Angelo Ortisi
BBC: “RISCALDARE IL CIBO PUO’ ESSERE PERICOLOSO”.
02-02-2016
Il noto divulgatore scientifico della BBC Michael Mosley ha elencato i pericoli che corre chi riscalda il cibo già cucinato in precedenza. Una pratica molto diffusa in Italia, che se non eseguita con il giusto procedimento può impedire che vengano eliminati alcuni batteri responsabili di potenziali intossicazioni. Mosley, come riporta il Post, fa l’esempio del Campylobacter. Questo batterio è spesso presente sulla carne di pollo vendute al supermercato: mentre per ammalarsi di salmonellosi sono necessari migliaia di batteri di salmonella, per intossicarsi con il Campylobacter ne servono più o meno cinquecento. Il giornalista della BBC sottolinea quindi che è necessario essere particolarmente scrupolosi nel mangiare la carne di pollo, in particolare quando la si scalda. A prescindere dalla loro dannosità, comunque, i batteri si sconfiggono solamente in un modo: uccidendoli con il calore.
Mosley dà alcuni consigli per non rischiare intossicazioni. Innanzitutto un primo accorgimento consiste nel non inserire il cibo ancora caldo nel frigorifero, lasciandolo raffreddare da solo. C’è però un limite: il cibo non può stare fuori dal frigo oltre le 4 ore. Altro segreto è assicurarsi che non ci siano parti fredde dopo aver riscaldato il cibo, ciò implica che i batteri non sono stati eliminati durante la seconda cottura. Mosley, inoltre, consiglia di mescolare o girare il cibo riscaldato durante la cottura. Il divulgatore scientifico della BBC risponde poi ad un’altra domanda molto comune: è sano scaldare più di una volta la stessa pietanza? Si, basta che ogni volta il riscaldamento sia compiuto in maniera accurata.
CARNE DI MAIALE E CANCRO.
02-02-2016
Uno dei grandi svantaggi della carne consiste nel fatto che, consumata regolarmente, aumenta il rischio di contrarre certi tipi di cancro. Questo rischio è particolarmente alto se si consumano carne di maiale o i suoi derivati.
HOT DOG E CANCRO INFANTILE
Nella Scuola di Salute Pubblica dell'Università del North Carolina (Stati Uniti) sono stati studiati 234 casi di cancro infantile, con i seguenti risultati:
- I bambini che consumano uno o più hot dog di maiale alla settimana presentano un rischio di tumori cerebrali maggiore del 210%.
- Le donne incinte che consumano uno o più hot dog alla settimana espongono i loro figli a un rischio di tumori cerebrali superiore al 230%.
CARNE DI MAIALE E CANCRO DEL CERVELLO
Nel Centro di Ricerca sul Cancro di Heidelberg (Germania), è stato stabilito che il consumo di carne di maiale lavorata aumenta il rischio di glioma cerebrale (un tipo di cancro che colpisce il sistema nervoso centrale). Il rischio è più elevato per chi consuma con maggior frequenza:
- prosciutto cotto;
- carne di maiale preparata, specialmente quando viene fritta;
- pancetta fritta (bacon).
L'azione cancerogena di questi alimenti è attribuita al loro contenuto di nitrosamine.
CARNE DI MAIALE, VINO E CANCRO DEL FEGATO
Il consumo di carne di maiale, associato a quello di vino e di altre bibite alcoliche, aumenta in modo rilevante il rischio di sviluppare un carcinoma epatocellulare (un tipo di cancro che colpisce il fegato).
BACON, PROSCIUTTO, SALSICCE E CANCRO DEL COLON E DEL PANCREAS
L'Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Stati Uniti) ha compiuto ricerche sulle abitudini alimentari dei tre principali gruppi etnici della contea di Los Angeles, con i seguenti risultati:
- Il gruppo afroamericano consuma più bacon, prosciutto o salsicce e altri insaccati rispetto agli altri gruppi.
- Chi consuma più derivati della carne di maiale, rispetto a chi ne consuma di meno, elimina anche il triplo di amine eterocicliche cancerogene con l'urina.
- Rispetto ai cittadini di origine europea o ispanica, nella popolazione afroamericana il cancro del pancreas è più frequente del 50% e quello del colon del 20%.
RIMEDI NATURALI PER ABBASSARE LA PRESSIONE SANGUIGNA.
02-02-2016
La pressione sanguigna alta è causa di malattia cardiovascolare e può portare a invecchiamento precoce e danni cerebrali. La soluzione convenzionale per questa epidemia sanitaria in crescita è quella di assumere farmaci come angiotensina-bloccanti, che possono anche sviluppare diversi effetti collaterali e altri problemi di salute. Il percorso alternativo potrebbe essere utile per il trattamento di questa condizione. Ecco sei rimedi naturali che vi aiuteranno a mantenere la pressione del sangue sotto controllo ed evitare a lungo termine, insidie per la salute associate a prolungata ipertensione:
1. MANDORLE
Mangiare solo una manciata di mandorle crude ogni giorno può fare una differenza significativa nel mantenere la pressione sanguigna sotto controllo. Le mandorle crude sono ricche di grassi monoinsaturi. E’ stato dimostrato scientificamente che questi grassi possono aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, ridurre l’infiammazione delle arterie e in ultima analisi, mantenere più bassi livelli di pressione sanguigna. Anche se sono ad alto contenuto di grassi e calorie, le mandorle possono anche contribuire a promuovere la perdita di peso e la costruzione di massa muscolare magra, il che significa che naturalmente promuovono la circolazione sana. Assunte in combinazione con altra frutta secca come noci che sono anche antipertensivi, le mandorle sono uno dei più potenti supercibi cardiovascolari disponibili.
2. PEPE DI CAYENNA
Probabilmente uno dei più veloci alimenti per abbassare la pressione sanguigna, è il pepe di cayenna, un potente vasodilatatore, il che significa che consente ai vasi sanguigni di espandersi e migliorare il flusso sanguigno. Questo effetto abbassa naturalmente nel sangue i livelli di pressione, aumentando la velocità con cui il sangue scorre in tutto il sistema circolatorio, che a sua volta richiede un pò di pressione sulle pareti arteriose. Mescolare uno o due cucchiaini di pepe di Cayenna in acqua calda o tè con miele o aloe vera è un potente rimedio fatto in casa per alleviare l’ipertensione.
3. SUCCO DI COCCO
Ricco di potassio, elettroliti e altre importanti sostanze nutritive, è stato dimostrato che il succo di cocco è utile per abbassare significativamente i livelli di pressione arteriosa nella maggior parte delle persone che ne bevono. Un recente studio pubblicato sulla rivista West Medical Journal, ha scoperto che il succo di cocco ha aiutato il 71 per cento dei partecipanti ad ottenere una riduzione significativa della pressione sistolica, e il 29 per cento dei partecipanti a conseguire una significativa riduzione della pressione diastolica.
4. CACAO GREZZO
Ricco di flavonoidi e altri nutrienti antinfiammatori, il cacao grezzo è un altro alimento utile contro l’ipertensione. Non solo i flavonoidi presenti nel cacao svolgono il ruolo di adattogeni per aiutare il corpo ad affrontare meglio lo stress che è una causa comune di ipertensione, ma aiutano anche a regolare i livelli di ormoni dello stress che svolgono un ruolo critico nella regolazione della pressione sanguigna in tutto il corpo. Numerosi studi hanno anche scoperto che i flavonoidi del cacao dimostrabilmente riducono i livelli di pressione sanguigna, determinando una riduzione della pressione arteriosa media di 4.7/2.8 millimetri di mercurio (mmHg). I flavonoidi del cacao possono anche aiutare a proteggere il corpo contro ictus e malattie cardiache che sono comunemente legate alla pressione alta.
5. CURCUMA
La scienza moderna sta cominciando a considerare la curcuma come un supercibo. Uno dei suoi vantaggi già noti, riguarda la sua capacità di ridurre significativamente l’infiammazione, che è una delle cause principali di colesterolo alto e pressione alta, in tutto il corpo. Per ridurre in maniera attiva l’infiammazione, la curcuma aiuta a migliorare la funzione cardiovascolare e mantenere il flusso sanguigno. Se assunto insieme al pepe nero, il cui principale ingrediente attivo è la piperina, la curcuma diventa una centrale elettrica che allenta i vasi sanguigni, deselezionando l’accumulo che spesso porta alla pressione alta. La curcuma è anche un anticoagulante naturale, che è un altro modo in cui questa sostanza potente, aiuta nella lotta contro l’ipertensione.
6. AGLIO
Uno studio del 2010 in Australia ha trovato che l’aglio è un'altra potente sostanza che abbassa naturalmente i livelli di colesterolo e riduce la pressione sanguigna.
GIA' NEL 1993 IL GOVERNO GIAPPONESE AVEVA DICHIARATO: "COMPLETAMENTE INEFFICACE OGNI VACCINO ANTINFLUENZALE".
02-02-2016
Il governo giapponese, già da parecchi anni, ha deciso di rendere facoltative per i bambini tutte le vaccinazioni che fino ad allora la sua legislazione aveva imposto come obbligatorie. La decisione è stata motivata con i molteplici e, spesso, imprevedibili, effetti collaterali. Il Consiglio per la sanità si apprestò a cambiare la legge sulla vaccinazione preventiva per i bambini, che prevedeva 10 tipi di inoculazioni fra cui quelle contro l'influenza, il morbillo, la poliomielite e la rosolia. In questo modo, è stata giustamente lasciata ai genitori la responsabilità di decidere se vaccinare o meno i figli. In ogni caso il vaccino antinfluenzale è stato tolto definitivamente dalla lista poichè nessun vaccino finora si è dimostrato veramente efficace!
ZUCCA: UNA FESTA PER GLI OCCHI E NON SOLO.
01-02-2016
Non è solo per le dimensioni che la zucca merita l'appellativo di regina delle Cucurbitacee. Mezza tazza di zucca contiene più di 16 mg di beta-carotene, che corrispondono a 160-260% della dose giornaliera raccomandata dalla maggioranza degli esperti. La zucca apporta anche altri carotenoidi meno conosciuti, come la luteina o xantofilla e la zeaxantina. I carotenoidi, che conferiscono alla zucca il suo bel colore arancione, aiutano a proteggere il corpo neutralizzando le pericolose molecole di ossigeno che vanno sotto il nome di radicali liberi. Luteina e zeaxantina sono scavengers di radicali liberi molto potenti. Una dieta ad alto tenore di antiossidanti può aiutare a prevenire molte delle malattie legate all'invecchiamento, tra cui cardiopatie e tumori. Oltre che nella zucca, luteina e zeaxantina sono presenti nel cristallino degli occhi e, secondo alcuni studi, gli alimenti ricchi di queste sostanze possono prevenire la formazione di cataratte. Quando gli scienziati del Massachusetts Eye and Ear Infirmary di Boston hanno confrontato la dieta di persone anziane affette da degenerazione maculare avanzata, una malattia in cui la vista si offusca, con quella di altri anziani sani, è risultato che, per coloro che mangiavano gli alimenti più ricchi di carotenoidi, il rischio di degenerazione maculare era del 43% più basso rispetto a coloro che ne mangiavano meno. Tra i malati, il maggiore apporto di carotenoidi corrispondeva a un minor rischio di aggravamento della malattia.
Il beta-carotene, che protegge le piante stesse delle zucche dalle malattie, dall'eccesso di luce solare e da altri fattori naturali di stress, protegge da molte malattie anche gli esseri umani. E' stato scoperto, per esempio, che aumentando il dosaggio di beta-carotene nella dieta si ottiene una maggiore protezione da varie forme tumorali tra cui i tumori dello stomaco, dell'esofago, del polmone e del colon. Questo effetto protettivo è accentuato dalla presenza nella zucca degli acidi fenolici, che si legano alle potenziali sostanze cancerogene e ne ostacolano l'assorbimento. Il beta-carotene della zucca sembra contribuire anche a prevenire le malattie cardiache. Secondo alcune ricerche chi segue una dieta ricca di frutta e verdura contenente beta-carotene avrebbe un rischio minore di cardiopatie rispetto a chi ne consuma meno. Per coloro che sono predisposti ad allergie o infezioni, il consumo regolare di zucca può servire anche perchè il beta-carotene si trasforma in vitamina A, contribuendo a rafforzare il sistema immunitario e proteggendo dalle malattie respiratorie e dalle manifestazioni allergiche.
IL PIOMBO INDUCE IL CERVELLO AL CRIMINE?
01-02-2016
L’inquinamento da piombo può avere esiti funesti sul cervello dei giovani inducendoli a comportamenti aggressivi e anti-sociali che possono sfociare in crimini violenti. È quanto riferito da un pioniere degli studi sugli effetti del piombo sul cervello umano, Herbert Needleman dell'University of Pittsburgh School of Medicine, al Meeting Annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) a Washington. Allarma il fatto che bastano concentrazioni molto basse di piombo, e ben al di sotto dei valori limite consentiti dalle legislazioni nazionali, per produrre danni neurologici importanti, ha dichiarato lo psichiatra. Sulla base del suo ultimo studio presentato in quest’occasione, l’esperto ha azzardato l’inquietante ipotesi che dal 18 al 38 per cento dei crimini commessi in tutta la delinquenza nella contea Allegheny in Pennsylvania, che include Pittsburgh, potrebbe essere addebitato ad avvelenamento da piombo.
Le accuse mosse al piombo come minaccia per la salute umana non sono nuove: risale agli anni ’70 la prima mossa dallo stesso Needleman, che aveva scoperto come basse concentrazioni di piombo nelle ossa dei bambini erano associate a un minor quoziente intellettivo dei piccoli. Recenti sono invece i legami trovati tra piombo e défaillance di memoria, secondo uno studio riportato sull’American Journal of Epidemiology e tra esposizione al piombo in gravidanza e rischio schizofrenia nel nascituro. Il piombo è molto diffuso nell’ambiente, prima lo si ritrovava nelle vernici, nella benzina, nelle tubature e in molti materiali da costruzione, ma è tuttora presente come contaminante del suolo. Nel suo ultimo studio Needleman ha dimostrato che quantità di piombo più alte della media si ritrovano nelle ossa di 190 individui condannati per atti criminosi in Pennsylvania. Il piombo, ha concluso l’esperto, è velenoso per il cervello già quando si trova nelle ossa in piccole quantità, rilevabili con la fluorescenza a raggi X ma che non danno sintomi riconoscibili di avvelenamento.
http://www.sciencedaily.com/releases/2005/02/050223145108.htm
L’ANTICO RIMEDIO NATURALE PER PREVENIRE INFARTO E ICTUS.
01-02-2016
La buona alimentazione e la salute sono concetti indubbiamente correlati strettamente. Esistono alcune ricette che, la tradizione afferma essere risolutiva di tante problematiche. Molti siti, negli ultimi giorni, hanno pubblicato una ricetta che sarebbe stata trovata in un vecchio monastero tibetano e sarebbe risalente ad oltre 2000 anni fa. E’ considerata una vera e propria “pozione miracolosa”, costituita da ingredienti messi a disposizione esclusivamente da madre natura, in grado di ridurre gradualmente il grasso e il colesterolo nel sangue. Questa ricetta - stando a quanto riportato da queste pagine web - potrebbe essere valida nella prevenzione contro angina pectoris, tumore e problemi alla vista. Inoltre - sempre secondo quanto affermato sul web - renderebbe la pelle più tonica ed elastica, donando una straordinaria sensazione di ringiovanimento del corpo e dello spirito.
ANTICA RICETTA TIBETANA
INGREDIENTI
- 300 g di aglio.
- 1 kg di limoni bio.
- 1,5 l di acqua.
PREPARAZIONE
Trita l’aglio e mischialo al succo di limone. Quindi, fai bollire l’acqua e aggiungere il trito di aglio e limone. Cuoci il composto per un massimo di 15 minuti e versalo in vasetti di vetro.
UTILIZZO
Bevi 25 ml di questa pozione a stomaco vuoto ogni mattina per 25 giorni. Dopo 25 giorni, fai una pausa di 10 giorni e, una volta trascorso questo periodo di tempo, puoi ripetere il trattamento ancora una volta. Si raccomanda di non interrompere il trattamento durante i 25 giorni.
ATTENZIONE
Si consiglia vivamente di mantenere rigorosamente la dose giornaliera raccomandata e la pausa tra i due trattamenti. Quando il primo trattamento è terminato, devi proseguire con il trattamento solo se le tue condizioni di salute non sono migliorate, altrimenti se vedi un miglioramento puoi ultimarlo dopo il primo ciclo. Le persone sane, che decidono di fare questo trattamento al fine di migliorare ulteriormente la loro condizione generale di salute, dovrebbero fare solo 1-2 trattamenti all’anno, due volte per 25 giorni con una pausa di 6 mesi.
ELISIR TIBETANO DELLA GIOVINEZZA
La seguente miscela di aglio, miele e limone è conosciuta come l’elisir della giovinezza, in grado di rallentare il processo di invecchiamento.
INGREDIENTI
- 10 spicchi d’aglio.
- Succo di 10 limoni spremuti bio.
- 1 kg miele.
PREPARAZIONE
Trita l’aglio a pezzettini e mescolalo insieme al succo di limone e al miele. Versa il composto in un barattolo, coprilo e tienilo così per 8-10 giorni. Dopo di che, prendi un cucchiaio di questo elisir 2 volte al giorno, al mattino a digiuno e la sera prima del tuo ultimo pasto.
Perché queste ricette sono così efficaci?
Questo elisir contiene gli ingredienti più sani della natura: miele, aglio e limone. Ognuno di loro ha molteplici funzioni curative:
AGLIO: mantiene una buona circolazione del sangue in vene e arterie, abbassa il colesterolo nel sangue, e il rischio di infarto e ictus. E’ utile nella prevenzione contro i tumori e protegge l’organismo da malattie croniche. E’ possibile utilizzarlo per contrastare influenza e raffreddore, uccide i parassiti intestinali, guarisce tutti i tipi di infezioni batteriche, rallenta il processo di invecchiamento e allevia stress e stanchezza.
LIMONE: È un antiossidante e un antibiotico naturale. E’ utile per la prevenzione contro i tumori e la sua diffusione agli organi circostanti. Abbassa il colesterolo cattivo e tiene libere le arterie, proteggendo l’organismo da ictus e attacco di cuore. Essendo un antiossidante, il limone rallenta il processo di invecchiamento.
MIELE: come il limone, il miele è un antiossidante e antibiotico naturale. Protegge da batteri pericolosi, e se lo si assume insieme ad altre erbe aumenta le sue proprietà curative.
Da tutto ciò, si può facilmente dedurre perché l’aglio, il miele e il limone sono una straordinaria e potente combinazione contro la stragrande maggioranza dei problemi di salute e malattie.
7 ADDITIVI ALIMENTARI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI MALATTIE AUTOIMMUNI.
31-01-2016
Alcuni additivi alimentari possono aumentare il rischio di andare incontro a malattie autoimmuni. Lo hanno evidenziato di recente i ricercatori dell’Israel Institute of Technology. Nel mondo di oggi i prodotti confezionati sembrano molto comodi e ci fanno risparmiare tempo, ma quanto sono sicuri per la salute? Uno dei problemi principali a parere degli esperti è rappresentato dagli additivi alimentari che vengono utilizzati durante le lavorazioni industriali. Un gruppo di ricercatori internazionali provenienti da Israele e dalla Germania hanno condotto uno studio in cui sono state presentate le prove che i cibi elaborati a livello industriale indeboliscono la resistenza dell’intestino nei confronti dei batteri, delle tossine e di altri elementi nutritivi e non nutritivi ostili. Ciò aumenta il rischio di sviluppare malattie autoimmuni.
Il gruppo di ricerca ha esaminato gli effetti degli alimenti trasformati sull’intestino e per quanto riguarda lo sviluppo di malattie autoimmuni, condizioni in cui l’organismo attacca se stesso ai danni dei propri tessuti. Tra le malattie autoimmuni identificate troviamo la celiachia, il lupus, la sclerosi multipla, l’epatite autoimmune e il morbo di Crohn. Gli esperti hanno sottolineato che negli ultimi anni sono diminuite le malattie infettive ma sono aumentate le malattie autoimmuni. In un periodo così breve i cambiamenti genetici sono considerati insignificanti, quindi i ricercatori stanno individuando le cause in fattori ambientali e alimentari.
Nel nuovo studio dunque gli esperti si sono concentrati sull’aumento vertiginoso dell’uso di additivi alimentari industriali volti a "migliorare" le caratteristiche del cibo, come il gusto, l’odore, la consistenza e la durata. Molte malattie autoimmuni derivano da un malfunzionamento delle mucose che dovrebbero proteggere l'intestino. Tale malfunzionamento ci espone a batteri, tossine, allergeni e sostanze cancerogene. L’intestino diventa permeabile e ciò porta allo sviluppo di malattie autoimmuni. I ricercatori hanno scoperto 7 additivi alimentari di uso comune che indeboliscono le difese intestinali:
1. Glucosio.
2. Sodio.
3. Emulsionanti.
4. Acidi organici.
5. Glutine.
6. Nanoparticelle.
7. Transglutaminasi microbica (mTG - un enzima che funge da colla tra le proteine).
Gli additivi alimentari e le sostanze considerate scomode per quanto riguarda il rischio di malattie autoimmuni si possono trovare in diversi cibi e bevande, secondo le indicazioni fornite dai ricercatori:
- Prodotti da forno.
- Carne.
- Pesce.
- Dolciumi.
- Oli.
- Caffè.
- Bevande.
- Piatti pronti.
Negli Stati Uniti il settore degli additivi alimentari risulta ancora ben poco sorvegliato. In Italia di recente è scoppiato il caso del carbone vegetale usato come colorante per pane e pizza sebbene la legge nazionale ed europea lo vieti. Come possiamo orientarci, dunque? I ricercatori consigliano di evitare il più possibile gli alimenti industriali trasformati e confezionati, soprattutto alle persone che si trovano a rischio di contrarre una malattia autoimmune sulla base della loro storia familiare.
ECCO PERCHE’ BISOGNA EVITARE DI MANGIARE INSALATA IN INVERNO.
31-01-2016
Quando fuori fischia il vento e nevica si continua a mangiare insalata. Secondo un'analisi eseguita da Agrarmarkt in Germania si consuma addirittura più insalata in inverno che in estate: il 60% della spesa dei consumatori per le foglie di lattuga o radicchio si concentra nei mesi da novembre ad aprile. Vi sembra una scelta sensata? Da dove viene l'insalata d'inverno? Chi è che la produce? Ma soprattutto come? La risposta è ovvia: proviene dalle coltivazioni in serra o da aree geografiche più miti. L'Italia forse in inverno se la cava ancora con la produzione in certe zone del Sud Italia, ma perché non aspettare la bella stagione, quando le foglie crescono forti e vigorose in qualsiasi orto sotto casa? Quello che viene coltivato in serra viene sovraccaricato di concimi con l'inevitabile accumulo di nitrati. E quello che finisce nello stomaco, secondo un'analisi effettuata da Oekotest è zeppo di residui chimici come insetticidi, antibatterici e diserbanti.
Per rimanere nei limiti consentiti dalla legge i produttori spruzzano dei cocktail appositamente preparati dalle industrie agrochimiche, con un ampio spettro di diverse sostanze concomitanti. Anche se le soglie di tolleranza non vengono superate per i singoli prodotti, il risultato finale può essere pericoloso. Perché purtroppo non esistono limiti precisi per l'accumulo di residui multipli. Il banco di prova di Oekotest, su campioni di lattuga commercializzati in Germania, ha messo in luce dei risultati sconcertanti: in un campione sono state rinvenute concentrazioni elevate di insetticidi come la deltametrina, in ben quattro erano presenti concentrazioni pericolose di diserbanti (Linuron) o fungicidi (Iprodione), sostanze classificate entrambe come cancerogene. Ma c'è un problema di fondo che riguarda genericamente lattughe e rucole coltivate in inverno: la presenza elevata di nitrati, che le foglie non riescono a smaltire a sufficienza, a causa della ridotta quantità di luce naturale. Oekotest ha fatto i calcoli seguendo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: consumando una piccola porzione di insalata (55 g) si supera già la soglia massima raccomandata dall'OMS. E stiamo solo mangiando un piatto di insalata, a cui dobbiamo aggiungere tutto il resto...
CELLULARI: FERTILITA’ RIDOTTA E CONTA SPERMATICA COMPROMESSA.
31-01-2016
Portare il cellulare attaccato alla cintura dei pantaloni o in tasca potrebbe non essere una buona idea. Ad affermarlo sono gli studiosi ungheresi che da qualche tempo stanno studiando la possibilità che l'uso del telefonino riduca la fertilità maschile. Secondo il britannico Sunday Times, che in un articolo ha anticipato alcuni dei risultati di uno studio ungherese, vi sarebbero indicazioni che un'esposizione intensiva ai telefoni mobili può compromettere la spermatogenesi, ossia il processo di produzione degli spermatozoi. Questo processo porterebbe ad una riduzione della fertilità in quanto influirebbe direttamente sulle capacità di movimento degli spermatozoi oltre a diminuirne il numero.
Ad affermare queste pesanti conseguenze dell'uso del telefonino è un team di ricerca dell'università di Szeged, in Ungheria appunto, guidato da Imre Fejes. A quanto pare la ricerca avrebbe portato ad associare il calo della fertilità alla persistenza del telefonino vicino ai genitali maschili, in particolare quando portato nelle tasche dei pantaloni oppure appeso alla cintura. La ricerca ha coinvolto 221 persone per 13 mesi e le sue conclusioni non vengono considerate dagli scienziati come definitive ma, anzi, se ne auspica l'approfondimento con ulteriori studi. Non solo occorre confermare la possibilità che quanto descritto effettivamente avvenga ma anche capire nel dettaglio come ciò possa accadere.
http://nypost.com/2004/06/28/hold-the-phone-cellular-rays-kill-sperm/