimentari. Di solito si manifestano con orticaria, asma e rinite.
- Infezioni: i frutti di mare possono essere portatori di molti germi patogeni, quali, per esempio:
1. la salmonella che provoca gastroenteriti gravi;
2. i vibrioni del colera;
3. il virus delle epatiti A e C.
- Parassitosi: l'anisakis è un verme parassita dei molluschi cefalopodi (polpo, calamaro e seppia) e provoca gravi reazioni allergiche.
- Intossicazioni: i frutti di mare possono trasportare vari tipi di tossine, che provocano paralisi gravi, diarrea o disturbi neurologici come l'amnesia (perdita della memoria).
- Inquinamento: i frutti di mare concentrano germi, tossine e anche gli inquinanti chimici industriali, che vengono scaricati in mare (mercurio, cadmio ecc.). Inoltre, per mantenere il colore roseo e rallentare la decomposizione spesso si usa l'acido borico, che è tossico e proibito dalle autorità sanitarie.
- Cancro: alcune delle sostanze chimiche riversate in mare e che si accumulano nei frutti di mare sono cancerogene: per esempio, i PCB (bifenili policlorinati), le diossine e i pesticidi. Consumare regolarmente frutti di mare aumenta il rischio di soffrire di cancro provocato da inquinanti chimici.
TERAPIA ORMONALE E CANCRO AL SENO: LEGAME CONFERMATO.
04-02-2016
La terapia ormonale sostitutiva ha il pregio di aiutare le donne che stanno entrando in menopausa ad alleviarne i sintomi, ma da anni si sospetta che possa innalzare il rischio di infarto, ictus e cancro al seno. Nel 2002, Women’s Health Initiative, un programma di ricerca durato 15 anni e volto a stabilire le più comuni cause di morte, malattie e scarsa qualità della vita nelle donne dopo la menopausa, sembrava non lasciare dubbi in proposito. Da allora è assai diminuita, in America ma anche in Italia, la prescrizione di terapia ormonale e negli anni immediatamente successivi si è registrata una diminuzione dei casi di cancro al seno. Pura coincidenza? C’è chi sosteneva che poteva trattarsi semplicemente di un effetto perverso: niente terapia ormonale, meno controlli ed esami (come la mammografia), quindi meno diagnosi.
Ora uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, condotto da ricercatori di Kaiser Permanente Northwest, organizzazione sanitaria americana, rivela che invece il legame tra ormoni e cancro c’è, eccome. Analizzando i dati relativi a migliaia di donne e focalizzando l’attenzione su quelle che hanno continuato a sottoporsi regolarmente alla mammografia, Kaiser Permanente Northwest ha potuto eliminare questa variabile dal quadro e tracciare l’andamento delle diagnosi di cancro in parallelo alla somministrazione di ormoni. Mentre fino a qualche anno fa i casi di cancro al seno aumentavano di pari passo con la somministrazione della terapia ormonale, dal 2003 in poi l’uso della terapia ha conosciuto un crollo (-75 per cento), e le diagnosi di cancro al seno sono diminuite del 18 per cento.
ANCHE LE CANDELE PROFUMATE SONO UN RISCHIO PER LA SALUTE.
03-02-2016
Profumare l'ambiente con delle candele aromatizzate potrebbe non essere una buona idea. Uno studio di ricercatori del London Hospital segnala il possibile rischio legato all'uso delle candele profumate. Il coordinatore della ricerca Saleyha Ahsan sostiene che le sostanze presenti all'interno delle candele sono innocue, ma c'è la possibilità che si leghino all'ozono trasformandosi in formaldeide, un composto ritenuto cancerogeno. Ahsan, in collaborazione con il prof. Alastair Lewis del National Centre for Atmospheric Science, hanno misurato le sostanze chimiche organiche volatili presenti in 6 appartamenti di New York per un lasso di tempo di 5 giorni. La sostanza maggiormente presente è risultata il limonene, utilizzato per diffondere nell'aria l'odore di agrumi. In alcune case, i livelli di limonene erano talmente alti che è stato necessario tarare in maniera diversa gli strumenti per la misurazione. Il limonene di per sé non è tossico e non causa alcun problema, tanto che viene utilizzato anche per insaporire alcuni cibi. L'équipe del prof. Lewis, tuttavia, ha dimostrato che la combinazione del limonene con l'ozono crea la formaldeide. Come si può evitare questo pericolo? Innanzitutto areando spesso il locale in cui vengono utilizzate le candele. Inoltre, si possono utilizzare delle piante d'appartamento, in grado di assorbire almeno una parte degli agenti inquinanti che circolano nell'atmosfera.
QUELLO CHE IL TUO MEDICO NON TI HA MAI DETTO SUL COLESTEROLO.
03-02-2016
Pensiamo che debba essere il più basso possibile per stare in salute, ma è davvero così? Sfatiamo subito questo mito: il colesterolo è indispensabile per la nostra salute e non è assolutamente una sostanza nociva! Contrariamente a quanto pensano molte persone, infatti, il colesterolo è una sostanza essenziale per la vita umana:
- Fondamentale per la costruzione e per il mantenimento delle membrane cellulari.
- Permette l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E e K).
- Fondamentale per la sintesi di diversi ormoni (steroidei e sessuali).
- Precursore della vitamina D: un colesterolo basso induce a problemi alle ossa, denti e cartilagini e indebolisce il sistema immunitario.
- Contribuisce alla formazione dei sali biliari, indispensabili per la digestione dei grassi.
- I bambini ne hanno estremamente bisogno per il corretto sviluppo del sistema nervoso e del cervello.
- E’ necessario per il corretto funzionamento dei recettori della serotonina: ovvero colesterolo basso significa tendenza alla depressione, apatia e insonnia.
- E’ così indispensabile che grandi quantità sono presenti nel latte materno.
- E’ così importante che il cervello è uno degli organi in cui si trovano le più alte concentrazioni di colesterolo.
IL COLESTEROLO VIENE PRODOTTO DAL NOSTRO CORPO
Se pensi che il tuo livello di colesterolo dipende da quanto colesterolo mangi ti sbagli. Il 75% circa del colesterolo nel sangue è infatti sintetizzato all’interno dell’organismo. La maggior parte del colesterolo presente nel corpo umano non è di origine alimentare (esogeno) ma viene invece “fabbricato” all’interno dell’organismo (endogeno). Ogni giorno viene prodotto internamente circa 1 grammo di colesterolo, mentre l’apporto alimentare è di soli 0,3 grammi circa. I principali organi coinvolti nella sintesi del colesterolo sono il fegato, le ghiandole surrenali e l’intestino. Gli alimenti che contengono colesterolo sono tutti di origine animale: ne sono particolarmente ricchi, solo per fare alcuni esempi, alimenti come le uova, il fegato, la carne, i crostacei, il latte, il burro e i formaggi. Nel cibo che consumiamo comunemente non c’è abbastanza colesterolo per i bisogni del nostro organismo. Per esempio in 100 grammi di salmone fresco ci sono solo 35 mg di colesterolo.
COLESTEROLO BUONO E COLESTEROLO CATTIVO? FACCIAMO CHIAREZZA
Non bisognerebbe mai parlare genericamente di “colesterolo alto”, in quanto nelle analisi del sangue vengono riportate diverse voci relative al colesterolo che hanno significati completamente differenti dal punto di vista salutistico. Quando si parla di colesterolo buono e cattivo si fa spesso confusione. Innanzitutto bisogna chiarire che la distinzione non fa alcun riferimento al colesterolo alimentare: quello presente nel tuorlo d’uovo, ad esempio, non è né buono né cattivo. La distinzione si riferisce invece al colesterolo ematico (quello in circolazione nel sangue). Il colesterolo essendo fondamentale per tutte le cellule del corpo deve essere trasportato nel sangue: questo trasporto avviene grazie a delle lipoproteine. Esistono diverse tipologie di lipoproteine e sono proprio queste che caratterizzano il colesterolo che trasportano come buono o cattivo.
La maggior parte del colesterolo presente nel sangue si trova legato alle lipoproteine di tipo LDL (Low Density Lipoprotein, cioè lipoproteine a bassa densità). La funzione principale delle LDL è il trasporto del colesterolo dal fegato verso i tessuti. Questa azione è fondamentale per la nostra vita in quanto premette di rifornire costantemente le cellule con il colesterolo di cui hanno bisogno. Il colesterolo legato alle lipoproteine LDL viene chiamato comunemente colesterolo cattivo, ma è scorretto dato che è fondamentale per mantenerci in vita. Viene chiamato cattivo perché secondo alcuni studi se ce n’è troppo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari perché può ostruire le arterie. Tuttavia secondo recenti studi questa connessione è stata smentita: uno studio ha dimostrato addirittura che bassi livelli di colesterolo sono associati ad un aumento dei problemi cardiaci. Il prof. Tamošiūnas, leader del team di ricerca coinvolto nello studio, ha così concluso: “Abbiamo scoperto che le concentrazioni di colesterolo totale inferiore a 5,2 mmol/L (201 mg/dl) sono stati associati ad un rischio più elevato di mortalità“.
Consiglio inoltre la lettura del libro Mangia Grasso e Vivi Bene del Dott. Francesco Perugini Billi in cui sono menzionati diversi studi e statistiche che mostrano l’importanza del colesterolo e la sua importanza per la salute e l’assoluta sconnessione con i problemi al cuore. Consiglio anche di leggere in internet gli articoli di un cardiochirurgo di fama mondiale (Il Dr. Dwight Lundell) che ci illumina su ciò che provoca realmente le malattie cardiache, in cui viene mostrato come l’accumulo di colesterolo non sia la causa ma la conseguenza di problematiche cardiache. Infatti, poiché il colesterolo è un antiossidante, quando i radicali liberi sono troppi (dovuto all’eccessivo consumo di zuccheri, metalli pesanti, farmaci, fermentazioni intestinali, stress) allora aumenta il colesterolo per proteggere le arterie. Ad esempio moltissime persone hanno normalizzato i livelli di colesterolo dopo una pulizia del fegato. Il nostro corpo è comunque in grado di bilanciare un eventuale eccesso di colesterolo LDL grazie alle lipoproteine HDL (High Density Lipoprotein), che svolgono il compito opposto rispetto alle LDL. Le lipoproteine HDL raccolgono il colesterolo in eccesso presente nell’organismo e lo trasportano verso il fegato dove verrà trasformato ed eliminato, per questo motivo viene spesso chiamato colesterolo buono.
EFFETTO ANTINFIAMMATORIO DELLA CURCUMA NELLA PSORIASI.
03-02-2016
In un recente studio alcuni ricercatori italiani hanno scoperto che la curcumina può alleviare gli stati dolorosi associati alla psoriasi, condizione infiammatoria cronica della pelle che colpisce il 2-3% degli italiani. Lo studio, condotto nel Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale dell’Università degli Studi di Firenze, ha testato l’effetto della somministrazione di curcumina in 63 soggetti con psoriasi volgare leggero-moderata. Divisi in 2 gruppi, i partecipanti sono stati trattati con una crema a base di steroidi o con una crema a base di steroidi più curcumina (2 g al giorno) per 12 settimane. I ricercatori hanno valutato la qualità della vita e i benefici riscontrati in seguito al trattamento, utilizzando il PASI (Psoriasis Area Severity Index), indice che valuta le principali caratteristiche delle lesioni psoriasiche: eritema, desquamazione, ispessimento e percentuale di superficie corporea interessata. Al termine dello studio è stato evidenziato nel gruppo che aveva aggiunto la curcumina alla terapia topica una significativa riduzione del punteggio dell’indice PASI. Secondo gli autori dello studio, tra gli effetti principali della curcumina nei confronti di questa patologia c’è la possibilità di modulare la risposta infiammatoria mediata dai linfociti T e questo effetto è rilevante, in quanto è assodato che una disregolazione delle cellule T svolge un ruolo fondamentale nella comparsa e nel mantenimento della psoriasi.